ZIBBA IN ESCLUSIVA PER MESSINAORA, TRA IL SOGNO DI UN CAFFE’ CON WAITS E “SENZA PENSARE ALL’ESTATE”

Ha percorso chilometri e chilometri con la sua band di sempre, gli Almalibre, ma senza ombra di dubbio per il ligure Zibba, alias Sergio Vallarino, l’ultima edizione del Festival di Sanremo, la numero 64 per l’esattezza,  è coincisa con una consacrazione artistica che ripaga, in parte, anni di sacrifici e dedizione alla sua amante di sempre: La Musica.

Ha conquistato il teatro Ariston con il brano “Senza Di Te“, apprezzato sia dalla stampa che dal pubblico, tanto da aggiudicarsi ben due premi nella sezione Nuove Proposte, il premio della criticaMia Martini” e il premio della Sala Stampa-Radio-Tv-WebLucio Dalla”.

Dopo tanto girovagare Zibba e gli Almalibre tornano sul palco del Centro Multiculturale Officina, Sabato 29 Marzo, un palco che potremmo definire “amico” e che li ha già accolti in passato.

Questa volta, però,  il cantautore di origine ligure e la sua fedele band sono in tour per presentare il loro sesto disco: “Senza Pensare all’Estate“, edito da AlmaFactory/Artist First con la supervisione di Andrea Pesce; un disco che riesce a fondere nelle sue 12 tracce tutto il repertorio e l’esperienza di Zibba, un disco essenzialmente “Roots“, realizzato in pochissimi giorni per cogliere l’essenza del live, della performance nuda e cruda. “Senza Pensare all’Estate” risulta così una raccolta di 10 anni di musica, di viaggi, di esperienza, di vita e di amori e in cui troviamo non soltanto alcune delle sue storiche canzoni re-interpretate con un nuovo piglio ma ben quattro inediti: il brano “Senza Di Te” cantato al Festival di Sanremo, la title track “Senza Pensare all’Estate”, il brano “Tutta l’Aria Che Vuoi” e, infine,  “Il Mio Esser Buono” scritto in compagnia di Cristiano De Andrè.

Ma la vera forza di Zibba e degli Almalibre risiede nel live, il loro habitat naturale, un mondo fatto di parole e suoni che non necessitano di alcun filtro per trasferire  messaggi dritti alla pancia.

In vista del concerto di Sabato noi di messinaora.it abbiamo deciso di lenire l’attesa con un’intervista molto interessante che ci presenta un artista a 360° che ha nella musica la sua anima gemella e che già non vede l’ora di salire sul palco, statene certi.

Ciao Sergio, è veramente un piacere poter rubare qualche minuto del tuo tempo. Non possiamo non iniziare da Sanremo dove con il brano “Senza Di Te” hai vinto il premio della critica “Mia Martini” per la sezione “Nuove Proposte”, aggiudicandoti anche il premio della Sala Stampa -Radio-Tv-Web “Lucio Dalla”, Insomma un successo ! Oltre a questi  riconoscimenti che esperienza è stata il festival, più o meno traumatica di quanto pensavi?

Un’esperienza bellissima, che rifaremmo anche domani. Nonostante le critiche mosse dall’esterno noi ci siamo sentiti a casa, il cast rispecchiava molto il nostro mondo visto lo sguardo rivolto dalla direzione artistica all’ambito cantautorale e indipendente del quale facciamo parte. Un bel ricordo, oltre che una grande soddisfazione.

Sei un cantautore e la Liguria non è soltanto la terra del Festival di Sanremo ma la terra dei grandi Cantautori, quanta responsabilità senti sulle spalle?

Nessuna, non ce n’è motivo. Cerco di fare il mio lavoro mettendo il massimo dell’impegno e della passione in ogni mio gesto. La scuola dei cantautori liguri credo sia finita con i grandi della storia, le nuove generazioni è giusto che guardino al presente e al futuro per non correre il rischio di ripetere qualcosa che è già stato detto da De Andrè, De Scalzi e tutti i degni rappresentanti di un periodo storico unico per la mia regione.

Tra vari riconoscimenti due anni fa hai vinto anche la “Targa Tenco” che per un cantautore rappresenta sicuramente tantissimo. Non trovi che la musica cantautorale, soprattutto nella scena indipendente, stia riscoprendo una nuova giovinezza, senza essere necessariamente legata al passato?

Assolutamente si, ci sono tantissime nuove voci nella generazione attuale che rappresentano il nuovo cantautorato, l’evoluzione di quel movimento di cui parlavamo prima. Credo che sia bello tornare a parlare di canzone d’autore anche e soprattutto quando vestita di nuovo. Anche nel mondo dei cantautori c’era bisogno di nuova gente, di nuovi volti e soprattutto nuovi contenuti stilistici e linguistici.

Non scrivi soltanto per te, sei un cantautore ma anche un autore di brani. Che differenza c’è tra scrivere qualcosa per se stessi e scrivere un brano per qualcun altro?

Sono due cose belle seppure differenti,ognuna con un proprio fascino. Mi piace affrontare sempre nuove sfide quindi l’idea di scrivere per altri mi solletica. Fa uscire un’altra parte di me, magari intima ma in modo differente, che altrimenti, forse, rimarrebbe nascosta. Mi piace.

Ma i “Talent Show” secondo te servono a qualcosa? 

Certo, sono amplificatori di una cultura che in Italia esiste, e inoltre credo abbiamo salvato una certa discografia dal crollo. Dove c’è talento, quello vero, serve sempre. Anche dai Talent escono cose buone ogni tanto. Sicuramente per il “me” autore sono un buon terreno di gioco.

“Senza Pensare all’Estate” è il tuo sesto disco di inediti,  alcuni lo hanno definito “il disco della maturità”. Tu come lo definisci ?

Fare il disco della maturità a trentacinque anni sarebbe un po’ tardivo. Non credo ci sia un disco della maturità tra i miei lavori. No, è un disco come gli altri ma suonato e interpretato con un’ energia e pace che non abbiamo mai avuto. Forse posso definirlo il disco della serenità, questo si.

Gli Almalibre sono i tuoi “fratelli” sul palco, esiste un segreto per convivere artisticamente per cosi tanto tempo?

Lasciare che il tempo e gli eventi vincano sul naturale scorrere della vita comune, quando l’amicizia e la comprensione reciproche non bastano più. Siamo rimasti solo io e Andrea della formazione originale, è difficile scegliere questo lavoro per la vita. La fortuna è stata trovare, negli ultimi anni, ottimi elementi che sono anche ottime persone. Siamo amici, e volerci bene aiuta quanto credere nel progetto. Lavorare accanto ad un cantautore implica una serie infinita di sfaccettature che vanno imparate a memoria, e la stessa cosa vale per me. Sono sempre attento ai bisogno di tutti perchè mi piace l’idea di prendermi cura della band, del suo benessere in studio e in tour ma anche nella vita quotidiana. Così si fa in una famiglia.

Hai collaborato nel corso della tua carriera con tanti artisti come Roy Paci, Federico Zampaglione ed Eugenio Finardi. Senza essere “politically correct”, con chi ti sei trovato più in sintonia e perché…

Dirti che da ognuno ho imparato qualcosa di importante non è un ripiego, giuro. Sono state tutte collaborazioni molto importanti, vitali. Porto con me tutti i consigli e le parole dette, ogni sfumatura e ricordo rimastomi. Tutto prima o poi ci è utile nella vita e ascoltare chi ha più esperienza o ne ha una differente dalla nostra ci fa sempre crescere.

Tra i tanti sogni nel cassetto ho letto che ti piacerebbe duettare con Tom Waits e ammetto che anche tra i miei milioni di sogni irrealizzabili c’è quello di duettare con lui, ma forse tu sei più avvantaggiato…  Come mai giusto Tom Waits ?

Dovresti immaginarlo dato che è anche un tuo sogno! Eheh… Waits è un genio, gli devo almeno un grazie per quello che indirettamente ha insegnato con la sua opera. Il mio sogno però non è quello di duettare con lui, bensì quello di prendere un caffè insieme. Giusto per dirgli quel grazie prima di passare in cassa a pagare. Però se tu riesci a duettarci voglio venire! Porto i caffè per tutti!

Ma oltre al grande Tom, Zibba cosa ascolta quando è in macchina, a casa a rilassarsi o in qualsiasi altro luogo dove gli è consentito ascoltare musica?

Dagli AC/DC al jazz. Quello che mi “serve” in quel momento. Mi piace andare ai concerti delle piccole band indipendenti, magari estere, e comprare il disco al banchetto per poi scartarlo prima di salire in auto e ascoltarlo nel viaggio.

Progetti per il futuro: avete intenzione di varcare i confini nazionali? 

Sarebbe figo, non so se riusciremo mai a suonare fuori dall’Italia ma mi piacerebbe. Per ora pensiamo al tour e a scrivere nuove canzoni, idee in testa ne abbiamo moltissime ma cerco di non farmi prendere dall’ansia di fare. C’è tempo, voglio anche godermi la mia famiglia. Ho un bimbo di due mesi. Mi piace l’idea di essere un buon padre, ci proverò.

E’ stato veramente un piacere, ci vediamo Sabato all’Officina !

Piacere mio, davvero!  Un grande abbraccio a tutti i vostri lettori, vi aspetto a Messina!

 

FRANCESCO ALGERI (@fralgeri)

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