OMICIDIO DI LIPARI: INDIZI E MOVENTE “INCASTRANO” IL PRESUNTO ASSASSINO

 

I carabinieri di Lipari si dicono certi di aver trovato conferme a quello che hanno sempre sospettato essere il movente che ha spinto Roberto Cannistrà ad uccidere la pesnionata Eufemia Biviano nella sua villetta di Area Morta nella frazione di Quattropani.

Si era parlato di un omicidio commesso da un ladro sorpreso dalla sua vittima e in questi ultimi giorni in una oreficeria di Milazzo sono stati trovati due anelli, due bracciali e una collana d’oro appartenenti alla donna uccisa la sera della vigilia di Natale.

I gioielli sono stati riconosciuti dai familiari della vittima e l’uomo che li ha venduti all’oreficeria tra Natale e Capodanno sarebbe stato riconosciuto per Roberto Cannistrà. L’indagine ha dunque fatto un passo avanti ma molte altre ciorcostanze devono essere ancora chiarite. Nella villetta non ci sono segni di effrazione. Cannistrà non sarebbe potuto entrare senza che gli fosse aperta la porta. E’ sempre possibile che abbia bussato con una scusa e che abbia aggredito la donna non appena questa ha aperto la porta.

Ma di solito i ladri non bussano, specie se sanono di essere conosciuti alla vittima. Oltretutto i gioielli sono stati presi a colpo sicuro perchè pare non siano stati riscontrati i segni di una ricerca che abbia lasciato tracce in termini di mobili spostati e cassetti a soqquadro. Perfino il garage, il luogo dove è stato ritrovato il cadavere della povera Eufemia, era chiuso dall’esterno con un catenaccio.

Ma i gioielli non erano certamente nel garage quindi si dovrebbe ritenere che furto e omicidio sono stati commessi in due luoghi differenti. Ma quale dei due è stato commesso prima? Secondo i carabinieri c’è stato il furto, poi gli eventi che hanno portato all’omicidio. Tuttavia sarebbe anche possibile che Cannistrà sia andato in casa di Eufemia, che la donna lo abbia ricevuto, che sia accaduto quacosa che ha innescato la furia omicida, la fuga della donna ferita verso il garage dove poi Cannistrà avrebbe completato l’opera.

Il furto dei gioielli potrebbe essere avvenuto soltanto dopo quando Cannistrà poteva ritenere di essere al sicuro da sorprese. Secondo alcune indiscrezioni l’uomo conosceva non solo la vittima, ma pure la casa, nella quale avrebbe svolto alcuni piccoli lavori di manutenzione. Anzi, è stato proprio questa la linea difensiva dell’indiziato, tracce del cui DNA sono state trovate nei locali del bagno della vittima, nel lavandino e su un asciugamani.

L’uomo ha detto di essersi graffiato pochi giorni prima dell’omicidio proprio mentre era impegnato in alcuni lavori commissionatigli dalla donna. Insomma, a rigor di logica, il movente resta incerto tranne a ritenere che Cannistrà sia andato da Eufemia con l’intenzione di uccidere e poi rubare i gioielli. Ma è difficile pensare alla premeditazione se verrà confermato che l’omiciido è stato commesso con una lama non piu’ di quattrio centimetri mai ritrovata.

In tutto questo Cannistrà, in un’isola presidiata dalle forze dell’ordine con particolare riguardo alle zone di partenza di aliscafi e traghetti, sarebbe riuscito a eludere la sorveglianzae a imbarcarsi coi gioielli della vittima per andare a venrdeli a Milazzo. Eppure, dicono i carabinieri, Cannistrà era nel gruppo se non dei sospettati, ma certamente in quello dei controllati.  (DANIELE BILLITERI – Eolienews)

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