VIGILI URBANI E DIMISSIONI FACILI: NO ALLA MOBILITA’ PROVVISORIA, SANTAGATI LASCIA L’INCARICO

Si dimette il commissario ispettore superiore Santagati, a capo del nucleo decoro urbano della Polizia Municipale negli ultimi cinque anni.

Il generale Ferlisi, per coprire il gap lasciato, pone ad interim al vertice del dipartimento il comm. Villarà, già responsabile dell’Annona. Il casus belli che ha portato il Cis a lasciare l’incarico è stata l’assegnazione temporanea di alcune unità in forza, a disposizione della polizia annonaria per fare fronte alla gravosa situazione di degrado e sozzura in cui versano mercati e vie commerciali del centro. Qualcuno sostiene che suddetto reparto sia numeroso e sano, in realtà, agli occhi profani di osservatori e cittadini, otto agenti impiegati nei servizi esterni (più due ufficiali) non sembra un gran organico, francamente -criticità comune a tutto il corpo-, specie se si considerano malattie, riposi e tenendo conto, oltre al servizio di competenza, eventuali notturni e consigli comunali.

Ab origine sarebbe stata prevista una mobilità definitiva di due agenti da un reparto all’altro, ma la possibilità è stata revocata dal sindaco Renato Accorinti il quale avrebbe però sollecitato l’assoluta collaborazione per far fronte alla situazione in essere. Giacchè, da subito, il prelievo di risorse è stato proposto, con il chiaro intento di operare un capillare controllo nell’area che ospita il mercato settimanale di Giostra, il comm. Santagati, probabilmente sentendosi venir meno quelle forze da sempre impiegate per gestire le questioni di sua pertinenza, ha scelto di rassegnare le dimissioni.

Se fosse un agone, potremmo dire che tra i competitors chi ha vinto è di certo Villarà, a questo punto, nelle condizioni di operare spostamenti a proprio piacimento, ossia in virtù di quelle esigenze che evidentemente è necessario fronteggiare. Guardando dall’esterno e senza nulla voler togliere a colui il quale ha retto il decoro urbano sino ad oggi, ma soprattutto non dimenticando le ridicole condizioni di organico in cui versa l’intero corpo di polizia municipale, quello della mobilità provvisoria non solo non dovrebbe essere considerato un reato, una violazione, o una gentile concessione tollerabile una tantum, ma andrebbe invece incentivata da Palazzo Zanca e dallo stesso Generale, in prima persona.

biagiosantagati1L’impressione che emerge è purtroppo quella dei soliti grandi protagonismi a cui molto spesso, dirigenti e funzionari a vario titolo, ci hanno abituati -anche se poco se ne parla perché in fondo i politici è legittimo attaccarLI ma i responsabili (che se così si chiamano una ragione dovrà pur esserci), giammai!

Di certo non sarà questo il caso e dietro la decisione del comm. Santagati ci saranno ragioni onorevolissime e responsabili ma il corpo in causa ci ha abituati a così tante uscite da prime donne che purtroppo, ormai, a pensar male si fa presto e a volte, è capitato si avesse anche ben ragione di farlo!

E per inciso, vale la pena precisare -non per il caso specifico ma in via molto generale e, volendo guardare al passato recente e anche a quello meno recente- nel dizionario Treccani sotto la parola dimissioni troviamo la seguente definizione: dimissióne s. f. [dal lat. dimissioonis (der. di dimittĕre «mandar via, licenziare»); nel sign. 1, sull’esempio del fr. Démission]. Il dimettere o il dimettersi da un impiego, da una carica, da un pubblico ufficio; per lo più al plur.: presentare (burocr. rassegnare) le d.; lettera di dimissioni; accettare, respingere le d.; dare le d. per motivi di salute, per ragioni d’età, per trasferimento, ecc. Nel diritto del lavoro, le dimissioni, se volontarie, costituiscono un recesso unilaterale del prestatore di lavoro dal contratto di lavoro a tempo indeterminato; d. d’ufficio sono invece quelle (ormai in via di scomparsa perché sostituite con l’istituto della decadenza) disposte dalla pubblica amministrazione in seguito a un comportamento dell’impiegato cui l’ordinamento annette la presunzione ch’esso voglia abbandonare il servizio.

Pertanto, in futuro, probabilmente, chi è avvezzo a minacciarne o richiederne, farebbe meglio ad utilizzare diciture differenti. Non sia mai che venga preso sul serio la prossima volta e si ritrovi in men che non si dica disoccupato!

 

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it