MAFIA: SEQUESTRATI BENI PER 37 MILIONI DI EURO ALL’IMPRENDITORE SCIROCCO

 

La prima sezione penale del Tribunale di Messina ha confermato  la confisca dei beni dell’imprenditore Francesco Scirocco, per un valore complessivo di 37 milioni di euro.

L’uomo, socio in affari dei fratelli Mollica, dell’avvocato Lo Castro e dell’ex sindaco Antonino Andò,  e’ sospettato di contiguita’ con esponenti di spicco di gruppi mafiosi operanti nella fascia tirrenica della provincia di Messina. Secondo la Dia, infatti, Scirocco è vicino alla famiglia mafiosa dei Bontempo Scavo di Tortorici e a quella di Barcellona Pozzo di Gotto ed è stato già sottoposto per questo motivo a due distinte ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite lo scorso 24 giugno nelle operazioni Ghota e Pozzo 2.

 La confisca riguarda societa’, appartamenti, numerose autovetture di grossa cilindrata, un’imbarcazione da diporto della lunghezza 12 metri polizze assicurative e disponibilita’ bancarie.

Nei confronti di Scirocco é stata disposta anche la misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di 4 anni. La confisca riguarda le quote sociali di 12 società, due appartamenti, numerose autovetture di grossa cilindrata tra le quali Lamborghini Gallardo, Audi A8, Jaguar e Bmw, un’imbarcazione da diporto della lunghezza 12 metri, polizze assicurative e disponibilità bancarie. Il provvedimento prende le mosse da un’articolata attività di investigazione patrimoniale, che già nel gennaio e maggio di quest’anno aveva condotto al sequestro del patrimonio dell’imprenditore.

La Procura di Messina indaga però anche sui rapporti tra Scirocco e gli ambienti imprenditoriali e politici messinesi, in particolare con l’avvocato Andrea Lo Castro, uomo crocevia dei più rilevanti affari imprenditoriali avvenuti in città negli ultimi 20 anni. La svolta nelle indagini in questo senso sono state le dichiarazioni della ex collaboratrice di Scirocco, Mariangela Giorgianni.

Dissequestrati in fase di Riesame, anche alcuni beni della moglie di Scirocco, l’avvocato Patrizia Meo, impiegata alla Provincia. Attraverso il legale, che lavorava nello studio Lo Castro, Scirocco entra in contatto anche con il costruttore Vincenzo Vinciullo, in rapporti secondo gli investigatori con Cosa Nostra siciliana e coinvolto nella vicenda delle acciaierie Megara. Il Ros de Carabinieri ha intercettato diverse conversazioni dove un uomo di Vinciullo, oggi tra i più attivi costruttori messinesi, valuta affari con Aquilia.

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