GIOVANI E POLITICA A MESSINA: IL CORAGGIO DI ESSERE LIBERI, CONTRO “I FEUDI”

 

All’indomani dei risultati delle elezioni primarie del centrosinistra emergono due dati chiari e incontrovertibili. Il primo è anagrafico e politico insieme. Infatti gli attuali pretendenti alla carica di Sindaco di Palermo hanno 34 e 31 anni. E’ evidente che la scelta è dettata dalla volontà dei cittadini di preferire ai “soliti” facce nuove e possibilmente giovani, con idee, voglia di fare e soprattutto con po’ di amore per la propria città. E il secondo dato è politico/partitico. Infatti entrambi i giovanissimi candidati non possiedono alcuna tessera di partito. In questi, infatti, c’è strada solo per giovani che dimostrano grandi capacità nell’obbedire e possibilmente ossequiare gli onorevoli di turno. I ragazzi capaci vengono lasciati ai margini e vengono rispolverati solo per fare i “cavalli da parata”, nei momenti difficili, quando la classe politica per autodifesa deve proporre un’icona più pulita e presentabile che i vecchi pupari non riescono ad avere. Ma è solo un’operazione di facciata, un puro istinto di sopravvivenza.

Certamente è positivo il fatto che in quella palude che è la politica palermitana, si registri un clima particolare, fatto di speranza ed entusiasmo rispetto alle opzioni in campo per la prossima competizione amministrativa.

Purtroppo, però, per chi è messinese restano seri dubbi sulla capacità che in questa città si possa arrivare ad un ricambio generazionale di questo tipo. Le amministrative di Messina non avranno i riflettori nazionali puntati come quelle di Palermo e credo che le candidature a sindaco non verranno scelte dal basso, ma imposte dai “soliti noti”. Il massimo della novità che può offrire Messina sono comunque membri dell’establishment che ha sempre governato la città (poco importa se si chiamino Genovese o D’Alia). Per Messina non mi aspetto insomma “nulla di nuovo sotto il sole”.

E forse anche meglio, perché la maggior parte dei ragazzi di questa città non hanno, sino ad oggi, dimostrato il coraggio di mettersi realmente in gioco e staccarsi dalla gonnella del potente di turno.

Ci siamo ormai abituati a guardare con un certo rispetto alla vicende politiche catanesi, dalla splendida stagione bipartisan delle amministrazioni Bianco e Musumeci, sino alle dimissioni da deputato del sindaco Stancanelli, per risolvere il problema del doppio incarico.

Ma da messinese, mai avrei pensato di dovere prendere lezione dalla paludosa politica palermitana. Oggi ci tocca anche questo! (ALBERTO DE LUCA)

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it