HOW I MET YOUR MOTHER: COME ROVINARE 9 STAGIONI IN 40 MINUTI

Quando si giunge alla puntata finale di una serie, qualsiasi serie, le aspettative di pubblico e critica finiscono quasi sempre deluse. E’ inevitabile, specie nell’era del web 2.0: con tutte le teorie che girano in rete da mesi, se non addirittura da anni, ci sarà sicuramente qualcuno che non gradirà le scelte degli autori, per quanto oculate possano essere…
D’altra parte, quanto deve essere difficile scrivere una degna conclusione per una serie dopo anni ed anni di messa in onda?
Sicuramente tanto, direi pure tantissimo.
Ma che succede se questo finale lo hai programmato per filo e per segno già alla seconda stagione, senza sapere per quanto la tua serie sarebbe effettivamente andata avanti? La domanda iniziale a questo punto cambia leggermente, per diventare: “quanto deve essere difficile scrivere una serie – per altre 7 stagioni – se il suo finale lo hai già stabilito anni ed anni prima e, soprattutto, non sei in alcun modo disposto a cambiarlo?”  Beh, in questo caso la risposta non è  più “tantissimo” ma, piuttosto, “cosa? mi prendi in giro?”

E prenderci in giro è esattamente quello che hanno fatto Carter Bays e Craig Thomas, i creatori e showrunner di How I Met Your Mother, la comedy CBS che dopo 9 anni di (a tratti in)gloriosa carriera ha chiuso i battenti lunedì 31 Marzo negli Stati Uniti. Forse ai loro occhi sarà sembrata una cosa davvero figa, un colpo di scena pazzesco, ma il risultato è stato a dir poco  (voglio essere gentile) controverso.

[Attenzione! Da qui in poi vengono rivelati importanti dettagli sul finale di stagione della serie! In altre parole: SPOILER ALERT!]

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Barney & Robin

I 40 minuti di Last Forever sono andati a concludere una stagione sicuramente atipica, svoltasi nell’arco del weekend precedente al matrimonio tra Barney e Robin (arricchita da  diversi flashback e flashforward buttati qua e là). Un matrimonio che, è importante ricordarlo, era stato annunciato addirittura 4 anni fa, con l’episodio 6×01.  Ebbene, dopo averci fatto attendere ben due stagioni per scoprire chi fossero gli sposi, dopo averci fatto vivere insieme a loro vicissitudini di ogni tipo, questo sodalizio si è consumato  nell’arco di soli tre anni – in termini diegetici –  e  in nemmeno 10 minuti sullo schermo .
Ma fosse solo questo il problema!
Il guaio è che tutto il percorso che ha portato i personaggi a quel fatidico giorno viene cancellato, insieme al matrimonio, con un impietoso colpo di spugna.
Barney, per esempio, ritorna ad essere il solito, vecchio, sciupafemmine dei tempi andati, negando perfino di aver vissuto una qualche forma di evoluzione. Il tutto per far sì che la vera scintilla del cambiamento arrivi da una bambina, sua figlia, nata da una botta e via con una donna di cui non ricorda nemmeno il nome. Una scelta che avrebbe avuto molto senso se fatta almeno 4 stagioni fa, ma che adesso appare del tutto priva di significato e di potenza emotiva. Le parole che Barney rivolge alla piccola You are the love of my life. Everything I have… and everything I am… is yours suonano del tutto posticce, perché cose del genere gliele abbiamo già sentite dire una volta , quando era Robin la sua “ragione di vita”.

Già, Robin. Nel corso di questi 9 anni gli autori ci hanno fatto capire in tutti i modi possibili che lei non era la donna giusta per Ted e che Ted non era, assolutamente, l’uomo giusto per lei. Senza scomodare episodi di stagioni ormai troppo lontane, basta ricordare il penultimo di questa final season, in cui entrambi si rendono conto di essere andati avanti con le loro vite, di non amarsi, e di non essere in alcun modo compatibili. Robin ci è stata presentata come una donna indipendente e fiera di esserlo: una caratteristica che Ted non era mai riuscito ad accettare fino in fondo, al contrario di un Barney che, invece, la amava proprio per questo. Viste le premesse, trasformare Ted nel vero amore di Robin (e non soltanto Robin nel vero amore di Ted) non era un’impresa per niente facile.  Perché crearle, queste premesse, allora? Conoscendo il finale in partenza si potevano seguire mille strade diverse: perché non farlo? Ma anche ammettendo di voler insistere in questa direzione, gli autori avevano almeno 4 anni anche in questo caso per correggere il tiro, piuttosto che ridursi agli ultimi 10 minuti dell’intera serie.  Era difficile, certo, ma non impossibile, se non addirittura coraggioso. E forse oggi non staremmo qui a criticare questo pessimo finale, ma a discutere nostalgicamente di quanto HIMYM, lei sì, fosse maestra nel parlare d’amore.

Tracy

Il modo in cui è stato trattato il personaggio della Madre, introdotto soltanto nel finale della scorsa annata, è davvero indecente. Non si tratta di un rifiuto nei confronti dei finali tristi: certo che Tracy poteva morire, probabilmente doveva morire, ma non così. Sarebbe bastato poco per rendere la sua dipartita non solo più coinvolgente, ma anche più sensata in termini narrativi. Per esempio, invece di farcela conoscere circa un anno fa, avremmo potuto benissimo incontrarla e “viverla” prima. In questo modo la premiata ditta Bays e Thomas avrebbe preso due piccioni con una fava, dando anche una botta di vita a quelle stagioni – come la 6 e la 7 – che hanno toccato punti bassissimi in termini qualitativi. Tracy, infatti, è stata una vera e propria ventata d’aria fresca, un personaggio ben costruito e dal grande potenziale comico. Sfruttarla soltanto per qualche puntata nell’ultima stagione e poi farla letteralmente fuori – senza dirci nemmeno cosa sia successo di preciso, senza permetterci di partecipare in alcun modo al dolore di Ted (che dunque non percepiamo) – è stato uno degli errori più grossi di HIMYM. E’ ancora più triste pensare a tutti quegli indizi disseminati lungo il percorso, quei piccoli segni del destino che alla fine non son serviti a nulla perché tanto “questa non è la storia di come hai incontrato mamma, ma di come sei innamorato di zia Robin“.

Ted e i suoi figli

Come può una sequenza girata otto anni fa essere davvero coerente con tutto quello che è successo nel frattempo? Non può, semplicemente. Non senza le dovute correzioni. Correzioni che, purtroppo, nessuno si è curato di fare. Ed ecco che le parole della figlia di Ted suonano alle nostre orecchie come assolutamente improponibili, perfino irritanti. Anche l’evoluzione dello stesso protagonista, quindi, viene negata senza troppe remore e questo soltanto per permettere ai fan di versare qualche lacrimuccia davanti allo schermo. Ted, in questi nove anni, è passato da una donna all’altra cercando in ognuna quella giusta. Ma non poteva riuscirci, perché non è così che funziona: quella giusta non te la puoi inventare, quella giusta c’è e basta e prima o poi la incontrerai. Quella giusta era Tracy. E’ questo che gli autori ci hanno raccontato per 9 lunghi anni, tra alti e bassi. Ma gli ultimissimi quaranta minuti della serie, invece, ci hanno raccontato una storia ancora diversa, e del tutto incoerente con quello che c’è stato prima. Quei quaranta minuti, insomma, ci hanno detto che era Robin quella giusta, lei e nessun’altra. Ed è una scelta che mi sta bene, per carità. Ma non si può trattare come un colpo di scena qualsiasi, come la trovata geniale da piazzare all’ultimo secondo per farci dire “Oh, ma guarda” tra un singhiozzo e l’altro. Una svolta del genere merita di essere introdotta e sviluppata in maniera decisa e ragionata: nulla di tutto ciò si è verificato nella realtà.

Le intenzioni di Bays e Thomas non erano malvagie, bisogna ammetterlo, ma delle buone intenzioni gli spettatori non se ne fanno proprio nulla. Con un po’ più di cura sarebbe potuto venir fuori un grande, grandissimo finale. Avrei accettato a malincuore il ricongiungimento tra Ted e Robin, da eterna detrattrice della coppia, ma l’avrei potuto giustificare e comprendere, perfino apprezzare. A queste condizioni, invece, lo sforzo che mi si chiede di fare è davvero troppo grande.

E questo, kids, è il motivo per cui il finale di How I Met Your Mother, purtroppo, non funziona.

(Francesca Anelli)

 

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