“PRO-TESTO” A TEATRO: DALLA STORIA SICILIANA AL PRESENTE MESSINESE DEL “SINDACO A PIEDI SCALZI”

Claudia Marini e Lelio Naccari sono i due attori di “ProTesto”, già replicato al Teatro Savio di Messina la scorsa tornata di “Atto unico”, rassegna prodotta dalla compagnia Quasi Anonima Produzioni di Auretta Sterrantino e Vincenzo Quadarella.

 

“ProTesto”, a cui era stato affidato anche il debutto del cartellone lo scorso novembre, si dichiara sin dal titolo a favore del testo e della parola ma non disdegna affatto gli interventi musicali. In scena infatti troviamo anche Filippo La Marca e Vincenzo Quadarella, musiche originali e tastiere, e chitarra e voce, che inframezzano il parlato degli attori con pezzi di Fabrizio De Andrè, Giorgio Gaber, e fra gli altri, Franco Battiato e Daniele Silvestri.

 

I due personaggi X, due siciliani come molti altri, un uomo e una donna, sono legati da un rapporto non chiaro al principio, mentre fanno i conti in tasca alla storia della Sicilia, passando per il presente messinese con un chiaro riferimento al “sindaco dai piedi scalzi” come speranza di un nuovo inizio diverso.

 

Malgrado i cambi di registro, dalla prosa alla poesia, i toni sono spesso arrabbiati – e come potebbero non esserlo in effetti, i due si alzano e si risiedono, prima si guardano e poi no, guadagnano il proscenio per recitare poesie al pubblico, passando dai cori dell’Adelchi di Manzoni a Eugenio Montale.

 

“ProTesto” è un adattamento drammaturgico tratto da “Il non-luogo rivoluzionario” di Vincenzo Quadarella, un libro, secondo le note dell’autore, che nasce non da un’ispirazione ma da un’esigenza: ”Dare e darmi speranza. Anni di esperienza nell’ambito della politica e del volontariato mi hanno portato a guardare il mondo con altri occhi, occhi, se vogliamo, di bambino, e questo mi ha aiutato a chiarire e chiarirmi come stanno veramente le cose, primo passo per trovare soluzioni alternative. Andare o restare? Credere ancora che un mondo migliore sia possibile, tentare di ripartire da zero insieme agli altri o arrendersi e vivere la vita “come un vizio solitario”? Parte da queste domande questa pièce che porta in scena l’Io, la coscienza, ed insieme l’altro, il noi, il voi in una cruda analisi del nostro tempo in parole e musica”.

 

Sulla scena scatoloni di cartone, nient’altro che contenitori aperti, degli specchi, una prigione con ferri alti e grigi, da cui però si può scappare – e infatti il protagonista maschile all’inizio evade dalle sbarre sul fondale.

 

“La democrazia non esiste”, dicono, e i due interpreti si sparano tutto dritto in faccia, Lei – ribelle consapevole adesso, ma forse un tempo più rassegnata agli abusi, Lui che dà voce al paradosso legittimato della mafia di stato.

 

Il momento più stretto è quello in cui i due monologhi si intrecciano sulla musica: una prova d’attori importante nel confrontarsi con un testo così denso di significati, motivi di riflessione, che porta con sé volutamente i connotati del libro e meno della parola teatrale.

 

Auretta Sterrantino, promotrice del progetto e regista di “ProTesto”, ci racconta che “Il non-luogo rivoluzionario ha richiesto un lavoro di circa un anno e mezzo prima di arrivare a essere stampato, è un libro di filosofia politica, di sociologia. Solo in seguito Vincenzo Quadarella ha creduto che potesse diventare uno spettacolo, per farlo parlare a più persone. E io ho voluto misurarmi con un testo distante da me per alcuni versi, ma che potesse diventare a teatro un atto politico nel senso più nobile del termine.

 

È vero, si tratta di una prosa in piena regola, ma soprattutto dai contenuti serrati, pregnanti, sempre.

 

Registicamente poi, ho fatto la scelta di annientare l’azione sulla scena. Il risultato tra voler andare e restare, la lotta tra i due sentimenti contrapposti, spesso infine si riduce a nulla di fatto, a un totale immobilismo. Fino a quando, a un tratto, il muro si rompe…. E nasce proprio da qui l’idea della rassegna, per non restare immobili anche noi”.

 

Secondo appuntamento per il 2014 di Atto Unico – Scene di vita, Vite di scena è con “Erostrato”, di e con Alessio Bonaffini, domenica 12 gennaio, alle 21.00 al Savio, un’altra produzione “Quasi Anonima”. Uno spettacolo che parte da Sartre e propone un viaggio nella lucida e graffiante logica di un personaggio disgustato dal fatto che gli uomini non facciano altro che recitare un ruolo nel condurre i propri rapporti con gli altri. (NUNZIA LO PRESTI)

 

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