ARCIGAY MESSINA, APRE CENTRO MULTISERVIZI CON SHOW DRAG QUEEN. FUNZIONALITA’ E IRONIA

Quando si guarda alla diversità sessuale, non è necessario scomodare celebri filosofi o poeti maledetti. Basta osservare la sincerità dei gesti e la battaglia dei diritti civili che portano avanti giornalmente tante coppie gay per comprendere che, dietro la voglia di un “vistoso” riconoscimento sociale, c’è la solidità della condivisione di un affetto o di una vita. Cosa c’è più normale di questo? Ma senza perdersi in sentimentalismi, chi combatte ogni momento per affermare che la propria sfera privata non può essere sottoposta a giudizio del mondo cerca, soprattutto, uno spazio di “normalità”, fatto di servizi per il cittadino oppure dove poter ironizzare sulle difficoltà con uno spettacolo di “Drag Queen”. Questo si può trovare anche a Messina, in una piccola sede di via Placida 59, la “Casa Rossa”, dove il Makwan Arcigay locale ha inaugurato, proprio ieri sera, un luogo di riferimento in cui confrontarsi, proporre, studiare, lavorare e documentarsi sul primo Archivio storico dell’Associazione. Ad omaggiare l’evento sono stati il presidente nazionale dell’Arcigay, Flavio Romani, il presidente Arcigay Messina Rosario Duca e due memorabili attivisti dell’Arcigay di Roma del Centro “Massimo Consoli”, Claudio Mori e Alba Montori.

drag queen_messinaoraLa sede si propone come centro lettura Lgbt (lesbiche, gay, bisex e trans) ma non applicherà discriminazioni di genere, come punto informatico e consultorio online e diretto su appuntamento, fino a diventare anche sportello per profughi Lgbt.
“Messina è molto più aperta e disponibile al dialogo di molte altre città del nord, per esempio in Veneto – dice Romani -. Ho riscontrato una percezione diversa di tutto il territorio verso Lgbt, una nuova curiosità nel volersi sprovincializzare ed inquadrare manifestazioni di richiamo filo Gay nella giusta dimensione. Molti additano il Gay Pride come una carnevalata. Ma per farci ascoltare dovremmo indossare lo smoking o l’abito scuro? Gli spettacoli con le Drag Queen confermano che sappiamo difendere i nostri diritti divertendoci. La femminilità esagerata, ostentata serve ad esorcizzare il senso di pudore o i falsi moralismi che ci sono intorno all’universo gay. Il nostro stesso percorso tende ad aggregare soggetti che non superano i 50 anni. Dopo quest’età, sostengono di sentirsi inadeguati”. “Io sono stato per diversi anni presidente dell’Arcigay a Ferrara – commenta Romani – e sono presidente nazionale da un anno e mezzo. In tutto questo tempo, le lotte di liberazione sono sempre passate attraverso nostre richieste forti da digerire per la società conservatrice come appunto il Registro delle Unioni Civili e da iniziative molto fragorose. Ma quella che si ricorda in assoluto è quella che ha innescato la rivolta dei gay a New York nel 1969, quando una trans ha preso a colpi di tacco a spillo, in piazza, le forze dell’ordine”.
“I servizi possono essere infiniti per lesbiche, gay, bisex e trans – spiega Duca – affinché i fruitori trovino una location esente da pregiudizi. La collaborazione di Annamaria Garufi già permette, ogni venerdì, di realizzare consulenze psicologiche. Da settembre, ci saranno altri due esperti per aumentare i colloqui a due/tre volte a settimana. L’Archivio sarà il nostro fiore all’occhiello perché si arricchirà di testi. Attualmente, raccoglie tutte le iniziative e pubblicazioni relative all’Arcigay di Messina a partire dal 1989, da quando è nato lo Statuto. Molto presto, potremmo ricevere anche qualche donazione che estenderà la conoscenza a tutta la Sicilia”.
“Sono convinto e abbiamo dimostrato coi fatti – insiste il responsabile di Macwan – che la nostra Associazione possa essere utile nella società. Abbiamo organizzato banchetti alimentari per chi ne aveva bisogno. Lo scorso dicembre, siamo andati in soccorso di alunni e famiglie della scuola di Paradiso che avevano occupato i locali perché rimasti senza luce ed abbiamo portato il nostro generatore. Insieme a noi, c’erano la Casa Rossa, Rifondazione e il Teatro Pinelli. Ma non c’erano le Associazioni-Sentinelle che ritengono inaccettabili le unioni civili e che si nascondono dietro i valori della famiglia, senza però vigilare sulla pedofilia e il femminicidio. Suggerisco a queste associazioni di donarsi veramente al prossimo, offrendo da mangiare a profughi e famiglie che vivono di stenti”.
Ora, si attende come si esprimerà il Consiglio comunale in merito al tanto discusso Registro. (@Marcella Ruggeri)

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