SERIE A, IL PUNTO: CARBONE A PROFUSIONE, CAVANI DA DIABETE

 

Epifania decisamente a due volti per le grandi del massimo campionato nell’ultima giornata del girone d’andata, in cui quasi ovunque sono stati decisivi i secondi 45 minuti di gioco. Tonnellate di carbone riversate su Juventus, Inter, Roma e Fiorentina . Gustosi dolcetti per Lazio, Milan e soprattutto per lo stratosferico Edinson Cavani, che con una tripletta ha condotto il suo Napoli al trionfo sui malcapitati giallorossi nel posticipo del San Paolo.

Iniziando proprio dal derby del sud, Mazzarri nella calza della Befana ha trovato ciò che vivamente si augurava: un Matador formato big match e abile, come sempre, nel segnare in tutte le maniere. Di destro il primo, sfruttando un buco dei due centrali capitolini, di sinistro il raddoppio poco dopo il rientro dagli spogliatoi, di testa il 3-0 che ha chiuso di fatto i giochi; le reti nel finale di Osvaldo e Maggio tutto burro per gli almanacchi.

Probabilmente un aggettivo che qualifichi esaustivamente Cavani non è ancora stato coniato dai linguisti del Bel Paese. Il suo essere centravanti a tutto campo -mortifero come un cecchino ma coi polmoni di un terzino- esalta ma paradossalmente non fa dormire sonni tranquilli ai napoletani, perfettamente consci del fatto che, prima o poi, il fax con la contabile del bonifico da 63 milioni di euro (pari all’ammontare della sua clausola rescissoria) arriverà a Castel Volturno.

Carbone a iosa per Zdenek Zeman e per Franco Baldini che lo ha scelto, dopo aver già toppato Luis Enrique. Gli americani vogliono fare le cose in grande, e le firme per la costruzione dello stadio di proprietà a Tor di Valle lo dimostrano, ma per l’allenatore boemo il termine “scudetto” resterà sempre un’utopia: gli esteti e gli scommettitori da “over” saranno sempre dalla sua, i tifosi della Roma verosimilmente già non lo sono più.

Proseguiamo con la più grande sorpresa della domenica, maturata allo Juventus Stadium dove un’ottima Sampdoria, schierata sapientemente a specchio da Delio Rossi e seppur ridotta in 10 uomini dalla mezzora del primo tempo, ha centrato il bersaglio grosso ribaltando nella ripresa lo svantaggio iniziale, firmato da Giovinco dal dischetto, grazie alla pregevole doppietta dell’ex canterano del Barcelona,Mauro Icardi. I bianconeri avrebbero potuto recriminare per l’abbaglio arbitrale in occasione della mancata concessione di un altro rigore sull’ 1-0 (con annessa espulsione che avrebbe lasciato i blucerchiati in 9), ma dalle dichiarazioni del dopo partita è semplicemente emerso il forte rammarico per aver gettato alle ortiche 3 punti che, in vantaggio di un gol e di un uomo, andavano messi in cassaforte senza “se” e senza “ma”. A guadagnarne è la spettacolarità dell’intero campionato: con la Lazio adesso a 5 punti dalla capolista, il girone di ritorno potrebbe essere molto più interessante.

Clamorosa sconfitta casalinga anche per la Fiorentina, costretta a cedere il passo ad un Pescara sempre più rinvigorito dalla cura Bergodi. 2-0 il risultato finale appannaggio degli abruzzesi, bravi nel primo tempo a reggere l’urto viola grazie ad uno strepitoso Perin e cinici poi, nella seconda frazione di gioco, nel piazzare il letale uno – due con Jonathas e Celik. Da rimarcare gli applausi dell’ Artemio Franchi al fischio finale, a certificare comunque la bontà del progetto Della Valle-Montella, impreziosito in settimana dal colpaccio (ginocchio permettendo) del rimpatrio di Giuseppe Rossi.

Sempre in tema di “cattivi” da carbone, pesantissimo tonfo esterno dell’ Inter, caduta al Friuli nel secondo tempo sotto i colpi di un Di Natale in gran spolvero, la cui doppietta è stata intramezzata dalla prima rete stagionale del colombiano Muriel. Pesa sulla coscienza dei nerazzurri il clamoroso errore a porta vuota di Jonathan, mentre lasciano il tempo che trovano i borbottii (nonostante l’eloquente 3-0) a fine gara di Andrea Stramaccioni circa il presunto rigore negato a Palacio sullo 0-0, per un fallo che le moviole hanno poi sancito essere fuori area e con lo stesso attaccante argentino in posizione di fuorigioco non ravvisata dagli assistenti.

Sorrisi e dolcettiinvece sull’altra sponda del Naviglio, dove il Milan –salutato Alexandre Pato tornato in Brasile- a San Siro ha avuto la meglio sul Siena per effetto delle reti nella ripresa di Bojan e Pazzini, prima del gol della bandiera siglato da Paolucci per la squadra del Palio; e del Tevere, grazie al 2-1 della Lazio sul Cagliari nell’anticipo del sabato sera. Con questo successo i biancocelesti, anch’essi accomiatatisi in settimana da un ex pezzo da novanta come Tommaso Rocchi, hanno consolidato il secondo posto e guadagnato tre punti su Inter e Fiorentina, a loro volta scavalcate dal Napoli in terza posizione.

Titoli di coda per le altre gare di questo diciannovesimo turno, in cui hanno brindato al nuovo anno tra le mura amiche Parma (2-1 al Palermo), Genoa (2-0 ai danni del Bologna) e Chievo, vittorioso col minimo scarto al Bentegodi sull’Atalanta.

L’unico pareggio della giornata si è registrato nel primo anticipo del sabato al Massimino di Catania, dove gli etnei, opposti al Torino, hanno chiuso sul risultato ad occhiali una gara fortemente condizionata dall’espulsione di Lodi prima e dal rigore sbagliato da Bergessio poi. (JODY COLLETTI)

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