IL TURISMO MEDICO-DENTISTICO, UNA PRATICA CHE COSTA PIU’ DI QUANTO SEMBRI.

 

C’è una tendenza che cresce spaventosamente e si chiama turismo medico. A lanciare l’allarme è il dottor Roberto Franceschetti, presidente dell’ANDI, Associazione Nazionale Dentisti Italiani, dato che sono proprio le cure dentistiche quelle più gettonate da chi espatria per risparmiare sulle cure. La ricetta è un mix di disinformazione e specchietti per le allodole: tra voli low cost, capitali europee di Paesi dell’est che diventando all’improvviso paradisi per la grande offerta turistica e culturale ed i prezzi bassi, molti dentisti di Albania, Serbia, Polonia, ma anche di Paesi più lontani ma sempre più facili da raggiungere, come Marocco, Brasile e India, ne approfittano per offrire ai visitatori stranieri prezzi stracciati.

Bisogna ovviamente valutare l’aspetto socio-economico di questa recente moda che si unisce a una nuova pratica anch’essa in crescita, l’acquisto di coupon su siti di flash deals come Groupalia e Groupon dove vengono proposte/offerte cure mediche, sbiancamento dentale fino agli interventi di chirurgia a prezzi scontati. Chi accede a questo tipo di cure ovviamente lo fa per esigenze economiche legate sia ai vantaggi del cambio della valuta locale sia al minore costo della vita del Paese.

A volte i prezzi ridotti possono nascondere condizioni sanitarie al di sotto della norma e rappresentano quindi vere trappole per turisti che nel migliore dei casi possono trovarsi poi a pagare tariffe extra o a vedersi consigliati (e praticati in loco) trattamenti non necessari.

In altri casi invece si può finire nelle mani di medici non autorizzati, poco competenti o che agiscono in condizioni peggiori in cui opererebbe un dentista medio in Italia. Nel nostro Paese infatti a fronte dei pagamenti di prezzi più elevati c’è molto più controllo e la possibilità di verificare il percorso del medico in questione che come sappiamo, è stato un lungo cammino di esami universitari e tirocinii.

La qualità dei dentisti italiani è riconosciuta internazionalmente e l’intero settore da lavoro a più di 200.000 persone tra dentisti, ortodontisti, igienisti dentali, assistenti, infermieri e dipendenti di strutture e studi professionali. Una fetta di mercato che genera cifre interessanti sulle quali professionisti di altri Paesi vogliono mettere le mani. L’Ungheria per esempio già dai tempi dell’Unione Sovietica era meta di turismo medico-dentistico e ad oggi l’indotto per questo paese è di 250 milioni di euro l’anno, cifre da capogiro che dovrebbero farci pensare due volte prima di partire.

Il luogo comune del costo della vita più basso infatti non basta a spiegare come un presunto buon dentista di alta qualità possa permettersi di offrire tariffe così basse: non è certo vero che con gli stessi soldi che si spendono in Italia si può avere in un Paese più “povero” un dentista eccellente. 

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