POLITICI E IMPRENDITORI DELLO STRETTO: LA MISTIFICAZIONE DELLO SCONTRO

 

Qualcuno vorrebbe fare credere ai cittadini che, in questo momento, vi sia in atto uno scontro a Messina tra la “politica” e le “forze economiche”. Una bella impresa certo quella di creare l’illusione che esistano due soggetti omogenei e definibili oggettivamente : il politico e l’ imprenditore. E altrettanto complicato il sostenere poi che, ipoteticamente, i due soggetti siano in lotta tra loro. Perchè poi? Per cosa? Insomma una sorta di guerra tra guelfi e ghibellini senza definire i motivi veri del contrasto. Tutti sappiamo bene che la realtà non è questa. Oseremmo dire: magari fosse così, almeno un pò di chiarezza.

Quindi perchè questa sorta di mistificazione dello scontro? Perchè mostrare uno scenario che non c’è?

Proviamo a leggere i fatti. Il primo atto sarebbe rappresentato dalla non partecipazione della “politica” all’assemblea di Confindustria. Con qualche disubbidienza. La cosa, sinceramente, sarebbe passata inosservata non fosse altro per la ritualità di un appuntamento periodico non particolarmente esaltante dal punto di vista della progettualità e dell’innovazione. Una scontata ridistribuzione di incarichi all’interno di un organismo già abbastanza sclerotizzato. La cronaca giornalistica esaltò il fatto come una sorta di provocazione. Non è facile immaginare però che un Buzzanca o un Genovese si siano improvvisamente coalizzati contro Morgante ( Gazzetta del Sud) o contro Blandina ( gruppo Franza). Anche qui l’interrogativo: per cosa? Una domanda senza risposta.

Secondo atto. Scoglio, l’assessore vicinissimo al gruppo Franza e, quindi, alla parte industriale, organizza l’ennesimo appuntamento mediatico battezzato “Patto per lo Sviluppo”. Sindacati e imprenditori disertano. I conti non tornano. Mai e poi mai Blandina e company si scontrerebbero per osteggiare i progetti di Scoglio che poi sono i progetti del gruppo Franza. Le mani sul waterfront, su Maregrosso “liberato” e sulla Real Cittadella ci sono già. Abbondantemente. Ed ecco inserirsi l’offensiva del pidiellino Beninati e del dirigente dell’autorità portuale Francesco Di Sarcina contro l’Ente Porto e contro il presidente Rosario Madaudo (probabilmente era la loro manina a scrivere quell’email, pubblicata dal Corriere della Sera e diretta al governo, che denunziava l’inutilità dell’Ente Porto).Proprio loro, Beninati e Di Sarcina, che da anni non muovono neppure l’alluce per denunziare lo scandalo dell’approdo di Tremestieri, insabbiato e inutilizzato, con grande gioia dei traghettatori della Rada S. Francesco.

Molto fumo, quindi, per confondere le idee e molto arrosto pronto a sparire dalla tavola. La tavola è la spartizione della Città in prospettiva dei prossimi assetti elettorali. Presidenza della Regione, sindaco di Messina, presidenza della Provincia, poltrone parlamentari nazionali e regionali e a cascata tutti i sottogoverni. Un potere enorme, colossale. Una spartizione, in termini di potere e di affari, neppure immaginabile plasticamente per i cittadini.

Le mosse e le contromosse sono in atto da settimane. Cambiano ora per ora le strategie. Sembrava che un quadro si fosse ricomposto: il centro sinistra di Genovese e del PD siciliano con l’UDC di Casini e D’Alia. Le candidature di Fava e Crocetta hanno invece sconvolto temporaneamente le cose. Se ognuno avrà un futuro assicurato la scena si riassetterà. I posti di vice conteranno molto. Dalle parti di Nania, Germanà, Garofalo similitudini con l’altro schieramento, con tante, troppe, caselle da riempire. Nel mezzo Lombardo, Andò, Picciolo, Fortunato Romano e tutti i miliziani più o meno disarmati.

 In questo quadro quello che potrebbe interessare è il patto che le forze politiche potranno stringere con gli imprenditori e i loro interessi. Da sempre le campagne elettorali vengono finanziate dagli imprenditori. E’ lo scambio perverso, e poco valutato, che assieme al voto di scambio con la criminalità muove tutta la politica (sporca).

Una lettura potrebbe essere questa. Il protagonismo ( mediatico) di Scoglio e dei “suoi” progetti potrebbe accompagnarlo alla poltrona di sindaco. Un patto indissolubile tra il potere economico dei Franza e lo schieramento che fa riferimento a Nania da un lato e al socio Genovese dall’altro.

Siamo al teorema siciliano della sovrapposizione di “verità e travisamento”. In questo caso D’Alia, Lombardo e Andò, e la componente di Garofalo e Beninati si troverebbero a fare un passo indietro. Che non sia questo il motivo che spinge i due berlusconiani di ferro a perorare con tanto accanimento la sparizione dell’Ente Porto che tanto fastidio procura ai progetti dei traghettatori?

Se così fosse lo scontro vero in atto sarebbe questo e non quello figurato tra politici e imprenditori.

Le speranze per un futuro di qualità che seppellisca il futuro di quantità ( di sprechi, corruzione, etc.) ovviamente si allontanano. (SARO VISICARO)

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