APPARENTAMENTO TRA ACCORINTI E I RENZIANI: OVVERO CAMBIARE MESSINA DAL BASSO CON CASTORE E POLLUCE

Non ci sono inciuci. Ci siamo ritrovati negli anni sulla strada, nelle piazze, ad affrontare lotte nelle quali crediamo entrambi”, così il candidato sindaco Renato Accorinti spiega la presenza di Alessandro Russo e Francesco Palano Quero al tavolo dei relatori.

Questa mattina, presso il quartier generale di Cambiamo Messina dal Basso, il pacifista in lizza per la poltrona di Palazzo Zanca, ha presentato i candidati alla presidenza delle sei circoscrizioni. In realtà i concorrenti accorintiani sono solo  quattro: la prof.ssa Carmela Restuccia per il 1° quartiere, i giornalisti Tonino Cafeo al 2° e Andrea Brancato al 6° e il gen.  Salvatore Rampulla al 3°.

Inutile dire che alla conferenza stampa, i fari erano puntati sui due presidenti uscenti della IV e V circoscrizione. Democratici e renziani di ferro, coloro i quali abbiamo ribattezzato mesi fa i “Castore e Polluce del Pd”, estromessi dalla corsa al rinnovo delle loro cariche da parte del centro-sinistra, hanno ricevuto il pubblico sostegno dell’amico Renato. La coalizione a cui appartiene il loro partito ha dovuto fare scelte diverse: stando alle parole dell’aspirante sindaco Felice Calabrò “ha dovuto tener conto di tutte le sensibilità della coalizione”, preferendo ai due uscenti un esponente dell’Udc e uno di Sel, entrambi interni alla compagine. “Siamo leali militanti del centro-sinistra”, esordisce Palano Quero: “amiamo la politica,non campiamo di politica”, precisa.

 

In molti, sin dalle prime avvisaglie di possibili apparentamenti (non “cooptazioni”, precisano i Dioscuri outsiders) tra la neonata lista di Mr. NO PONTE e i due presidenti, avevano sollevato la questione relativa allo scambio di voti. “Noi sosteniamo la lista del partito democratico”, continua il Presidente del 4° quartiere e, chiaramente, questa affermazione non soddisfa quanti pungolano i due per sapere quale nome proporranno ai propri “followers” per la sindacatura. “Non abbiamo un voto strutturato, non spostiamo migliaia di voti. Ci siamo mossi in questi anni portando avanti un metodo, confrontandoci su temi seri, pubblicamente e trasversalmente”, specifica. E in questa trasversalità era facile incontrare lo stesso Accorinti che, in questa occasione, per il suo primo confronto con l’elettorato messinese ha scelto di non schierare nessuno alle presidenze del centro città, accordando stima e fiducia ai due “solisti” democratici d’appartenenza “senza chiedere niente in cambio”, sottolinea Russo, al quale fa eco il collega:“noi siamo uomini del Pd; ambiamo a cambiarlo. Siamo uomini di un partito che è democratico non solo nel nome; un partito che deve essere democratico e questo vuol dire essere aperto anche a critiche senza che questo voglia dire temere ritorsioni”.

 

Spazientito, qualcuno in sala vuol risposte più chiare e domanda “ma chi sosterrete per la sindacatura?”

 

La gente va oltre le indicazioni di voto, oltretutto fino ad oggi nessuno ce l’ha mai chiesto”, ribadisce per l’ennesima volta il duo, che sempre con parole nuove ha ripetuto per l’intera durata del confronto un concetto che è chiaro a chi vuol leggerlo opportunamente (compreso tra le righe ma) non lasciando spazio a critiche o diaspore. “I nostri voti sono voti dell’elettorato di centro-sinistra ed è quantomeno presumibile che andranno a Felice Calabrò”, sostiene Russo; ma a questo proposito è doveroso aggiungere un “enon solo” come nota di redazione, giacché, nei mesi, i due renziani hanno ricevuto feedback positivi anche da chi solitamente predilige liste e partiti, per così dire più azzurri, quindi ai voti dei supporters democratici vanno sommati (e a volte propriamente sostituiti) quelli dei fan del sindaco fiorentino e dei suoi “figli” sparsi sul territorio nazionale. Immaginiamo -o gli auguriamo- oltretutto che proprio da quel padre toscano ci siano state indicazioni o manifestazioni di sostegno nei confronti dei giovani argonauti, che da mesi combattono sul campo elettorale, dapprima in vista delle politiche e poi per le comunali, passando attraverso le infinite primarie del centro-sinistra, ma su questo non abbiamo risposte nette.

 

Stimiamo Felice”, manifesta così la sua opinione Russo sul candidato Pd alle prossime amministrative, ma l’attestato non è scevro di critiche: “deve fare passi lunghi per staccarsi da certe persone e certe segreterie”. Anche Quero, stimolato dai presenti, dice la sua in merito chiarendo di non aver avuto, ad oggi, alcun contatto con l’avvocato Calabrò e usa proprio il medium giornalistico per recapitargli un messaggio: “Felice, se dovessi arrivare al ballottaggio, fai quello che non hai fatto fino ad oggi, parla con chi vuole cambiare Messina davvero” e -precisa- “non alludo a Renato, o quantomeno non solo a lui”.

 

Insomma, una cosa è certa, all’interno delle coalizioni si fanno spesso scelte tese a mantenere equilibri e fratellanza, e queste decisioni portano inevitabilmente ad accontentare qualcuno e lasciare  l’amaro in bocca a qualcun altro; in questo caso specifico, i due presidenti uscenti di IV e V quartiere hanno risposto a quella che è evidentemente stata reputata un’ingiustizia (non quella di non confermarne le candidature, ma di non essere stata presa in considerazione la possibilità di dibattere in merito a questa possibilità, nelle sedi competenti), a loro rischio e pericolo ovviamente.

 

Dal canto suo, Accorinti ha ritenuto di non voler cercare un’alternativa all’esistente (ossia i due presidenti), reputandoli -indipendentemente dalla provenienza- validi amministratori. Non c’è bisogno di spingere oltre sull’acceleratore per vendere più copie di un giornale o aumentare le visualizzazioni di un pezzo, perché il dato politico evidente è una rottura che già da mesi era palese, tra diverse correnti di democratici. Ciò nonostante, così come Renzi dichiarò a suo tempo “perse le primarie sosterrò comunque le scelte del mio partito”, sia Russo che Quero, entrambi già perdenti alle primarie che li hanno riguardati direttamente, hanno continuato e continuano a manifestare la propria fedeltà al partito al quale appartengono. Se proprio si vuol malignare ci si può retoricamente chiedere “quo usque tandem”, come direbbe Cicerone, continueranno ad appartenervi ma, tolta la malizia di chi racconta la campagna elettorale, le risposte fornite sono state più che eloquenti e a quelle ci si deve attenere se si vogliono considerare i fatti.

Noi non facciamo il gioco delle tre carte, avviene tutto alla luce del sole”, commenta Accorinti.

Che si voglia cambiare, da più parti, Messina è indubbio e ai due che non vogliono imposizioni dall’alto non poteva mancare il sostegno di chi il cambiamento lo preferisce “dal basso”. (ELEONORA URzi’)

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