I DIPENDENTI ARAM DOPO LO SCANDALO FORMAZIONE: “SIAMO VITTIME, NON FANNULLONI”

Due volte vittime. Così si sentono i dipendenti degli enti di formazione coinvolti nello scandalo che ha portato all’arresto delle “first lady” degli ultimi due sindaci della città, e di un esponente del Pd quale Elio Sauta. Da un lato, infatti, le incertezze sul futuro occupazionale, dall’altro l’opinione pubblica che ritiene il loro un “non lavoro”, un posto accaparrato per vie amicali, o peggio per scambi di voto, e quindi da non tutelare.

Ecco perciò l’appello dei dipendenti Aram, in vista dell’incontro di domani, 31 luglio 2013, presso l’assessorato regionale alla formazione, che hanno inviato ai sindacati una lettera che pubblichiamo integralmente:

 “La presente, in seguito alle vicende giudiziarie che hanno recentemente coinvolti i vertici del nostro Ente di Formazione Professionale, nella qualità dl cittadini ma soprattutto di lavoratori preoccupati per Ia sorte che Ci aspetta, intendiamo, in primo luogo manifestare la nostra apprensione per l’idea che Ia gente e questo Governo si siano potuti fare dei lavoratori del nostro comparto; non si tratta né di ladri, né di fannulloni, né di disonesti, si tratta di gente come noi che andava a lavoro anche senza stipendio assicurando il regolare svolgimento dell‘attività corsale, e che ad oggi si trova vittima di presunte speculazioni e manovre scorrette sulle quali la magistratura farà luce.

Siamo stati illusi di aver trovato un sistemazione per il nostro futuro, abbiamo fondato le nostre vite sulla I base di uno stipendio certo ritardatario, ma perlomeno sicuro, abbiamo formato famiglia, acquistato case, acceso mutui che non possiamo più onorare e messo al mondo figli che adesso non sappiamo più come mantenere.

Vantiamo retribuzioni fino ad un ammontare di diciotto mensilità ed ogni giorno di ritardo nella risoluzione dell’emergenza che ci ha investito, ci costringe all’indigenza più assoluta, ci sottopone alla totale umiliazione, ci priva della dignità di lavoratori e di esseri umani.

Fra tanto sgomento, abbiamo appreso dal giornale le dichiarazioni del Presidente Crocetta circa la possibilità del nostro assorbimento da parte del Ciapi di Priolo e, se scriviamo, e perché siamo fiduciosi nell’operato del Governo Regionale al quale garantiamo il nostro completo appoggio e la nostra più totale collaborazione.

In secondo luogo – concludono i dipendenti ARAM di Messina –  ciò che ci preme sottoporre all’attenzione del Governo Regionale, per il Vostro tramite, e l’annosa questione dello sblocco delle mensilità arretrate che potrebbero consentirci quantomeno di “sopravvivere” fino alla nostra definitiva ricollocazione lavorativa.

Sicuri che Voi, nostri rappresentanti sindacali, non rimarrete indifferenti e fiduciosi di una pronta risoluzione del problema, porgiamo i nostri più cordiali saluti”.

 

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it