MONDIALI. BRASILE, IL PALLONE E’ SCOPPIATO

Nei mondiali che volgono alla conclusione si sono spaccate pesantemente le gerarchie calcistiche .
Gli inventori del calcio spettacolo, i brasiliani da tutti e da sempre invidiati e ammirati per la semplicità e la bellezza danzante del loro calcio sono caduti ore fa sotto i cingolati tedeschi che col solito cinismo hanno raso al suolo il peggiore Brasile di tutti i tempi ed un popolo intero dove il calcio è religione , malattia, economia, politica, passato, presente e futuro. Per restare nella tabella dei tanti record il Brasile ha fatto di tutto per battere quello del risultato più eclatante nella storia dei mondiali ( se non sbaglio),   Ungheria – El Salvador 10 – 1 dei mondiali di Germania del 1982, quelli dell’Italia Campione del Mondo. Strano che gente abituata alle gesta di Pelè, Garricha, Ronaldo, Kakà ,Ronaldinho, non abbia percepito il rischio della figuraccia proponendo Hulk, Jo e Bernard pensando bastassero i soli Thiago Silva e Neymar a salvare la barca di un impacciato Felipao. Ora purtroppo restano le lacrime da coccodrillo e una ricostruzione difficile vista anche la fuga dal Sudamerica dei talenti brasiliani doc.

 

Ma fatto questo rilievo statistico e archiviato l’uragano abbattutosi sulla bruttissima copia del Brasile delle stelle ormai andiamo avanti senza dimenticare altre cadute pesanti di questo stranissimo mondiale.
Secondo me anche il 5-1 dell’Olanda sulla Spagna, detentrice del titolo, in apertura di competizione non mi pare un risultato che si discosti molto da quello di ieri sera. Mi sono riguardato stanotte quella partita (provateci anche voi per verifica). Cambiava il colore delle maglie e non c’era l’ingordigia tedesca ma il tracciato della partita mi ha dato gli stessi risultati con qualche gol in meno. Una Spagna che per anni aveva dominato il mondo con la sua Nazionale e con le sue squadre di club ridotta in accozzaglia di ex campioni che facevano la gara del peggiore in campo. Le inquietanti performance di Casillas, Xavi, Iniesta, Piquet non avevano niente da invidiare ai balletti da autoscontro proposti dai difensori brasileri ieri sera. Una catastrofe calcistica guidata da un Del Bosque  emulo di Oronzo Canà e ora di Felipao Scolari. Ma la Spagna ha dalla sua parte quella filosofia occidentale ,di tipo napoletano, del “chi ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, scurdammucce ‘o passato” e tra un insediamento reale, una finale di Slam di Nadal, un attenzione al loro idolo del ciclismo Contador protagonista al Tour e un paio di follie di mercato per riprendere la corrida fra Real e Barcellona sembra abbia già superato il cataclisma brasiliano al punto da riconfermare subito Del Bosque Cana’. Domani sara’ un altro giorno. Niente a che vedere con la disperazione brasiliana . Ma fossi in loro, calcisticamente, mi preoccuperei di un pallone che anche da quelle parti è scoppiato.

 
Perché il segnale che arriva da questi mondiali è proprio questo. Il pallone custodito a lungo da alcune potenze europee o sudamericane può sempre scoppiare. Per vari motivi. Per la crescita di squadre come Colombia, Messico, Cile, Algeria , Costarica, Usa che attingendo dalla scuola Europea con tecnici e calciatori distribuiti nel nostro continente guadagnano posizioni sul piano della tattica, della strategia e della preparazione fisico-atletica. Il divario si accorcia sensibilmente.
Se poi ti capita una multietnica Germania fatta di muscoli, organizzazione e buona qualità o una furbissima Olanda o un Belgio nel periodo generazionale di buoni talenti, hai voglia di pensare che le più forti saranno sempre le stesse.
Certo in quest’analisi del pallone che scoppia non possiamo inserire l’Italia. Qui da noi tutto è strano e difficile. Se trovi il male non trovi la cura. Qui quando perdi la bussola non hai possibilità di salvezza. Ogni analisi calcistica ti porta subito fuori dal campo di gioco. Lo spogliatoio, i twett, il residence lussuoso, i senatori contro i ragazzotti, il ct incoerente , la stampa, il clima e cosi via. Tutti contro tutti per giustificare le sconfitte del campo. Considerate quindi quante condizioni occorrano , qui da noi, per mettere in campo una squadra che ci rappresenti per quello che riesce a proporre sul terreno di gioco. Sembra stare in parlamento quando c’è da formare o cacciare un governo della nazione.
Così quel pallone che tutti pensano sia cosi paziente da non scoppiare mai ti presenta le sue debolezze e rigonfiarlo diventa sempre più difficile.

@CiccioManzo

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