NOTE DI MEMORIA AL CIMITERO MONUMENTALE DI MESSINA IN RICORDO DELLA STRAGE DEL 1908

“Poi, quella notte, misera cadesti/ E tutto rovinò, tutto fu morte,/ Fu tutto pieno di dolor funesti,/ Messina cara, fu la triste sorte”. Con questi versi, lo scrittore Luigi Bertelli ricordava il terribile terremoto che devastò Messina il 28 Dicembre del 1908.

Nel ricordo di una città che è stata quasi del tutto rasa al suolo, il Comune di Messina, oggi, ha promosso diverse iniziative lungo tutto il territorio, per commemorare il tragico evento. In particolare, presso il Cimitero Monumentale di via Catania, due sono stati i principali appuntamenti in ricordo delle vittime cadute 105 anni fa: il concerto di voci bianche del coro “Note Colorate”, diretto dal M° Giovanni Mundo ed una visita guidata lungo i principali monumenti in onore ai caduti nell’orribile terremoto.

Un concerto emozionante, promosso dall’associazione “Vincenzo Bellini”, tenutosi nell’ampio atrio cimiteriale, in un luogo che certamente più di tutti è simbolo del ricordo, della sofferenza e dello stretto legame che lega i vivi e i morti. L’intento di tale concerto è stato, infatti, quello di sollecitare, attraverso le splendidi voci di “Note Colorate”, un momento di riflessione, in cui solo la musica e il silenzio facciano da padroni.

I brani eseguiti, da Lo scriverò nel vento dall’Antologia dell’Antoniano, alla commovente Ave Maria di Caccini fino alle famose Angele Dei di Morricone, Aria sulla IV corda di Bach e Imagine di John Lennon, hanno portato, grazie alla delicatezza e alla bravura dei piccoli cantanti, un’atmosfera di commovente pace e serenità. Estremamente particolari le note dei brani dedicati alla Vergine Maria, come l’Ave Maria di Gounod e L’inno alla Madonna della Lettera, con la poesia musicata di Felice Bisazza. Per concludere, il baritono Christian Gravina, che segue personalmente il percorso di crescita di alcuni membri di “Note Colorate” all’interno della sua scuola “Music Life”, ha eseguito uno straordinario “Padre Nostro” tratto dal musical “I Promessi Sposi”.

Subito dopo il concerto, il dottor Giuseppe Finocchio ha guidato i messinesi per una parte del grandissimo cimitero monumentale, che porta un segno tangibile dei molti caduti durante il terremoto del 1908. Tra le tombe ricordate, certamente una delle più importanti è quella in ricordo al poeta e scrittore Eduardo Giacomo Boner, il cui corpo, però, fu ritrovato più di nove mesi dopo il sisma, sotto la segnalazione di una bambina che raccontò di averlo visto in sogno. Infatti, il monumento ritrae proprio una fanciulla che indica il luogo del corpo del letterato tra le macerie. Il cimitero monumentale fu eretto, però, molto prima del 1908 e precisamente nel 1872, in occasione della traslazione della salma del patriota Giuseppe La Farina a Messina. Il Cimitero porta la firma di Leone Savoja, architetto illustre e professore presso l’Università di Messina, di fine ‘800, coadiuvato dai non meno celebri Giacomo Fiore e Gregorio Bottari. L’intento di tale Cimitero era quello di renderlo un luogo “per i vivi e per i morti”, dimora per le anime che hanno lasciato questo mondo e ritrovo di riflessione per i viventi, che potevano fermarsi a pensare, per esempio, lungo i viali, o presso il laghetto artificiale dell’atrio.

Altro monumento esemplare è quello ai caduti del Corpo della Guardia di Finanza, eseguito da Vito Pardo. Un’opera complessa, in cui si mescolano alle macerie i corpi dei commilitoni morenti, mentre un soldato sembra quasi uscire dalla stessa scena, in un gioco di bassorilievi notevoli. Come ha sottolineato Finocchio “l’elemento particolare di questo monumento è dato dalla scabrosità della roccia in contrasto con la morbidezza estrema dei corpi”. Prosegue la visita facendo tappa presso la salma di Eugenia Morgana Coletta, ricordata con una riproposizione dei tre figli addolorati per la morte della madre. Ciò che ritroviamo qui, come altrove, sono i simboli tipici mortuari: la clessidra elemento della fugacità del tempo e i papaveri annodati, il cui odore, si dice, concili il sonno. Senza dubbio l’estro artistico si esprime, però, massimamente nella cappella a Giorgio della famiglia dei Pierce, veri protagonisti dell’attività commerciale ed economica messinese dalla fine del settecento in poi. Fu lo stesso Giorgio a commissionare tale monumento, che però non riuscì mai a vedere compiuto personalmente, a causa della sopraggiunta morte. Si tratta della cappella più decorata, in cui si mischiano fregi di papaveri e rose, stucchi pregiati interni e notevoli giochi policromi. La visita si è conclusa nel maestoso, quanto purtroppo precario, Famedio, da cui lo sguardo può volgersi direttamente verso lo stretto e la vicina Calabria. Il luogo è deputato agli uomini illustri: al centro un cenotafio, realizzato dallo scultore Gregorio Zappalà, a Giuseppe La Farina con ai piedi una straordinaria quanto raffinata personificazione dell’Italia, a sinistra un altro monumento a Felice Bisazza del 1874, realizzato da Gaetano Russo, con le personificazioni della musica e della poesia, infine, a destra, un monumento a Giuseppe Natoli, giurista e patriota messinese.

Alla visita del Cimitero Monumentale era presente anche l’Assessore Ialacqua, il quale ha dichiarato che a breve sulla home page del sito del Comune di Messina verrà apposta un’icona collegata ad un Forum, in cui, chi interessato, ha possibilità di proporre idee nuove per migliorare e far accrescere il cimitero. Inoltre, grazie ad una convenzione attivata con il dott. Finocchio, si sta cercando di far rientrare il cimitero monumentale nell’ASCE, un’associazione che riunisce i cimiteri più significati al mondo, grazie alla quale si potrebbero ottenere importanti finanziamenti e gemellaggi.

Nel ricordo, dunque, di una città sommersa dal dolore nel lontano 1908, la commemorazione diventa occasione di presa di coscienza per una sempre più pronta e veloce rinascita  di una Messina che risulta sommersa, oggi, da una crisi che lentamente la sta smembrando. (CLARISSA COMUNALE)

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