MAFIA E USURA: CLAN BONAFFINI, TRE ARRESTI

 

Prestavano denaro a tassi usurai e minacciavano di morte chi non riusciva a restituire le somme. E’ successo ad un imprenditore messinese finito nella rete del clan Bonaffini, di cui oggi sono stati arrestati tre presunti esponenti: due fratelli ed un cognato.

La squadra mobile di Messina ha eseguito tre ordinanze di custodia cautelare, due in carcere e una ai domiciliari, con l’accusa di usura nei confronti di Antonino Bonaffini detto ‘Ninetta’, più volte in carcere per droga, indicato dagli investigatori come il capo del clan al quale recentemente sono stati sequestrati, insieme ad altri imprenditori, beni per oltre 450 milioni. Dalle indagini, avviate nell’aprile del 2010, è emerso che i tre arrestati avrebbero anche minacciato di morte e picchiato l’imprenditore che non era in grado di far fronte agli interessi sempre crescenti. Antonino Bonaffini, tra l’altro, avrebbe gestito l’attività di usuraio pur trovandosi agli arresti domiciliari.

Oltre ad Antonino Bonaffini, 37 anni, l’ordinanza di custodia è stata eseguita nei confronti del fratello Carmelo, di 24, e del cognato Antonino Mangano, di 29 anni. A Carmelo Bonaffini sono stati concessi i domiciliari, gli altri sono in carcere; ad Antonino Bonaffini viene anche contestato anche il reato di estorsione ed evasione dai domiciliari. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori un imprenditore avrebbe ottenuto dai Bonaffini un prestito di 5 mila euro, restituendo 600 euro mensili con interessi del 12%. L’imprenditore inizialmente ha pagato, versando circa 9 mila euro, poi dal settembre scorso non è piu ‘riuscito a far fronte alle richieste e ha denunciato gli usurai. Antonino Bonaffini che si trovava ai domiciliari, piu’ volte si sarebbe recato dall’imprenditore minacciandolo di morte se non gli avesse restituito quanto gli doveva.

 

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