TARES E PIANO FINANZIARIO ATO3 DAVANTI A PROCURA E CORTE DEI CONTI, ESPOSTO CITTADINANZATTIVA

La Tares, insieme al piano finanziario dell’Ato3, finisce davanti alla Procura della Repubblica di Messina alla Corte dei conti di Palermo. È Cittadinanzattiva a presentare un esposto, a triplice firma del coordinatore provinciale, Giuseppe Pracanica, del coordinatore Giustizia per i diritti, Salvatore Vernaci, e del coordinatore dei Procuratori dei cittadini, Antonino Quartarone.

Cittadinanzattiva ritiene che “nel piano finanziario, approvato dalla Giunta e dal Consiglio comunale, posto a base della Tares, siano state inserite voci anomale che non potevano essere poste a carico degli utenti”. Le eccezioni sollevate nel documento potrebbero costituire “fattispecie di rilevanza penale in merito alle quali i cittadini di Messina assumerebbero la qualità di persone offese o danneggiate”.

Cittadinanzattiva ricorda che il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi è stato istituito dal decreto Salva Italia, il 6 dicembre 2011, con decorrenza primo gennaio 2013, “a copertura dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati allo smaltimento”. Secondo il comitato, tuttavia, a Messina, si è andato oltre, “tenendo conto di ulteriori spese, come quelle del personale: 537 dipendenti di MessinAmbiente e 56 dipendenti dell’AtoMe3, costo spalmato sulla terminologia di servizi ‘prestati’, che in realtà o sono incomprensibili o non sono stati prestati”.SAMSUNG

Non convince per esempio il bando di appalto per l’affidamento del servizio di gestione dei rifiuti solidi urbani: “Il capitolato contenente il computo estimativo dei servizi di gestione integrata dei rifiuti e servizi connessi nel territorio del Comune di Messina prevede una spesa complessiva di 25 milioni di euro a base d’asta e un riferimento a 355 unità di personale, come risulta dalla delibera dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, mentre poi nella relazione del piano industriale finanziario 2013 risulta pari a 42.009.892,60 euro”.

Ancora: “Il piano finanziario 2013, predisposto dall’AtoMe3 e approvato con delibera di Giunta 740 del 14 ottobre, non è stato limitato ai soli interventi del servizio di gestione dei rifiuti urbani avviati allo smaltimento. La Tares, per legge, non poteva essere applicata su servizi non contemplati e/o non effettuati, che avrebbero invece dovuto far carico sul bilancio comunale”. “Il Consiglio Comunale, con delibera 81 del 30 novembre 2013 ha approvato, sic et simpliciter – si legge ancora nell’esposto – il piano finanziario. Poiché l’approvazione avveniva a fine anno, mentre il tributo riguardava i servizi dal primo gennaio, i consiglieri dovevano e potevano rilevare la mancanza e/o l’insufficienza di determinati servizi per cui veniva chiesta l’imposta”.

cassonetti incendiati2_quimessinaNel mirino, gli avvisi di pagamento, e relativi bollettini, attinenti a un “tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (Tares), a copertura di tutti i costi afferenti al servizio di gestione di tutti i rifiuti urbani e dei costi relativi ai servizi indivisibili” e, quindi, “anche quelli non connessi con l’avviamento allo smaltimento”. “Poiché l’approvazione del piano finanziario, si può dire, sia avvenuta a consuntivo, il piano non si appaleserebbe veritiero, infatti contiene servizi non espletati o insufficientemente espletati e/o documentati: per spazzamento e lavaggio di strade ed aree riporta una spesa di 12.141.858 euro (gli operatori ecologici per le strade di Messina e dei villaggi non si sa chi li abbia visti, come il lavaggio quotidiano o periodico estivo delle strade). La raccolta differenziata 3.665.085 euro. Trattamento e riciclo 606.423 euro. Altri costi (?) 1.377.224 euro. Costi comuni (?) 2.146.396 euro. Costi d’uso (?) 3.775.071 euro”.

Cittadinanzattiva ricorda, infine, di avere chiesto, ai sensi di legge ma senza successo, l’applicazione del tributo nella misura massima del 20% della tariffa in caso di “mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, ovvero di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento, nonché di interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi”. “E’ stato richiesto – si legge inoltre – di abbattere la tariffa del 20% per servizi non prestati nel 2013 (e per voci erroneamente poste a carico della Tares) da computare ormai sull’ultima rata”.

Ultima annotazione del coordinamento: “L’AtoMe3 è in liquidazione dal 19 luglio 2010, MessinAmbiente dal 3 febbraio 2012. La Srr che avrebbe dovuto rilevare la gestione dei servizi è stata costituita il 7 ottobre 2013 ma non si comprende perché non sia ancora operativa”.

@FabioBonasera

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