CRISI IDRICA, SANTALCO: “CHIEDERE PREZZO POLITICO ALLA REGIONE PER L’ACQUA DELL’ALCANTARA”

“Da Fiumefreddo arrivano 250 litri d’acqua in meno ogni secondo e questo sta costringendo l’Amam a razionalizzare la distribuzione, con grave disagio per i cittadini”. Giuseppe Santalco, capogruppo di Felice per Messina in Consiglio comunale, spiega così i disservizi nell’erogazione idrica che nelle ultime settimane hanno colpito la città. “Siamo solo a giugno e la situazione – pronostica – si potrebbe aggravare in estate”. La soluzione, tuttavia, c’è: “Messina di deve riappropriare dell’acquedotto dell’Alcantara e la classe politica cittadina deve indurre Siciliaque a fare pagare un prezzo politico, atteso che la stessa non ha alcun costo e l’acqua perviene prevalentemente a caduta”.

Santalco, premettendo che da diverso tempo sollecita la Giunta di palazzo Zanca a risolvere la situazione, ricorda che quasi due anni fa aveva già evidenziato che Siciliacque “sversa l’acqua proveniente dall’Alcantara nel torrente Giampilieri, con una portata di 100-150 litri al secondo, non potendola più fornire all’Amam”. Le ragioni della mancata fornitura sono meramente economiche: Siciliacqua propone un prezzo di 65 centesimi ogni metro cubo ma l’Amam ne paga 34 per quella proveniente da Fiumefreddo.

“La situazione non è più tollerabile”, ammonisce l’ex presidente dell’Ato Idrico. Da qui, l’invito all’amministrazione comunale e al presidente dell’Amam a “far diventare prioritaria la questione dell’Alcantara, inducendo la Regione ad affrontare subito la questione con Siciliacque, convocando urgentemente un tavolo tecnico che possa definire il costo politico per l’acquisto dell’acqua, anche con un contributo finanziario della stessa Regione che detiene quote di Siciliacque”.

Santalco, in proposito, cita il precedente di quando presidente dell’Amam era Filippo Livio “e la Regione concesse un contributo di 8 milioni di euro ad abbattimento dei costi della tariffa”.

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