LEGA DELLE GAMBE PELOSE: LA MODA DAL REGNO UNITO, RISCATTO O SCIATTERIA?

“Donna barbuta sempre piaciuta”. Non sarà piuttosto gamba felpata femminilità ammazzata? I canoni estetici, si sa, sono soggetti a cambiamenti epocali. Che cos’è la bellezza e come possa riconoscersi non è possibile definirlo con chiarezza, essendo questo un dato appartenente all’orizzonte della percezione personale, ma possiamo sposare la visione del drammaturgo norvegese Henrik Ibsen secondo cui si tratterebbe nient’altro che di una convenzione, “una moneta che ha corso solo in un dato tempo e in un dato luogo”.

Le prove sono sotto nostri occhi. Vita piccola, ventre tondeggiante e seno prosperoso bastavano a far girare la testa a qualunque uomo finché alla venere botticelliana, come al modello Sophia Loren, non si sono sostituite copie infinite della celebre Twiggy. La donna opulenta magari di buon appetito e l’uomo macho dal petto villoso hanno gradualmente ceduto terreno a una miss smagrita e pallida taglia 36 e ad un metrosexual depilazione integrale.

La formula magica “90- 60- 90” è stata per lo più accantonata in favore di un generico bidibi body-bi bù, ma se è vero che presso l’uomo contemporaneo un sedere sodo può compensare la carenza di seno, cosa penserà il poverino alla vista (se non al tatto) di gambe lanose?

Non è un rischio, perché in effetti si è già verificato! L’idea viene dal Regno Unito dove si è costituito l’Hairy Legs Club, lo traduciamo con “Lega delle Gambe Pelose”. Bandite lamette e cerette, molte donne hanno deciso di aderirvi pubblicando sul blog omonimo le proprie foto. “Penso che sia ridicolo sentire la necessità di alterare la natura del nostro corpo e anche di più lasciare che il nostro corpo naturale sia percepito dalla società come sgradevole o volgare”, dice una delle iscritte.

La riflessione è d’obbligo. L’assioma “la natura è perfetta” esclude per via diretta che le rimodulazioni umane lo siano ugualmente. Inoltre, il ritorno alla femminilità al naturale sarebbe un modo per combattere gli stereotipi impostisi nel tempo. La donna, che ha conquistato con fatica il diritto di indossare i pantaloni e di tagliarsi i capelli alla maschietta, non vede proprio perché dovrebbe sottoporsi a stressanti e dolorosi trattamenti di depilazione. D’altra parte, chi bello vuole apparire un po’ deve soffrire. O forse no. A memoria d’uomo, le nostre nonne assecondavano la natura senza pensarci troppo e questo non gli ha certo impedito di esercitare il loro appeal. Parlare di sciatteria sarebbe dunque azzardato, essendo anche questo un giudizio di valore scaturito dal tempo. Qualche anno fa la stessa Julia Roberts, perfettamente acconciata e fantasticamente avvolta in un pallettatissimo abito rosso alla prima di Notthing Hill, aveva azzardato alzando un braccio e lasciando intravedere l’inaspettato, prontamente immortalato dai paparazzi.

La moda, che dunque non è poi così giovane, lambisce le coste italiane. Risale al mese di giugno la canzoncina, sul web già definita tormentone dell’estate, lanciata dalla concorrente di amici Diana del Bufalo che si esibisce con la sua chitarra in una performance dai contorni molto chiari, immediatamente definiti dal titolo “La Foresta”. Senso dell’umorismo o provocazione, Diana canta “la natura è bella perché è sincera”.

Pelo si, pelo no? La forza dell’abitudine che chiamiamo buon gusto ci dice che sotto la gonna la calza naturale non ci deve proprio stare. Se queste aspettative vengono tradite, il sentimento primo è per lo più il senso di ribrezzo. Mentre le donne tornano alla coltivazione intensiva, gli uomini avviano la deforestazione. Cosa riteniamo meglio oggi è semplice da definire. Come saremo fra vent’anni, solo il tempo potrà dirlo. (LAURA MANTI)

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