MESSINAMBIENTE: 100 ASSUNZIONI SOSPETTE IN PERIODO “ELETTORALE”

 

Gli anni erano quelli della sindacatura Genovese.  Messinambiente procedette all’assunzione di decine di operatori ecologici che furono immessi nell’organico della società alla cui vicepresidenza c’era e c’è Claudio Sindoni, vicino al partito democratico.

Contratti che ora sono al vaglio della magistratura dopo un esposto presentato alla Procura della Repubblica, dal momento che furono sottoscritti in piena campagna elettorale, senza che fosse verificata la reale esigenza, vista la situazione economica della partecipata, dell’avvio di nuove assunzioni.

Ma i “sospetti” sulla gestione clientelare di Messinambiente riguarderebbero  anche un altro concorso: quello che fu vinto dal cugino di Sindoni, che sarebbe stato  inserito direttamente con la qualifica di dirigente.

Favoritismi che sembrano evidenti, dal momento che  ai più alti livelli degli uffici personale e amministrativo sarebbero state collocate solo persone a vario titolo vicine al vertice societario.

Una situazione al limite della legalità, che riguarderebbe anche la gestione dei contributi previdenziali, che secondo quanto denunciato, sarebbero stati  trattenuti dalle buste paga dei dipendenti .

Tra le anomalie da sottolineare anche le dimissioni nel 2010 dell’avvocato Antonino Dalmazio, prima commissario e successivamente Presidente di Messinambiente, seguite dall’ingresso al vertice dell’azienda di Armando Di Maria.

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