CARCERE DI GAZZI: TELEFONINO NASCOSTO IN UNA CULLA

 

Un telefono cellulare e’ stato trovato in una culla del settore nido della sezione femminile del carcere di Messina da agenti della polizia penitenziaria. La perquisizione e’ stata eseguita dopo la scoperta di una sim in un pacco nel settore colloqui. Lo rende noto il sindacato di polizia penitenziaria Sappe che ritiene ”indispensabili interventi immediati, compresa la possibilita’ di ‘schermare’ gli istituti penitenziari”.

“Quanto avvenuto ci impone di tornare a chiedere al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria interventi concreti. Come, ad esempio, la dotazione ai Reparti di Polizia Penitenziaria di adeguata strumentazione tecnologica per contrastare l’indebito uso di telefoni cellulari o altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani”. Lo ha dichiarato Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe. “Mi auguro che dopo il ritrovamento del telefono cellulare all’interno di una cella della Sezione femminile del carcere di Messina (addirittura occultato nella culla di un bimbo detenuto con la madre) si faccia concretamente qualcosa per contrastare questo grave fenomeno”, continua il sindacalista che aggiunge: “Sulla questione relativa all’utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che puo’ permettere comunicazioni non consentite e’ ormai indifferibile adottare tutti quegli interventi che mettano in grado la Polizia Penitenziaria di contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo”. “A nostro avviso – continua Capece – appaiono pertanto indispensabili interventi immediati compresa la possibilita’ di schermare gli istituti penitenziari al fine di neutralizzare la possibilita’ di utilizzo di qualsiasi mezzo di comunicazione non consentito e quella di dotare tutti i reparti di Polizia Penitenziaria di appositi rilevatori di telefoni cellulari per ristabilire serenita’ lavorativa ed efficienza istituzionale, anche attraverso adeguati ed urgenti stanziamenti finanziari”, conclude.

Un episodio simile si è registrato nel carcere di Gazzi nel maggio 2012.

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