L’ULTIMO SALUTO A GAO: PADRE ETTORE SENTIMENTALE “UNA CITTA’ CHE NON AMA E’ GIA’ MORTA” (VIDEO)

“Questa città ha dimenticato che tutto si gioca sull’amore, è una città morta”. A parlare Padre Ettore Sentimentale, che ha celebrato, nella Chiesa di San Giacomo vicino al Don Orione, i funerali di Gao, l’artista brasiliana morta a san Raineri nella notte di Capodanno, a causa degli stenti e del freddo.

Qualcuno credeva che non ci sarebbe stato nessuno. Di certo non c’erano le autorità, non c’era il Sindaco che quando c’è da mettersi in gioco in prima persona, puff, nuvola rosa e come per magia sparisce.

Non c’era il vescovo che forse, causa festività, aveva finito le belle parole. Però di gente ce n’era, amici, parenti, conoscenti, tutti coloro che hanno voluto salutare Gao per l’ultima volta. Non c’è bisogno di retorica e di parole unte di ipocrisia, non le vogliamo.

C’è un assoluto bisogno di agire. Dio solo sa di quante altre vicende simili non siamo a conoscenza, noi.

C’è qualcuno, però, che di belle parole non ne ha dette, ha guardato dritto in faccia chi di dovere ed ha tirato fuori i cosiddetti.

Ci riferiamo al prefetto di Messina, il dott. Alecci, che all’inaugurazione della casa di accoglienza femminile della nostra Citta’, struttura creata all’interno dell’istituto Cristo Re, dove già esiste quella maschile ed una mensa diurna e serale,  ha guardato Buzzanca e La Piana e parlando ad un uditorio muto, forse cieco, ma sicuramente non sordo ha detto: “Mi domando: cosa hanno fatto fino ad oggi le tante donne che da qui a breve, in questa casa, potranno avere un punto di riferimento. Ci sono tanti indigenti, ma ci sono anche tante persone che non meritano di avere tutti i soldi che hanno e che questa sera non meriterebbero neanche di stare seduti in questa sala. Purtroppo però, proprio in forza del loro patrimonio economico, non so guadagnato come, rappresentano un punto di riferimento per tanti”.

Appare paradossale che proprio in questi giorni pieni di “solidarietà”, una donna che ha tanto amato la nostra città, sia stata lasciata sola, anche a morire.

Per ricordare l’umanità di Gao, ci affidiamo alle parole di un amico.  Antonio Cattino, che ha voluto sottolineare come non fosse una clochard, ma solo una povera.

 

“Io ho conosciuto Gaia, così mi piace chiamarla, e l’ho vista anche morta,…. da lontano, a bordo della mia macchina aziendale, ieri mattina a san raineri, giaceva lontano dalla strada sotto le mura della Cittadella, ma non potevo pensare fosse lei, era coperta da un vecchio straccio, forse una coperta…c’era molta polizia, ed un’ambulanza…mi sono fermato ho guardato ed ho proseguito…ho pensato che si trattasse di un omicidio o di un incidente…poi oggi ho saputo la notizia.

Gaia era una simpatica e bella persona, una donna intelligente,un’ artista. 

Abbiamo bevuto qualche birra insieme, in un localino del centro storico, ho un bel ricordo di lei, dimostrava molto meno dei suoi 50 anni, mi ha raccontato un po’ della sua esistenza a Messina, dei banchetti di vendita che faceva nelle marine, a Giardini, a Torre Faro, nei lungomari della provincia di Messina, poi si e messa a cantare ed a suonare, con il marito e coi suoi amici, tutti messinesi, qualche impiegato, qualche operaio, tutta gente dignitosa e perbene. Poi in una pausa mi fece vedere i suoi lavoretti, qualche disegno, un progetto di un quadro; lei avrebbe voluto che i messinesi comprassero da lei di più, ma essi diceva preferiscono andare in bijotteria ed in oreficeria per comprare i regali e forse, riflettendo a voce alta, non apprezzano le creazioni degli artisti di strada che offrono… per poco prezzo pezzi unici, veri e propri  pezzi d’arte, monili esclusivi, frutto d’ingegno e di ispirazione.

Lei parlava molto bene in italiano, tradiva la sua provenienza brasiliana, una piccola inflessione lusitana, che dava molto fascino al suo parlare. Poi ci salutammo bevendo una seconda birra…mi disse che io le sembravo una persona positiva, a cui dare fiducia…ed io in maniera forzatamente cavalleresca, da scena…con ampia riverenza, le baciai la mano…

Giunto a casa, pensai a lei, e scrissi una piccola poesia. Ma io non andrò al suo funerale poichè voglio ricordarla da viva ,in una città però migliore, una città, per intenderci che non fa morire per il freddo gli artisti ed i poveri…o anche i loro bambini.

ADDIO GAIA UN PENSIERO ED UNA LAGRIMA DI MALINCONICA GIOIA, RICORDANDO IL TUO SORRISO LA TUA ARTE E LA TUA BELLEZZA. RIPOSA IN PACE NELLA TUA CITTA’ DEL SOLE”.

(SIRO BIZZI)

 

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