A CORTO DI SCUSE PER ATTACCARE BOTTONE? C’È TINDER!

Quante scuse avete inventato per rompere il ghiaccio con una persona che avete notato in un locale? Quanti drink avete offerto? Se siete a corto di idee (e di soldi), la tecnologia è pronta a darvi una mano. Leggendo qua e la parrebbe infatti che a New York ormai sia una consuetudine usare Tinder per flirtare. Ebbene si, cari lumaconi 2.0, la soluzione per voi è a portata di app.

 

Tinder geolocalizza infatti, le persone più vicine a voi, mostrando solo una foto e qualche informazione. Se si è interessati a entrare in contatto con la persona scelta basterà cliccare sul cuoricino. La persona selezionata non riceverà alcuna notifica a meno che non visualizzi il vostro profilo e decida di cliccare anch’essa sul cuoricino. Da lì si può iniziare una chat, e i due decideranno in seguito se incontrarsi di persona o meno. Il successo di Tinder starebbe proprio nella riservatezza dell’approccio e nella facilità di utilizzo. Anche perché come snapchat, l’applicazione elimina i dati dopo qualche ora, quindi se l’approccio è andato a vuoto non ne resterà traccia.

 

I fondatori avrebbero dichiarato che gli incontri generati grazie alla loro applicazione dovrebbero avere come fine ultimo relazioni durature o matrimoni, ma sta di fatto che chi utilizza Tinder lo fa principalmente per incontri occasionali (con numeri importanti: Techcrunch a Luglio 2013 riportava 100 milioni di matches grazie a questa applicazione). Prima di lanciarci in allarmismi contro la morale e la decadenza dei costumi bisogna precisare che l’applicazione (che declina in chiave etero il servizio già offerto alla comunità gay da un’altra app, Grindr) serve solo a entrare in contatto con gli altri e tanti di essi, dopo aver chattato, decidono di non incontrarsi nemmeno.

tinder_photo

Come dicevamo in apertura, a New York Tinder è il mezzo più diffuso per incontrare persone soprattutto tra i giovanissimi e a quanto pare è stato così anche nel villaggio olimpico di Sochi (almeno stando a quanto dichiarato da Jamie Anderson, primo oro femminile in Slopestyle). Anche Ellen DeGeneres ne ha parlato nel suo show a San Valentino (in Italia Ellen è famosa per l’omonima serie, negli USA il suo programma tv è molto popolare) e nello slang sarebbe già entrato il termine Tinderslut (letteralmente “prostituta di Tinder”).

 

L’applicazione è disponibile in italiano sia per iOS che per Android già da qualche mese, ma non sembra ad oggi essere molto popolare nel nostro paese. Forse il maschio latino si sente minacciato da tutto ciò? Eppure potrebbe essere un’occasione di rilancio per questa figura ormai associabile più a un’era mitologica che alla realtà. E le ragazze? Hanno paura di risultare troppo sfacciate? A guardare i profili fb, molte di esse non sembrano porsi tanto il problema. Forse è solo la moda. Noi abbiamo scaricato Tinder e abbiamo constatato tristemente che nel raggio di 80 Km non c’era nessuno profilo corrispondente al nostro. Siamo certi, è solo questione di tempo: arriverà l’era del flirt geolocalizzato, nel frattempo staremo al bar con scuse sempre nuove e a offrire drink a chiunque ci mostrerà un minimo di interesse.

 

@fabbiobbruno

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it