ACCOGLIENZA IMMIGRATI: LA DENUNCIA DI ARCISANKARA “PREFETTURA IMPERMEABILE, AMMINISTRAZIONE INADEGUATA”

Con l’arrivo di altri immigrati, la situazione al Palanebiolo si fa sempre più critica, soprattutto per la presenza di minori. Sulla questione è intervenuta con una dura nota l’Arci Territoriale di Messina e il Circolo Arci Thomas Sankara, denunciando  il “permanere di una prassi di non accoglienza dei richiedenti asilo in città”.

Ieri avevamo raccolto il parere dell’esperto ai servizi sociali del Comune di Messina, Clelia Marano, che ci ha confermato l’urgenza di un intervento da parte degli assistenti sociali e la disponibilità ad ospitare circa venti bambini nella struttura messa a disposizione dall’AI.BI. 

Oggi a prendere posizione l’Arci, che ribadisce come a Messina si sia difatto proceduto “all’istituzione permanente di un centro di smistamento per richiedenti asilo a Messina. Un non-luogo, dove,  ancora una volta, i migranti vengono trattati come merce e il loro tempo di vita sospese”, denunciando “la chiusura di persone oggi provenienti dalla Siria e dall’Egitto, minori, donne con bambini piccoli, dentro un campo da baseball  e  la sistemazione delle stesse in una tendopoli”.

“Di fronte a questa situazione  – prosegue il comunicato – la Prefettura è stata impermeabile a tutte le azioni di protesta agite dai richiedenti asilo insieme agli antirazzisti di Messina. Per mere ragioni di politica securitaria, il Prefetto non ha individuato un luogo diverso rispetto a quello del Pala Nebiolo.

La Prefettura si è completamente chiusa  al dialogo sia con la cittadinanza sia con l’Amministrazione Comunale che, in questi due mesi, ha proposto luoghi ulteriori e diversi di accoglienza per i richiedenti asilo.

A questo diktat della Prefettura, la risposta dell’Amministrazione Comunale non è stata adeguata. Da subito, infatti, l’amministrazione avrebbe dovuto predisporre gli opportuni accertamenti sanitari, posto che erano presenti dentro il Pala Nebiolo 182 persone,tra queste, alcune affette da malattie come la scabbia e non curate, con tre soli bagni, spesso senza acqua corrente e sempre fredda. Il Sindaco avrebbe potuto emettere un’ordinanza di chiusura del Pala Nebiolo per motivi di igiene e salute pubblica. Si è dovuto, invece, attendere che l’Asp, in data 14 novembre come riportato dal comunicato stampa della Prefettura, mettesse in evidenza l’inadeguatezza del posto per un uso di lungo periodo. La risposta del Prefetto è stata immediata. Il centro sportivo non è adatto? Si faccia una tendopoli!

Non altrettanto rapida è stata la risposta dell’Amministrazione comunale che ha dichiarato a Novembre  la requisizione del villaggio turistico “Le dune” per l’accoglienza dei migranti, che migliorerebbe il livello di accoglienza materiale senza, tuttavia,  scardinare l’idea e la creazione di un centro concentrazionalista. Il Comune avrebbe dovuto ribadire con fermezza che l’unico modello di accoglienza possibile è quello del Sistema Nazionale di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati dei Comuni italiani”.

L’Arci chiede:

  • La chiusura di tutti i “centri di smistamento” sul territorio italiano  e la loro non istituzionalizzazione, anche in chiave “emergenziale/umanitaria”.
  • La chiusura immediata della tendopoli per violazione dei diritti umani e del diritto alla salute.
  • L’immediato trasferimento dei minori, dei casi vulnerabili e delle donne in strutture protette, rimandando la loro eventuale identificazione in tali strutture.
  • Che il Comune faccia propria la nostra istanza alla Prefettura e alla Questura di Messina, e quindi, richiedere,  quello che è già accaduto a Lampedusa, Siracusa e Catania per i siriani e, cioè, di non procedere all’identificazione dei richiedenti asilo, attraverso i rilievi segnaletici per non incorrere nelle maglie del regolamento Dublino.
  • Che vengano rispettati, in ogni caso, i diritti umani e non venga fatta violenza nell’eventuale procedura di rilievi segnaletici.
  • Che vengano concesse le autorizzazioni all’ingresso nel centro agli enti di tutela, come previsto dalla normativa.

Ricordiamo che secondo l’ultimo rapporto diffuso a fine novembre da Unhcr sono  quasi 4 mila i bambini rimasti orfani in Siria, «una generazione di innocenti vittima di una guerra spaventosa».

Un altro dato drammatico è stato invece denunciato da Unicef che ad inizio novembre attraverso il suo direttore esecutivo Anthony Lake ha dichirato che nella Siria martoriata da lotte interne, il totale dei bambini siriani costretti a fuggire dal Paese ha raggiunto il milione di unità.

 

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