STORIE DIMENTICATE: IGNAZIO ALOISI, VITTIMA DI MAFIA… DI SERIE B

“Sono passati 21 anni da quel giorno in cui Ignazio Aloisi, mentre tornava a casa una domenica pomeriggio insieme a Donatella, sua figlia quattordicenne, veniva freddato con due colpi di pistola (un terzo proiettile lo mancava). Oggi Donatella e la sua famiglia stanno ancora aspettando giustizia. Ignazio Aloisi non è mai stato riconosciuto quale vittima innocente della mafia. Il suo sacrificio, per lo Stato italiano, è ancora oggi uno dei tanti. Invece si tratta di assassinio mafioso compiuto in una terra di omertà nella quale Aloisi si era distinto per il suo coraggio e il suo amore per la verità e la giustizia. Relegarlo all’oblio significherebbe negare tutto questo”.

Lo ha detto l’eurodeputata e responsabile nazionale del Dipartimento Antimafia di IdV, Sonia Alfano, ricordando l’anniversario dell’omicidio della guardia giurata Ignazio Aloisi, avvenuto il 27 gennaio del 1991 nei pressi dello stadio “Celeste” di Messina. Aloisi fu eliminato per aver testimoniato al processo su una rapina al portavalori sul quale prestava servizio. Il rapinatore, Pasquale Castorina, legato ad un clan messinese, grazie alla testimonianza resa da Aloisi, fu condannato a 8 anni di reclusione, e consumò la sua vendetta prima “eliminando fisicamente un valoroso testimone di giustizia – conclude Sonia Alfano – poi, da morto, a quindici anni di distanza dai fatti, calunniandolo e infangandone la memoria”.

Sulla pagina fb dedicata alla sua storia, un pensiero della figlia, che riportiamo perché traspare tutta la rabbia di chi sta ancora aspettando giustizia: “A quasi ” 21 ” anni dalla tua morte papà, 4 anni dai miei primi interventi televisivi e….. 10 mesi dall’ultima lettera del mio avvocato…..ancora tutto tace….ormai non mi meraviglio più di niente…..ma forse, se fossi una mosca per andare al funerale di Santo Sfameni, mi meraviglierei ancora??????? Sono sicura che se ne vedrebbero di tutti i colori…..”

A ricordare la sua storia anche i colleghi, le guardie giurate, che attraverso il loro blog dedicano un pensiero, rinnovando il loro affetto alla famiglia di un uomo il cui sacrificio non è stato ufficialmente riconosciuto.

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