ON. NANIA BIS: SECONDA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE, “INTOLLERABILE” IL CONTROLLO ANTIMAFIA A BARCELLONA

 

Non era bastata una interrogazione parlamentare per scongiurare il controllo della commissione prefettizia sulle eventuali infiltrazioni mafiose al Comune di Barcellona Pozzo di Gotto.

Il 12 gennaio 2012, la Commissione d’Accesso ha iniziato i controlli sui circa 550.000 atti amministrativi prodotti dal Comune di Barcellona Pozzo di Gotto tra il 2007 e il 2012 per verificare la sussistenza o meno di inquinamenti mafiosi. Una circostanza che definisce “intollerabile” il senatore Domenico Nania, che in una nuova interrogazione parlamentare datata 9 febbraio 2012, ha chiesto al Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri “di revocare la delega concessa al Prefetto di Messina per l’Accesso agli atti amministrativi del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto; o se non ritenga di invitare la Commissione d’Accesso a trarre le sue conclusioni, dando atto di come, in tema di lavori pubblici, contratti e servizi riguardanti la gestione dei diversi settori amministrativi, grazie alle decisioni e ai comportamenti trasparenti dell’Amministrazione Nania”.

Qui il testo della lunga e articolata interrogazione, dove per la seconda volta il vicepresidente del senato, difendendo l’operato del cugino sindaco, e in vista delle prossime amministrative, dichiara che “l’Accesso (agli atti amministrativi del Comune, ndr) ottenuto e disposto dal Prefetto, lasciava perplessa l’Amministrazione comunale perché dava credito ad accuse false e propagandistiche di associazioni schierate politicamente, perché prendeva le mosse da un’iniziativa politica ma soprattutto perché poggiava sulle problematicità di una sola procedura”. La procedura a cui si riferisce l’esponente del PDL è quella dell’esposto sul Parco Commerciale di Barcellona, e all’iter che ha portato all’acquisizione dei terreni da parte di una società riconducibile al boss Cattafi.

Per il senatore “la Dibeca Sas, nella fase due (quella con carattere edificatorio e commerciale che si apre con la presentazione dei progetti-norma), non poteva avvantaggiarsi del PRP (indipendentemente dal soggetto-proponente: la GDM SpA, la Dibeca Sas, eccetera), giacché la Prefettura – collegandola all’avvocato Rosario Cattafi – avrebbe negato il rilascio del certificato antimafia che la società (o i suoi titolari) avrebbe dovuto depositare per ottenere le licenze, le concessioni e le autorizzazioni necessarie”.

Evidentemente al senatore è sfuggita anche la dichiarazione del Procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso, che proprio sulla questione dei certificati antimafia si è mostrato ultimamente molto perplesso, tanto da proporre propone di sostituire la certificazione con una “white list” di imprese che operano nella legalità.

Nella nuova interrogazione, il senatore Nania definisce “antimafia delle parole” il lavoro di chi ha presentato l’esposto, riproponendo agli atti parlamentari il “ teorema che vede coinvolti il citato politico palermitano, oltre all’associazione Atria e al giornalista Mazzeo, sul quale il medesimo politico ha architettato un’iniziativa del gennaio 2010 contro l’Ufficio tecnico, la Ceuc (Commissione edilizia-urbanistica comunale) e il Consiglio comunale di Barcellona Pozzo di Gotto, è a giudizio dell’interrogante inventato di sana pianta e basato su dati del tutto inesistenti in fatto e in diritto”.

L’on. Nania cita anche questa volta, senza farne il nome, l’on. Lumia, ribadendo che “più volte un noto esponente politico palermitano – raccogliendo le denunce di associazioni che operano sul territorio in nome “dell’Antimafia delle parole” – sollecitava con dichiarazioni e iniziative politiche (a giudizio dell’interrogante accreditando ricostruzioni prese in prestito e del tutto false) l’Accesso agli atti amministrativi del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), per raggiungere l’obiettivo politico dello scioglimento di un’Amministrazione di centrodestra che, dal 7 dicembre 2001 (da quando aveva vinto, per la prima volta, le elezioni per il governo della città), invertiva, con “l’Antimafia dei fatti”, la tendenza delle amministrazioni precedenti a tenere bassa la guardia, rispetto alle infiltrazioni mafiose”.

Il senatore della Repubblica Italiana, dunque, contesta e mette in evidenza che “il Movimento politico “Città Aperta”, in una nota pubblicata nel gennaio 2012, rivendicava il merito d’aver presentato gli esposti alla Prefettura di Messina e alla Procura della Repubblica affinché “fosse fatta chiarezza” sull’approvazione del piano regolatore particolareggiato (PRP) in contrada Siena”.

Insomma, chiedere chiarezza, chiedere controlli, è per il senatore Nania una cosa da tacere, da non rivendicare. Una colpa. Indicata chiaramente e pericolosamente a mezzo interrogazione parlamentare.

 

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