BARCELLONA P.G.: REPUBBLICA “OFFENDE” LA CORDA FRATRES ED IL SINDACO VIENE CHIAMATO A PRENDERE POSIZIONE; SONIA ALFANO: “PEGGIO DI UN’INTIMIDAZIONE”

 

Lo scorso 9 Marzo i lettori siciliani di Repubblica hanno trovato, tra le pagine regionali, un articolo/reportage su Barcellona Pozzo di Gotto che, neanche a dirlo, sta scatenando vive proteste, perplessità e proteste alle proteste. 
I botta e risposta  circa l’articolo di Alessandra Ziniti, storica giornalista di Repubblica informata su tutte le vicende di mafia della nostra travagliata regione, non si limitano ai blog dei social network: il 15 marzo scorso la Corda Fratres, associazione che si è sentita tirata in causa dalle righe della Ziniti, ha fatto affiggere nei luoghi strategici della città del Longano un manifesto (foto) così recitante: 

“Distinta d.ssa Collica, anche Lei, riteniamo, avrà letto l’articolo (a firma di Alessandra Ziniti) apparso il 9 marzo 2013 nella pagina regionale de “La Repubblica”, dove, in esordio, la nostra città viene definita la “nuova Corleone” della Sicilia.
Naturalmente tocca a Lei smentire od asseverare (col Suo silenzio) siffatta gravissima asserzione, perché è Lei che rappresenta la stragrande maggioranza di questa gente, laboriosa ed onesta, pur se condannata ad una dolente precarietà, la prima ad inorridirsi per la criminale recrudescenza di delitti perpetrati nella nostra Città.
Ma è il prosieguo di quell’articolo che ci coinvolge direttamente, laddove la Corda Fratres viene descritta come un luogo di malaffare, crocevia tra massoneria e mafia, per cui la Sua stessa immagine ha “rischiato di rimanere inquinata” per la “vicinanza” ad un Circolo di tal fatta. 
Su questo, nonostante le farisaiche lusinghe riservatele dal giornale, Lei ha il dovere morale di intervenire, per difendere in primo luogo se stessa, la Sua famiglia, e la dignità di tanti illustri concittadini che hanno fondato nel 1944 quella Associazione, e dei tanti che, nonostante un coacervo di quotidiane falsità, continuano dignitosamente a frequentarla.
Così, non le verrà complicato rammentare al giornale che:  la Sua non è stata una semplice “vicinanza” alla Corda Fratres, tenuto conto che, assieme a Suo marito, ne è stata socia per ben 12 anni (dal 1999 al 2011);
    della Corda Fratres Lei è stata dirigente per 7 anni (dal 1999 al 2006);
    per lo stesso periodo, è stato dirigente anche uno dei Suoi assessori, animatore del gruppo giovanile e socio attuale;
    co-fondatore dell’associazione è stato il padre di un altro Suo assessore, socio sino alla morte, fonte di inesauribili iniziative e legatissimo a noi tutti;
    anche Suo padre ne è stato quotidiano frequentatore per oltre un ventennio;
    e ne è stato socio per circa 10 anni (dal 1981 al 1990) anche il prof. Gino Manca, papà di Attilio e di Gianluca;
    Lei stessa, assieme ad un gruppo redazionale, si è occupata della nostra rivista “La Corda Fratres”, voce ufficiale del Circolo, di cui, per un certo periodo, è stato direttore l’attuale corrispondente da Barcellona della Gazzetta del Sud;
    la stele in memoria di Beppe Alfano, è dovuta all’iniziativa della Corda Fratres, e l’iscrizione che vi si legge è opera di uno dei suoi soci più stimati, l’avv. Carmelo Bilardo. Auspichiamo che Ella impedirà che qualche familiare dell’Alfano, appreso ciò, pretenda di toglierla via;
    è stata  la Corda Fratres a diffondere in Sicilia la storia della Shoah;
    mai l’avv. Rosario Cattafi è stato socio della Corda Fratres, e, quindi, non ha potuto mai “animare” né la Sua, né le “sedute” degli altri soci, circostanza, questa, che Lei, certo, non ignora;
    in 12 anni, Lei ha avuto modo di conoscere nome, cognome e vicende di tutti i soci passati e presenti del circolo;
    nel 2004, assieme al dott. Nino Sottile, Lei ha curato la pubblicazione di un ponderoso volume documentaristico in occasione dei sessant’anni della fondazione, creando una compagine di prefattori alle varie sezioni di uomini di cultura davvero eccezionali, che hanno evidenziato il ruolo esclusivo, assunto per decenni dalla Corda Fratres, nel campo della cultura della solidarietà e della legalità, con manifestazioni di altissimo livello, alcune di eco anche internazionale.

Siamo certi che questa verità, Lei la vorrà definitivamente ristabilire e difendere.
Escludiamo che la lingua, e le quotidiane e ben remunerate elucubrazioni di chicchessia, possano prevalere sui sentimenti e sulle amicizie che, in 12 anni di Corda Fratres, avranno pur lasciato un solco di ricordi gradevoli nel Suo animo, e, con essi, l’inestinguibile esigenza di non consentire ulteriormente l’oltraggio ad un Circolo che ha fatto la storia di Barcellona, oltre che ad una quota rilevante della Sua stessa esistenza” . f.to Antonio De Trovato, Presidente Corda Fratres.”

Questo manifesto, letto con curiosità e stupore anche da chi non sapeva dell’articolo, ha deviato le critiche che, adesso, sono mosse al Sindaco Maria Teresa Collica cui in molti chiedono una presa di posizione. Su cosa? Sulla stessa Corda  Fratres che è diventata oggetto di discordia per l’intera cittadina.

Di opinioni se ne possono leggere tante su internet  ma ve n’è una che va riportata perché di importanza istituzionale: Sonia Alfano ha lasciato un commento che sta già diventando notizia dando risonanza nazionale ed europea a tutta la vicenda. Il Presidente della Commissione Europea Antimafia scrive infatti: 

“Desidero esprimere la mia vicinanza e la mia solidarietà al sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto, Maria Teresa Collica, per l’attacco bieco e intimidatorio riservatole dal presidente del circolo ‘Corda Fratres’, con un manifesto moralmente e politicamente eversivo affisso sui muri della città. Certi ambienti e certi personaggi hanno bisogno di screditare chi si sta impegnando per il riscatto sociale perché, sentendosi sull’orlo del baratro, avvertono con terrore l’imminente e definitivo loro declino.Il sistema sta decomponendosi, partendo dai livelli più alti, e a Barcellona Pozzo di Gotto molti hanno paura del risveglio delle coscienze, del quale ha merito anche il sindaco, insieme all’associazione Liberi Tutti e insieme alla maggior parte dei cittadini, gente onesta. Il reportage firmato da Alessandra Ziniti, cui si fa riferimento nei manifesti affissi in città non ha alcunché di persecutorio. Anzi, è l’analisi equilibrata e sobria della realtà: se da un lato c’è una cittadinanza reattiva, guidata da un sindaco che sta rispondendo in modo fermo e deciso alla criminalità organizzata dall’altro c’è chi spara ancora nel centro della città, uccidendo e spargendo sangue sfrontatamente, in presenza di inermi cittadini. E, sebbene Barcellona sia definita, a giusto titolo, ‘la Corleone del duemila’, altrettanto vero è che gli episodi criminali adesso vengono affrontati di petto: prova ne è la reazione della società civile barcellonese nel caso dell’intimidazione al Maresciallo dei Carabinieri cui è stata fatta rinvenire una testa di cavallo mozzata a un passo da casa. Non sorprende che il circolo ‘Corda Fratres’ mal sopporti le verità diffuse dalla giornalista di Repubblica: la presenza del boss Cattafi (contrariamente alle menzogne divulgate col manifesto), gli equilibrismi di un potere giocato fuori dall’ufficialità, l’immanenza cupa del ruolo del procuratore generale di Messina Antonio Franco Cassata, fresco di condanna in primo grado per diffamazione ai danni del compianto prof. Parmaliana, e la sponda giudiziaria garantita per anni dal magistrato Olindo Canali, condannato per falsa testimonianza. Bisogna rendere merito a chi combatte davvero il sistema, cercando di sottrarre le istituzioni della città e l’intera società alle compromissioni del passato e all’influenza dei tanti personaggi della borghesia mafiosa. E’ quel che sta facendo, insieme ad altri, Maria Teresa Collica. Per quel che riguarda la lapide dedicata a mio padre, il giornalista Beppe Alfano – conclude – basta qualche parola di chiarezza: ‘Corda Fratres’ non c’entra nulla; anzi, da ‘Corda Fratres’ ci si sarebbe attesi le scuse per il fatto, da sé solo moralmente riprovevole, che il boss Gullotti organizzò l’assassinio di mio padre mentre era riverito socio di quel sodalizio. Quell’opera, viceversa, è stata apposta su determinazione dell’amministrazione comunale, come del resto è facile leggere sulla stessa lapide”.  (CARMEN MERLINO)

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