SERIE A, IL PUNTO: JUVE INDENNE AL SAN PAOLO, INTER “CLAMOROSA AL CIBALI”

 

La ventisettesima giornata di Serie A potrebbe rivelarsi davvero decisiva nell’economia del campionato. In vetta e in coda gli assetti sembrerebbero, infatti, aver raggiunto un sufficiente grado di stabilità, anche se in questi casi il condizionale è d’obbligo: con ben 33 punti in ballo, nelle 11 partite che mancano alla fine della stagione, può succedere di tutto. 
Ad ogni modo, il clou del weekend calcistico era ovviamente rappresentato da Napoli-Juventus, andata in scena venerdì sera ai piedi del Vesuvio. Quasi 200 paesi collegati per “la” partita dell’annata, seconda contro prima, separate da sei punti: in palio una bella fetta di scudetto. Risultato? Gap immutato al triplice fischio di Rizzoli, giunto al termine di una partita maschia, conclusasi con un pareggio per 1-1 che sorride alla Juve e intacca, parecchio, le velleità tricolori degli azzurri. Per quanto visto sul campo, c’è poco da obiettare. Prima frazione di evidente marca bianconera, contraddistinta dal gol di Chiellini, dall’odiosa gomitata di Cavani e dal fulmine di Inler valso il pareggio. E dalla clamorosa occasione di Mirko Vucinic che, se non si fosse fatto ipnotizzare sullo 0-1 da De Sanctis, avrebbe probabilmente stampigliato la scritta “Game Over” in calce alla classifica. Nella ripresa, il marchiano errore di Dzemaili ha poi fatto il paio con quello del montenegrino della Juve, ma il ruggito -in verità spesso silenzioso, concedeteci l’ossimoro- del San Paolo non é bastato agli azzurri per ribaltare il risultato. Come ormai sempre più spesso accade, le note dolenti sono però arrivate, oltre che da un esagitato pre partita, dagli spogliatoi. Già la settimana scorsa ci si era già soffermati sul tenore delle dichiarazioni di Mazzarri, beh repetita iuvant: qualcuno comunichi all’obiettivo Walter che, anche al 91′, é un rinomato allenatore e non un avvinazzato tifoso da Bar Sport. Le stesse facce dei prestigiosi addetti ai lavori, al cospetto dei suoi vaneggiamenti nel dopo partita, erano più che eloquenti.
Proseguendo lo screening capovolgendo la classifica, in coda sembra essere tutto deciso. A Siena, Pescara e Palermo, sostanzialmente ferme al palo e relegate in ultima posizione a quota 21 punti, é rimasto soltanto il Genoa nel mirino, 5 lunghezze più su. Già il Chievo, assestato a 29 punti in sedicesima posizione, ad oggi non sembra essere alla portata delle derelitte inseguitrici, che in tre hanno cambiato complessivamente nove volte guida tecnica -l’ultimo a saltare è stato ieri l’ “abruzzese” Bergodi– senza riuscire a cavare, comunque, il classico ragno dal buco. 
Venendo adesso all’impresa della domenica pomeriggio, i tifosi di Catania e Inter difficilmente dimenticheranno questo 2-3. Che avrebbe potuto tranquillamente essere un 3-0 già al termine del primo tempo. Il bello del calcio sta proprio qui peró: al 45′ in pochi avrebbero scommesso qualcosa sulla vittoria dei nerazzurri, rientrati negli spogliatoi sotto di 2 gol e in piena confusione. Ma se l’avessero fatto, avrebbero vinto un pacco di soldi, grazie alla svolta argentina griffata Alvarez e Palacio, match-winner con una doppietta che pesa tantissimo in chiave terzo posto. Postilla doverosa su Cassano, oggi in punizione dopo la nota lite con Stramaccioni.

Roma, Real Madrid, Sampdoria, Milan e adesso Inter: l’elenco è sin troppo ingombrante, vien da chiedersi se mai Fantantonio giocherà in un club in cui riuscirà a non farsi dare dell’…incorreggibile. Lupin è avvisato, per i “diritti” sull’aggettivo sarà battaglia. 

A differenza delle sopracitate lotte scudetto e salvezza, la corsa al terzo posto si fa più affascinante che mai. Con la vittoria di sabato sera nello spareggio contro la Lazio, il Milan -portandosi a 48 punti- si é insediato nell’ultima piazza utile per partecipare, almeno dalla porta secondaria, alla prossima Champions League. Sugli scudi uno strepitoso Giampaolo Pazzini, vice Balotelli d’occasione che con due reti e mezza (evidente il suo zampino sul gol di Boateng) é stato l’indiscusso protagonista della sfida di San Siro.
Un gradino più giù, a quota 47, troviamo Lazio e Inter. Fiorentina e Roma, entrambe vittoriose a spese di Chievo e Genoa, completano con -rispettivamente- 45 e 43 punti all’attivo, il roster delle attuali iscritte ad una corsa che si preannuncia avvincente fino all’ultima curva. I viola hanno superato, con un rocambolesco 2-1, il Chievo nonostante la giornata poco felice dei due funamboli dell’est, Jovetic e Ljajic.

Mentre, a proposito di Roma, ineludibile appare l’omaggio a Francesco Totti, che con il penalty di ieri sera ha raggiunto il mitico Nordhal: con 225 reti ciascuno, sono appaiati al secondo posto della speciale graduatoria riguardante i marcatori di tutti i tempi in Serie A. Come già per Cassano-che litigò anche con lui chiaramente eh!- per il Pupone son quasi finiti gli aggettivi. Ma stavolta non servono i puntini di sospensione, Totti é immenso. 
Per quanto riguarda le altre partite, si è già fatto indiretto riferimento agli importanti successi esterni di Atalanta e Udinese, rispettivamente ai danni di Siena e Pescara, così come allo scialbo pareggio a reti bianche tra Torino e Palermo, per un punto che serve solo ai granata. Mentre profumano di salvezza già acquisita i tre punti messi in cassaforte da Bologna (3-0 ai danni del Cagliari) e Sampdoria, vittoriosa di misura a Marassi contro un Parma sempre più in crisi. (JODY COLLETTI)

 

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