LA DISABILITÀ OGGI: TRA REALTÀ E PROSPETTIVE FUTURE “DIVERSAMENTE INSIEME”

Informazione, integrazione, riabilitazione, coinvolgimento. Queste le parole chiave del lungo dibattito che si è svolto ieri pomeriggio, nei locali della cittadella fieristica, nell’ambito della manifestazione spettacolo “Diversamente insieme“. Un lungo momento di riflessione sul tema “Disabilità oggi: dall’informazione all’integrazione” cui hanno preso parte il professore straordinario di Bioetica, Marianna Gensabella Furnari, il direttore UOC di Neuropsichiatria infantile del Policlinico di Messina, Gaetano Tortorella, il dirigente responsabile del Centro Diurno Camelot, Matteo Allone, il presidente A.I.P.D. (Associazione Italiana Persone Down) di Messina, Vittorio Cannata e l’assessore alle politiche sociali, sanitarie e giovanili, Antonino Mantineo, moderati dal medico e giornalista, Giuseppe Ruggeri.

Un tema, quello della disabilità, di cui si parla spesso, ma in che modo? «La disabilità non deve necessariamente dare origine ad uno svantaggio sociale», ha sottolineato Ruggeri, «perché la società deve intervenire per lenire questa situazione, quando non può guarirla del tutto». Ma come può l’informazione riscattare il mondo della disabilità, abolendo o riducendo il grado di handicap che ogni disabile porta inevitabilmente con sé? Oggi è possibile colmare lo svantaggio dell’handicap anche e soprattutto attraverso l’arte e la cultura. Ed è qui che si inserisce il lavoro svolto presso il Centro Diurno Camelot, diretto da Matteo Allone, dove da anni si praticano la ludoterapia e la musicoterapia, perché l’arte può aiutare il diversamente abile a colmare il proprio disagio. «Risale agli anni ’90 il primo progetto linguaggio-arte messo in atto al Centro Camelot», ha ricordato Allone, «e da allora sono seguiti tutti gli altri laboratori, realizzati naturalmente insieme. “Naturalmente” perché la natura è diversa, è complessa e ci insegna proprio la diversità e la complessità. E se noi trasformassimo la parola “diversamente” in “naturalmente” forse capiremmo la ricchezza racchiusa dentro il mondo della disabilità».

Ma oggi, in un mondo che è alla ricerca continua e disperata di sensazionalismo, spesso i disabili vengono citati nelle cronache solo quando “fanno notizia”,  come tutti i casi di falsi invalidi testimoniano. «Esiste un’etica e una deontologia dell’informazione e della comunicazione su cui bisogna investire» ha sottolineato il professore straordinario di Bioetica, Marianna Gensabella Furnari, «Manca, ad oggi, un nuovo umanesimo della disabilità, che ci porti a vedere le persone disabili con naturalezza, perché è naturale che ci siano persone più abili e persone meno abili. È come se vedessimo la diversità come un elemento negativo da cui fuggire», ha continuato, «Anche l’informazione che passa o dalla commiserazione o dal sensazionalismo in realtà rifugge da una vera visione di quella che è la realtà delle persone disabili, una realtà fatta di gioie, dolori, capacità. Bisognerebbe allora fare un passo oltre, investendo su una cultura non delle persone disabili bensì su una cultura delle persone che si ritengono abili e che invece dovrebbero ripensare a quei modelli stereotipati che nella società odierna non lasciano spazio ad alternative».

Anche il direttore di Neuropsichiatria infantile, Gaetano Tortorella, ha evidenziato quanto la diversità sia natura, «quindi anziché parlare di integrazione sarebbe più opportuno e corretto parlare di un’inclusione che fin dall’inizio coinvolga il diversamente abile all’interno di un’ottica diversa, per non confinarlo ai margini della società». In conclusione, anche l’assessore Mantineo ha parlato della necessità di unione tra disabilità e integrazione, spiegando come «il Il primo atteggiamento che in tale direzione può avere l’istituzione è quello di ascoltare, cogliere il bisogno di cambiare mentalità. Messina ha bisogno di ritrovare la fiducia in sé stessa e questo è possibile solo coinvolgendo tutti, creando legami sociali, forti coesioni, superando le emergenze insieme».

Subito dopo il dibattito, spazio alla proiezione del film Stella di Mare, di Salvatore Arimatea, incentrato sulla storia d’amore tra due ragazzi affetti dalla sindrome di Down, con Marina Suma, Mario Opinato, Alessio Isgrò e Mariagrazia Maisano.

La serata è proseguita poi con lo spettacolo presentato da Salvo La Rosa e Letizia Lucca, con la partecipazione di Massimo Spata, Pippo Barrile, Giana Guaiana e con i contributi di Piero Lucca, Roberto Carbone e del Laboratorio teatrale del Centro Diurno Camelot “Worship 4 Ever”, per la regia di Daniela Conti. (DEBORA RUNCI)

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it