SEGRATE: UCCIDE IL SOCIO, LA MOGLIE E SI SUICIDA ASSASSINO E VITTIMA ERANO SICILIANI, DI CATANIA E MESSINA

Un uomo ha ucciso stamani a colpi di pistola un collega di lavoro a Segrate (Milano). Poi è tornato a casa, a Bottanuco in provincia di Bergamo, ha sparato alla moglie e infine si è suicidato con la stessa arma.

L’uomo si chiamava Domenico Magrì, di 82 anni, originario di Catania. La prima vittima, che faceva lo stesso lavoro dell’assassino, si chiamava Carmelo Orifici, di 69 anni, un piccolo imprenditore edile, originario di Messina. I due avevano appuntamento in un cantiere, in via Monviso a Segrate (Milano) proprio per parlare di lavoro. All’incontro avrebbe dovuto essere presente anche il figlio di Orifici, che però ha fatto tardi e quando è arrivato ha fatto solo in tempo a vedere l’auto del padre guidata da Magrì. Subito dopo ha trovato il cadavere del genitore in cantiere, ucciso con un colpo di pistola alla testa. E’ stato lui a dare l’allarme fornendo targa e indirizzo di Magrì. L’assassino, secondo la prima ricostruzione dei carabinieri, a quel punto sarebbe tornato a casa a Buttanuco dove, sempre a colpi di pistola, ha ucciso la moglie e poi si è tolto la vita con la stessa arma (una Ruger 7.65 regolarmente detenuta). La donna, Maria Artale, 15 anni fa era stata colpita da un ictus e viveva su una sedia a rotelle. La donna, di 82 anni, è stata uccisa con un colpo alla fronte.

Domenico Macrì, dopo essere rientrato a casa a Cerro di Bottanuco, ha trovato nella villetta la moglie e una domestica. Ha invitato la badante a uscire per una commissione, dopodiché ha sparato alla donna e si è tolto la vita. Sarebbe stata proprio la domestica a dare l’allarme: rientrata a casa, infatti, ha trovato la porta aperta e i due cadaveri. Sconvolta, ha chiamato il 112. E quando sono arrivati sul posto i militari di Bergamo hanno trovato gli altri due cadaveri. La vittima, Carmelo Orifici, all’inizio degli anni ’90 era stato coinvolto nelle inchieste di ‘Mani pulite’. Anche il fratello Achille, sindaco di Segrate a metà degli anni ’70, era stato arrestato e anni dopo completamente scagionato dalla Corte di Cassazione.

Il movente del primo omicidio sarebbe di tipo economico. L’anziano, infatti, dopo decenni di lavoro aveva deciso di vendere le proprie quote della società, ma la difficoltà di trovare un accordo economico con Orifici lo ha esasperato al punto da ammazzarlo con un colpo alla nuca.

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