GRAZIELLA CAMPAGNA: IL RICORDO DEL SINDACO NEL GIORNO DEL TRAGICO ANNIVERSARIO

“Sono già trascorsi 28 anni dalla morte di Graziella Campagna, ancora tanti ne passeranno ma la storia particolarmente dolorosa di questa ragazza resterà per me un fatto dirompente che mi ha cambiato la vita”, con queste parole il sindaco di Messina, Renato Accorinti, ricorda Graziella Campagna, la giovanissima donna rapita e assassinata a Villafranca Tirrena, il 12 dicembre del 1985.

“Questa morte, questa violenza inaudita – prosegue Accorinti – è il segnale di come la mafia sia in mezzo a noi e possa colpire chiunque. Graziella non era soltanto una ragazza innocente, ma essere uccisa così barbaramente a 17 anni è straziante per non parlare poi del tempo che è passato prima di arrivare alla verità e alla condanna degli assassini. E’ un monito per tutti per vivere con molta determinazione, la mafia non è un’invenzione e non è ancora sconfitta. E’ necessario promuovere iniziative, che servano a porre le basi per una proficua collaborazione tra il mondo della scuola e le Istituzioni per diffondere la cultura della legalità e favorire lo sviluppo di progetti che portino occupazione e diano risposte alle giovani generazioni. A Graziella è stato negato il diritto a crescere, apprendere, socializzare, amare, pertanto – conclude il sindaco – la mafia si può sconfiggere soltanto con l’impegno di tutti, con la partecipazione alla vita collettiva e, come diceva Bufalino, sarà vinta da un esercito di maestre elementari”.

Era il 12 Dicembre 1985. Una ragazzina veniva uccisa con cinque colpi d’arma da fuoco, rivelatasi una lupara calibro 12, da non più di due metri di distanza dalla vittima. Le ferite inferte alla ragazzina furono rinvenute anche sulla mano e sul braccio con cui, probabilmente, tentò di proteggersi, all’addome, alla spalla, alla testa, al petto. Graziella Campagna, aveva appena compiuto, da qualche mese, solo 17 anni.
Svolgendo l’attività di aiutante in una lavanderia, un giorno, la ragazzina, trova un documento nella tasca di una camicia di proprietà di un certo “Ingegner Cannata”. Il documento rivela che il vero nome dell’uomo è Gerlando Alberti junior, nipote latitante del boss Gerlando Alberti senior (assicurato alla giustizia anni prima dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa). Quest’informazione le costerà la vita.

Pietro Campagna, fratello di Graziella, ha detto: “Parlare di mafia è importante, perché si deve sconfiggere ed eliminare. Devono essere i politici e le forze dell’ordine a far cambiare le cose, emarginando le persone mafiose”.

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