MESSINA CON IL PM DI MATTEO: STRISCIONE A PALAZZO ZANCA, ACCORINTI “GRAVE LA FUGA DI NOTIZIE SULLO “SFOGO” DEL BOSS”

“Di Matteo deve morire e con lui tutti i pm della trattativa, mi stanno facendo impazzire. Devono morire, fosse l’ultima cosa che faccio”: queste le parole usate da Totò Riina, che a quanto pare non intende rinunciare alla coppola nemmeno da dietro le sbarre del 41bis.
A seguito della dichiarazione formale alias minaccia del boss mafioso, il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza ha chiesto un rafforzamento delle misure di sicurezza per il pm palermitano, i deputati PD hanno chiesto ai ministri Alfano e Cancellieri ed al Governo nella sua complessità di garantire l’incolumità di Nino Di Matteo, è stata persino valutata l’ipotesi di un suo trasferimento in una località segreta.

Ma Di Matteo, come ha dichiarato in un’intervista rilasciata a La Repubblica, non ha alcuna intenzione di “rifugiarsi” né di delegare al suo ruolo di pubblico ministero, resterà al suo posto, a rappresentare l’accusa nel processo sulla trattativa Stato- mafia.
Forse è proprio sulle gambe di un uomo come Nino Di Matteo che stanno continuando a camminare le tensioni morali che Giovanni Falcone credeva eterne. Ed aveva ragione: il coro di solidarietà dell’Italia intera, gli striscioni esposti a Palermo e a Messina con frasi di incoraggiamento a Di Matteo e ai pm sotto minaccia, sono pieni di tensione morale ed immenso senso civico. Nessuno, né in Sicilia né altrove, vuole rivivere il 1992.

Totò Riina avrà pure confermato dal piccolo della sua cella che “la mafia è una montagna di merda”, ma uomini come Nino Di Matteo stanno dimostrando di essere più alti di qualsiasi montagna, ed i nostri striscioni di preferire la giustizia in ogni sua declinazione alla lupara della mafia.

Il sindaco, Renato Accorinti, ha espresso solidarietà, anche a nome di tutta l’Amministrazione comunale, al procuratore Di Matteo sottolineando in un comunicato ufficiale  che “la migliore scorta a difesa della vita dei magistrati rimane la mobilitazione popolare. Questa Amministrazione trova di inaudita gravità la fuga di notizie sullo ‘sfogo’ del boss Totò Riina detenuto al 41 bis e intercettato in carcere durante un colloquio con un altro detenuto in cui inveiva contro i magistrati che lo farebbero ‘impazzire’ per le loro inchieste. E’ indispensabile che lo Stato tuteli con tutti i mezzi possibili i magistrati gravemente minacciati da chi ancora è indiscutibilmente a capo della mafia, e impegnati nella ricerca di una verità scomoda su uno dei fatti più oscuri della storia di questo Paese, la trattativa tra Stato e mafia. La nostra massima solidarietà e vicinanza va a questi servitori dello Stato, al procuratore Nino Di Matteo e ai suoi colleghi che non andranno mai lasciati soli. La migliore scorta a difesa della vita dei magistrati rimane la mobilitazione popolare”.

(F.A.)

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