PD: UN UGUALE ACRONIMO PER DUE DIVERSI CONCETTI DI POLITICA?

Siede sotto l’insegna di un gruppo il cui acronimo è Pd ma con il Partito Democratico ha poco a che fare, quantomeno nella sostanza; perché, se sulla carta i Progressisti Democratici ne sono una branca, di fatto, rappresentano uno dei frutti della rottura “con il passato”, figlia di quella rottamazione inaugurata illo tempore da Matteo Renzi. E per non far mai mancare il pepe che alimenta le dinamiche politiche, anche di casa nostra, la bufera si abbatte sul capogruppo in consiglio comunale dei PD (Progressisti Democratici), qualche giorno fa sfiduciato dai colleghi Contestabile e Pagano.

La risposta ufficiale di Daniele Zuccarello arriva stamattina, durante una conferenza stampa alla quale prendono parte altri membri del movimento e che seguono dal vivo anche i renziani, Castore e Polluce in prima fila.

La sfiducia mi lascia esterrefatto e deluso; l’ho saputo a mezzo stampa solo venerdì e non ho avuto comunicazione alcuna dai miei colleghi, che però avevano già provveduto a metterne a parte la presidente del consiglio che, a sua volta non me ne ha parlato”, ribadisce quanto già espresso in diretta a Il Giornale del Mattino, su RadioStreet, appena qualche giorno fa.

Il documento presentato stamani nella sala ovale, firmato dal coordinamento cittadino e provinciale dei Progressisti Democratici chiarisce la posizione di assoluta opposizione a quella mozione con cui si contesta “il merito unitamente all’operato dell’azione politica svolta in questi mesi dal consigliere”.

E così il direttivo sceglie di affincare il capogruppo sfiduciato, ribadendo come lui e solo lui sia il  rappresentante che riconoscono in seno al civico consesso.

Noi siamo interessati a costruire un Partito Democratico che va nella direzione opposta a quella scelta dai due consiglieri che hanno firmato la sfiducia”, si legge nella nota diramata. “Informiamo i consiglieri che pensano di usare il regolamento del Consiglio Comunale per aggredire chi, in questi mesi, sta espletando il proprio mandato elettivo con grande dignità e assumendosi responsabilità personali, che prendiamo le distanze dai metodi da regime totalitario!”, sottolinea il Presidente del coordinamento cittadino, dott. Manuele Lo Giudice.

Inutile girarci attorno, stando alle considerazioni emerse in questi giorni, è evidente un’ipotesi che divide le ragioni ufficiali da quelle ufficiose: secondo Zuccarello, alla base dell’ “epurazione” sostenuta dai colleghi del gruppo, ci sarebbe la “colpa”  d’aver tolto il coperchio al vaso di Pandora, quello dal quale potrebbero uscire fuori tutti i mali della cattiva politica, non nuovi al suo partito oltretutto (il Pd che sta per partito democratico, stavolta). Sempre in occasione di un confronto durante la trasmissione radiofonica condotta dalla sottoscritta, la cons. Simona Contestabile però negava fosse stato questo il casus belli che aveva portato alla mozione, ribadendo come non sia concepibile distinguere PD e PD (avete capito!). Per la serie: se stai in un partito ne condividi la linea: se dissenti a tutto, sai dov’è l’uscita!

Non vedo il problema per essermi affrancato da posizioni del collega David”, commenta Zuccarello alla presenza del capogruppo Pd (sempre Partito Democratico) presente in sala; “mi viene da pensare si sia trattato di una mozione di tipo strumentale dovuta alla mia  attività svolta”. Il consigliere lamenta un vero e proprio tentativo di boicottaggio nei suoi confronti, e gli argomenti in supporto alla tesi fanno decisamente riflettere: “ho presentato 5 o 6 delibere in consiglio dall’inizio di questo mandato e non sono neanche mai state messe all’ odg, a differenza di altre che arrivano subito in cima alla lista”; un esempio su tutti afferisce alla sua proposta relativa alla Tares: “andava discussa prima della prima scadenza ma nn si è accelerato l’ iter nonostante le mie innumerevoli sollecitazioni”.

Il Progressista che, da qualche tempo, sta conducendo attività ispettiva in maniera certosina, avrebbe riscontrato non poco ostruzionismo, come da lui stesso denunciato ancora ieri, quando ha presentato un esposto alla Procura perché gli sarebbe stato negato l’accesso agli atti relativi all’Atm.

Forse ho toccato corde che non dovevo, ledendo parenti o amici di qualcuno”, dichiara.

Il consigliere non intende arretrare d’un passo e c’è da giurare che la vicenda non si chiuderà qui; inutile negare l’attesa che venga tolto il tappo a ben altri vasi, lasciando emergere non solo numerose criticità già denunciate all’interno delle partecipate ma anche dentro il partito del quale, nel bene o nel male, nel portafogli Zuccarello ha la tessera: quel Pd che non significa Progressisti Democratici ma Partito Democratico.

Politica non è sinonimo di stipendificio, solo di attività di patronato e di compravendita di voti; il PD si deve occupare della città e lo deve fare proponendo politica buona, sana”, continua l’ “imputato”(ci consentirà un po’ di ironia!) che, a chiusura del suo intervento, invita i colleghi del centro sinistra -presenti il già citato David e il centrista Mondello- a collaborare: “vedete tutti questi faldoni? Io sarei solo contento se ce ne occupassimo insieme!”. E qui sta la vera stoccata: perché se è vero, come il capogruppo sostiene, che la sfiducia sia stata un tentativo di arginare le sue operazioni di verità, la reazione dei colleghi alla proposta di cooperare, sarà di certo un segnale inequivocabile, in sostegno o contro la sua amara ipotesi. (@eleonora.urzì)

 

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