FERROVIE E SQUALI : I TRASPORTI NEL PRECIPIZIO DELLA POLITICA

 

Se le Ferrovie non fossero lo strumento del finanziamento occulto di politici e di affaristi vari i trasporti in Italia sarebbero degni di un paese civile. Viene quindi da piangere quando leggiamo che tale deputato o tale senatore si stia interessando alla sorte dei lavoratori licenziati o licenziandi. Mentre i politicanti si affrettano a fare pubblicare note ridicole sulle prospettive possibili di reinserimento al lavoro, l’amministratore delegato delle Ferrovie dichiara che “nel 2013 sarà tagliato il trasporto regionale per mancanza di soldi in bilancio”. Come se del buco delle Ferrovie non fosse responsabile proprio Mauro Moretti il potentissimo capo delle FS. Da sempre, quindi anche prima di Moretti, le Ferrovie si sono distinte per politiche dissennate, per investimenti sbagliati, per scelte strategiche discutibili ( vedi la partecipazione all’operazione Ponte sullo Stretto) per distrazione di risorse. Qualcuno forse ricorda ancora lo scandalo delle “lenzuola d’oro” , gli appalti e subappalti a uomini della mafia ( Alfano in Sicilia per esempio), lo scandalo del traghettamento nello Stretto regalato ai privati con i relativi ricavi stratosferici.

Ecco di questo avrebbero dovuto occuparsi i sindacati di ieri e di oggi invece di ricavarsi quote rilevanti di favori. Di questo si sarebbero dovuti occupare i deputati regionali ( che non hanno neppure saputo realizzare il Piano regionale dei Trasporti) o i parlamentari nazionali che magari favoriscono autolinee private di amici e parenti. Una vera vertenza dovrebbe essere proprio quella sui trasporti in Sicilia ma anche nel paese. Il futuro è quello della Frecciarossa o dei nuovi treni dei privati che veramente emargineranno ancora di più il Sud e la Sicilia. Ma una vertenza non può però essere gestita da chi ha creato questo stato di cose. Politici incapaci e corrotti per esempio.

Se invece di autocandidarsi a questa o quella poltrona qualcuno si impegnasse a costruire ed elaborare strategie di cambiamento già sarebbe tanto. Che fine ha fatto l’istituenda Autorità dei trasporti che doveva vedere la luce il 31 maggio? Scomparsa tra le carte e i cassetti proprio per favorire Moretti ed altri squali nel tentativo di scalata al settore dei trasporti urbani. Il nuovo affare è infatti quello dei trasporti cittadini dove la torta da spartire è grande.

A Messina ATM, Metromare, collegamenti con le isole minori sono voci che fanno venire in mente qualcosa o qualcuno? I monopolisti dello Stretto sono già pronti mentre i poveri lavoratori licenziati giacciono impotenti sul campanile. (SARO VISICARO)

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