ECCO “LA SQUADRA” : PAROLA AGLI ASSESSORI SCELTI DALLA NEO-SINDACO DI BARCELLONA PG

 

Nonostante le deleghe non siano state assegnate il centrosinistra dimostra di avere le idee chiare sulle personalità per gli assessorati. Così ci è stato già fornito un possibile prospetto perché uno degli slogan della coalizione di Maria Teresa Collica  parla di “basarsi sulle competenze”. Il primo nome è quello di Roberto Iraci, geologo ed esperto proprio nella rilevazione e nell’attenuazione dei rischi. Poi come non pensare all’economia ed allo sviluppo? Ed allora chi meglio, secondo la candidata a sindaco, di un consulente finanziario laureato in Giurisprudenza ma da sempre nel ramo economico? Diritto ed impresa, l’accoppiata vista come possibile via di uscita dalla crisi globale, e Cosimo Recupero è dato come perfetto nel ruolo. E giù fino ad elencarli tutti: la Prof. Panella che insegna Diritto Internazionale all’Università di Messina potrebbe essere la figura chiave per intercettare tutte quelle offerte di fondi che spesso vengono destinati al nostro paese e che soprattutto la Regione Sicilia si lascia sfuggire; Raffaella Campo, Docente di Lettere con anni di esperienza in uno dei settori più delicati, l’Istruzione; Giuseppe Saija, medico di base che accanto all’esercizio delle professione ha accostato quella di cittadino impegnato a difendere i diritti di un ospedale barcellonese “defraudato” di molti reparti. Ed infine un Bongiovanni David avvocato penalista esperto in contese. Li abbiamo intervistati e queste sono le proposte ed i progetti di cui si fanno portatori.

Roberto Iraci, geologo. Allora ci parli di lei e di ciò che ha in mente per il futuro della città

“Cominciamo col dire che all’Assessore all’Ambiente spetteranno importanti mansioni: alla sua supervisione sarà legata non soltanto la tutela del territorio e la prevenzione dei disagi, catastrofici e non, ma l’individuazione delle aree da coltivare e quindi, con l’ausilio all’assessorato per la finanza, la gestione del patrimonio agricolo.

Proprio pochi giorni fa siamo stati in riunione con alcune associazioni di categoria, e ciò che ne è risultato è che l’agricoltura è quasi morta perché la gran parte del prodotto non ha potere di vendita.

Ciò va risolto con la creazione di quel “mercato del contadino” che da tempo si auspica e per il quale vi sono già 15 mila € stanziati al comune potendone ottenere altrettanti presentando in tempo il completamento di un progetto iniziato tempo fa ed al momento fermo. Il mercato permetterà agli stessi agricoltori di vendere i propri prodotti a prezzi convenienti e la situazione migliorerebbe destinando un’area alla CIA, la Confederazione Italiana Agricoltura.

Un altro intervento dovrà essere la pescheria: è impossibile che la città non abbia una rivendita di pesce costringendo i suoi cittadini a spostarsi a Milazzo per comprarlo. La pescheria era un esercizio storico di Barcellona e bisognerà ricrearla.

Per il dissesto idrogeologico, che essendo geologo mi riguarda da vicino, posso dire che la situazione è delicata ma sarebbe stata ancora più drammatica senza la Guardia Forestale che negli anni ha tutelato il patrimonio boschivo e garantito un controllo costante della sua stabilità. Che vi fosse il rischio di frana lo si è saputo anche grazie a loro e ad un monitoraggio fatto dai geologi appunto. Sarebbe davvero indispensabile una migliore collaborazione tra la GF ed il Comune, rimboschendo le zone rovinate dalla deforestazione selvaggia ed arginando le aree di rischio.

La vera emergenza cittadina è invece, a mio avviso, la criticità idraulica che interessa buona parte del tessuto urbano ed in particolare il centro così duramente colpito dall’alluvione. Per emergenza idraulica intendo la chiusura di importanti vie di scolo, le Saie sono solo un esempio; la restrizione del torrente lì dove c’è il ponte coperto è un altro punto da trattare, ma soprattutto penso all’impermeabilizzazione senza criterio che si è fatta nelle costruzioni di nuovi quartieri periferici dove prima c’era terreno incolto e foresta. Mi spiego: quando si costruisce una nuova area la prima cosa che si fa è impermeabilizzarla: le strade, i marciapiedi, ma anche le aree dei giardini interni alle ville non permettono più in certi punti la filtrazione delle acque piovane. Acque che poi finiscono per stagnare in superficie causando disagi sempre più gravi perché i declivi naturali le fanno convergere verso il centro. Per evitare questo è necessario costruire un sistema di canali di scolo che convoglino questa massa d’acqua e la portino ugualmente allo smaltimento. Smaltimento che dovrebbe essere diversificato per tipologia: acque bianche da un lato e quelle nere verso i depuratori. Allo stato attuale entrambe vanno a finire nel depuratore e quindi in mare, col risultato che le aree che prima venivano irrigate naturalmente hanno bisogno paradossalmente di acqua cittadina – che costa e dovrebbe essere usata più a scopo alimentare ed igienico – per essere mantenute. In pratica bisogna restituire l’acqua piovana all’eco-sistema.

Per la spazzatura, il metodo porta a porta ci è stato contestato perché costoso ma non è vero. Tutti i comuni che hanno convertito la raccolta nel porta a porta hanno avuto una riduzione e non un aumento della bolletta, per un motivo semplicissimo: una fetta della spesa che va ad incidere sui cittadini è la percentuale di deposito che spetta alla discarica che di certo non prende i rifiuti gratis. Più sono le tonnellate, maggiore è il costo. Differenziando, il peso e la massa dei rifiuti diminuirebbe drasticamente così da abbattere, questo il traguardo che ci siamo prefissati, l’80% della spesa di gestione nel giro di un’ amministrazione. L’unico costo importante verrebbe dal trasporto nelle sedi di smaltimento, e per questo sarebbe invece auspicabile creare qui delle aziende specifiche: si tratterebbe di un investimento iniziale che poi verrebbe recuperato perché dalle lavorazioni si ricaverebbero materie prime da vendere a chi ne ha bisogno. Ed una simile opportunità porterebbe anche lavoro.

Per un profilo professionale del Dott. Iraci collegarsi al link http://pinobalotta.it/?p=454.

Dott. Recupero, i suoi progetti se fosse nominato assessore

Ho 41 anni e sono consulente finanziario da parecchio tempo. Ho lavorato inizialmente per il gruppo Monte Paschi di Siena e poi mi sono dedicato alla mediazione creditizia. Insegno all’Università della III età qui a Barcellona, occupandomi di Finanza ed Economia. Sono laureato in Giurisprudenza; ciononostante la mia tesi è stata in Economia perché mano a mano che proseguivo nell’iter accademico mi rendevo conto di come questa fosse la mia vera passione. Ciò mi permette di conoscere sia la finanza che il diritto che v’è dietro. Recentemente ho partecipato alle primarie del  centrosinistra, sfida vinta da Maria Teresa Collica che mi ha chiesto di continuare ad accompagnarla in questa campagna perché, cosa che tengo particolarmente a dire, siamo una squadra dove si guarda alle competenze nei vari settori e non ad una competizione cieca.

Ne sono stato onorato e posso aggiungere con fare sincero che i partiti hanno contato molto poco nella scelta d’ognuno di noi. Per i progetti premetto che ve ne sono parecchi, perché la città ha bisogno di cambiare. E si tratta di progetti, tanto per rispondere alla controparte, che non sono esosi ma semplicemente vanno a ricercare quella organizzazione e quell’ordine che sono alla base di una vita economica sana: innanzitutto voglio partire da un censimento della disoccupazione. Perché, cosa grave ma che riguarda un po’ tutto il territorio italiano, non esiste un registro pubblico che presenti effettivamente i disoccupati e le loro competenze specifiche. Vi sono documentazioni relative ai vari uffici di impiego certo, ma sono meno fruibili di quanto serva. Io penso piuttosto ad uno spazio telematico in cui raccogliere tutti i nomi e le competenze, permettendo una ricerca veloce a chi volesse reperire figure specifiche come a chi, volendo usare questo database come spunto per idee nuove, volesse mettersi in gioco per nuove imprese con l’aiuto di altri. “Associazioni di forze” insomma. 

Indispensabili a questo punto delle Smart Cities, e per ciò mi è stato offerto l’aiuto di un amico di Roma che se ne occupa. Si tratta di spazi non soltanto virtuali ma anche fisici dove collocare degli sportelli di informazioni ma anche di contatto diretto tra il cittadino e l’amministrazione, per investire in relazioni sia Business to Business che Business to Consumer. Mettere in relazione persone e quindi idee è sempre stato  il primo passo verso lo sviluppo.

Avv. David Dongiovanni, e di lei cosa ci dice?

Sono in politica da quando ero ragazzo: a sedici anni mi iscrissi alla Giovanile Socialista ed anni dopo nei DS. L’unica mia candidatura risale al 2008, per il consiglio provinciale, e sono sempre stato in opposizione alla giunta Nania. Tra le varie battaglie intraprese negli anni v’è quella condotta a fianco dei Dott. Saija e Pantano per la questione delle chiusure dei reparti del Cutroni Zodda, confluendo nel PD quando i DS si sono sciolti.

La mia figura professionale è quella di avvocato penalista e questo mi porta ad avere esperienza nelle contese. Un fattore che potrebbe portare ad un taglio degli sprechi inerenti quel tanto auspicato alleggerimento della burocrazia che spesso si va ad ammassare proprio nelle contese irrisolte tra il comune ed enti e soggetti vari. Voglio dire: spesso vi sono delle dispute che finiscono di fronte ad una corte per nulla quando invece si sarebbe potuto giungere ad un accordo.  I processi vanno per le lunghe e costano, quindi se, quando si può, si trova il modo di velocizzare le questioni irrisolte, trovando una soluzione valida per tutte le parti, non vi può che essere un beneficio bipartisan.

Dott. Saija intanto una breve biografia politica.

Sono sempre stato interessato all’andamento della città ed alla sua vita politica e non. Oggi faccio parte del SEL ma già nel 1994 mi si poteva vedere impegnato come candidato del PdS per il consiglio comunale. Fui il più votato del gruppo. Di lì entrai nei DS e nel 2001, pur essendo stato designato assessore, decisi di restare consigliere comunale. Sono stato inoltre, proprio qui a Barcellona, l’ultimo segretario dei DS.

Passiamo ad una situazione che in passato l’ha vista molto impegnato: l’ospedale Cutroni Zodda. Dal suo punto di vista qual è la situazione e soprattutto cosa pensa di poter fare? Soprattutto si può fare qualcosa?

La situazione odierna, preoccupante, è un retaggio degli anni passati. Già nel 1994 si profilava una carenza di fondi ma non ci si immaginava di arrivare a questo punto. Si era fatta proprio in quel periodo una proposta valida che avrebbe, invece, evitato simili problemi: un vero e proprio polo integrato tra i due centri di Barcellona e Milazzo. Per intenderci: dividere i compiti ed i reparti tra qui e la città vicina, organizzandoli in modo tale che si completassero a vicenda. L’allora Direttore generale aveva infatti proposto che qui a Barcellona si facesse il Polo Medico e che Milazzo diventasse un importante e iper-specializzato polo chirurgico. Questo avrebbe comportato tutti i reparti di medicina e patologia qui a Barcellona, reparti che ad oggi invece o non sono mai esistiti o non esistono più: Punto Nascita, Pediatria e Materno infantili, Pneumatologia, Cardiologia, Nefrologia … Mentre Milazzo sarebbe diventato il centro più vicino per i casi gravi da operare, con esperti in tutti quegli stessi settori che qui avremmo avuto a livello di cura e monitoraggio. Ci saremmo divisi i compiti e si sarebbe ben coperto il territorio: un paziente da operare d’urgenza sarebbe stato trasportato a Milazzo e non a Messina ad esempio. Questa la proposta che si prese in considerazione sin quando quel direttore rimase in carica. Poi accadde contemporaneamente che questi andò via e che salì il centrodestra un po’ in tutta la Sicilia. Ci si aspettava la realizzazione del progetto da parte di questa nuova forza politica perché, dopotutto, si trattava di un qualcosa che va altre la politica: la salute pubblica. Invece non se ne parlò più.

Così passò il tempo e quando la Regione presentò il piano di rientro della spesa sanitaria ecco che Barcellona era impreparata. Con la realizzazione di quel progetto saremmo rientrati tranquillamente; invece la situazione che si presentò fu la presenza di  tanti, troppi, ospedali a poca distanza tra loro e con reparti e funzioni simili. Così si tagliarono alcuni servizi qui ed altri lì ed il Cutroni Zodda fu quello che ne risentì maggiormente.

Allo stato attuale mancano  molte competenze, il polo medico che a quel tempo esisteva è stato letteralmente smontato e molti servizi come il Centro Materno Infantile sono stati spostati a Milazzo. Questo smantellamento inoltre non si è arrestato ma è ancora in corso: nel 2013, se non si trova un accordo, anche il Punto Nascite verrà chiuso e le gestanti dovranno partorire a Milazzo con la speranza di arrivarci date le strade spesso bloccate. Per concludere mi prefisso un intervento immediato almeno per arginare quel poco che è rimasto e recuperare il possibile.

Inoltre un mio sogno, che a quanto pare è anche del Dott. Marte, sarebbe l’apertura di un Polo Oncologico. E’ una cosa che manca non tanto a Barcellona quanto, addirittura, in tutta l’area tirrenica con forti disagi per i malati,che sono molti in una zona ad altissima incidenza tumorale per le fabbriche e la raffineria milanese; questi pazienti si vedono costretti ad affrontare, di conseguenza, oltre la paura il disagio d’una convalescenza costosa a Taormina o a Milano, lontani dai parenti. Sarebbe un servizio preziosissimo.

Dott. Panella lei è docente di Diritto Internazionale all’università di Messina e la sua è presentata come una figura chiave della “squadra Collica.”. Lei può aiutare a migliorare la relazione tra Barcellona e le altre realtà, nazionali e non, giusto?

Sì la proposta che mi è stata fatta è proprio questa ed è un’opportunità che vorrei poter cogliere e per questo ringrazio Maria Teresa che mi ha permesso di starle accanto in quest’avventura. Barcellona ha voglia di cambiare e farsi conoscere per le cose belle che possiede migliorando ciò che non va. Spero davvero di poter aprire Barcellona all’Europa perché se lo merita.

Professoressa Campo lei invece insegna Lettere e la sua esperienza la fa immaginare assessore di un settore delicato qui a Barcellona: la Pubblica Istruzione. Cosa pensa riguardo la situazione scolastica ed educativa barcellonese?

C’ è molto da fare: la città ha molti istituti in precarie condizioni strutturali, e soprattutto v’è il problema degli affitti. Impossibile che dei licei siano collocati in edifici non costruiti a tal fine e molto costosi. Ognuno di noi darà un contributo per far rinascere questa città e bisognerà intervenire affinché tutte le realtà vengano valorizzate, partendo dalle periferie che sono in condizioni più delicate. Ci sono tante situazioni che vanno riviste come quella di Destra Longano e Nasari e ciò che posso dire è che ce la metteremo tutta.

Lei è molto giovane così come la stessa Maria Teresa Collica e buona parte del corpo assessori. E’ una risposta alla tendenza italiana di avere una classe dirigente sempre più anziana?

Io non credo sia una questione di giovani o vecchi, entrambe le categorie possono dare molto in maniera diversa perché caratterizzate da esperienze ed idee differenti che vanno integrate fra loro. Piuttosto siamo di fronte ad un nuovo modo di fare politica, con un movimento, per lo più giovanile è vero, che viene dal basso e si mostra mosso, soprattutto, da tanta voglia di riscatto. (CARMEN MERLINO)

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