Quando manca poco alla mezzanotte nel molo Rizzo la tensione è palpabile. Agenti in mascherina, tende montate, sicurezza ai massimi livelli, tanto che anche l’assessore Mantineo rimane fuori dai cancelli, in attesa che arrivi un “contrordine” grazie anche all’intervento del Sindaco Accorinti, che lo ha preceduto sul posto. Poi il segnale: la nave sta arrivando. I fari illuminano il porto dove sono state istallate le tende, all’orizzonte il giallo della carena della Robur avanza nell’ombra, scivolando con la leggerezza di manovre sicure. Minuti sospesi. Inaspettate giungono le voci di quell’incontenibile gioia che solo i bambini sanno trasmettere. Manine che salutano dall’unico oblò che buca la grande parete della nave e urla di tenerezza infinita che arrivano fino a terra. Un carabiniere alza la mano e risponde. Molti alzano lo sguardo cercando di intercettare quello dei nuovi piccoli arrivati.
L’ultimo sbarco non è mai uguale al precedente. Questa volta il diario di bordo segna 266 anime. Mamme e padri con i propri bambini, ragazzi minorenni senza genitori, uomini scappati dalla guerra civile che sta insanguinando la Siria dal marzo del 2011. La macchina dell’accoglienza si è messa in moto, con meno incertezze, con più professionalità. E un grande lavoro va riconosciuto all’amministrazione comunale che ha subito attivato le strutture più adatte ad accogliere i minori non accompagnati e i bambini, nel rispetto dei legami familiari. Nove famiglie saranno ospitate nella struttura di Colle Reale, 10 madri con i loro figli all’Ipab di Santa Lucia del Mela, in 40 raggiungeranno Mongiuffi Melia. Sei invece le donne in stato di gravidanza, ricoverate al Policlinico Universitario.
Per gli altri sarà ancora il Palanebiolo dell’Annunziata la meta del lungo viaggio. Ma questa notte la terra è ferma e fa già meno paura. (@palmira.mancuso)
Negli scatti di Paolo Galletta la cronaca dello sbarco
