TRE CONSIGLIERI CHIEDONO L’ESECUZIONE DELLA DELIBERA. MA SANTALCO CERCA LA MEDIAZIONE

Tre dei sedici vanno avanti nel proprio percorso istituzionale: se il consiglio ha deciso, va da sé che ora pretenda di vedere l’esecuzione di quanto stabilito nella seduta del 29 luglio scorso in merito all’Isola Cairoli.

Così Nicola Cucinotta, Pippo Trischitta e Andrea Consolo trasmettono una nota alla stampa e ai colleghi, anticipando il contenuto dell’interrogazione che nella mattinata di domani (lunedì 4 agosto) “dopo certa sottoscrizione di un congruo numero di consiglieri”, scrivono, verrà depositata presso gli uffici del sindaco, della Giunta, della Procura della Repubblica nonché della Corte dei Conti Regionale. L’oggetto dello scritto riguarda per l’appunto l’adempimento di atti d’ufficio.

Cucinotta Nicola

I “leoni dei peloritani” – definizione autoattribuita da Cucinotta a sé ed ai 15 colleghi che definisce eroi sul suo wall – chiedono “al Sig. Sindaco ed a tutti i componenti della Giunta di porre in essere gli atti del loro ufficio per dare esecuzione della delibera n. 19/C adottata il 29.07.2014 dal Consiglio Comunale”. Traduzione: riaprire al traffico veicolare le vie che il voto dei giorni scorsi non ha ammesso come pedonalizzabili nel PUT, con effetto immediato. A meno di 48 ore dalla manifestazione che sabato ha dato uno scossone alla città, i consiglieri – certi di agire in tutela e col sostegno della maggioranza della cittadinanza – invieranno suddetto scritto anche alla Procura della Repubblica “per formare parte integrante degli esposti già presentati da numerosi cittadini ed esercenti attività commerciali, ed al fine di verificare se, dall’esposizione dei suddetti fatti, possano configurarsi i reati di omissioni di atti d’ufficio e di abuso di ufficio, e di ogni altro reato che dovesse essere ravvisato, da parte del Sindaco e dei componenti la Giunta Comunale”, e alla Corte dei Conti, Sezione Sicilia, “affinché accerti se gli atti posti in essere dalla Giunta per istituire l’isola pedonale nel periodo sperimentale e la mancata esecuzione della delibera n. 19/C adottata il 29.7.14 dal Consiglio Comunale abbiano determinato, sin dal 9.1.14 e, comunque, dal 29.7.14, un danno erariale per il Comune di Messina corrispondente al mancato introito giornaliero ( circa € 2.000,00 ) derivante dai parcheggi a pagamento posti all’interno dell’isola pedonale sperimentale”.

Le prime reazioni non si fanno attendere troppo. A dire la sua per primo è Giuseppe Santalco che risponde ai colleghi esordendo con un “Carissimi Nicola, Pippo e Andrea”…

Il capogruppo di Felice per Messina non ha bisogno di lezioni circa l’ars politica e non perde tempo mostrando subito le sue abilità in materia: “Avete avuto modo di notare che durante la discussione sulla delibera sull’isola pedonale, pur volendo apportare una leggera modifica al Vostro emendamento (che non ho firmato, ma votato) inserendo come isola pedonale anche una parte di Via dei Mille sino alla Via XXVII luglio, pur tuttavia per spirito di gruppo, e condividendo l’idea che era importante partire subito con Piazza Cairoli e successivamente affrontare eventuali altri allargamenti ed ampliamenti in altre zone della città, ho votato sia l’emendamento che la delibera e di ciò non mi pento affatto.

Tuttavia, ritengo che, in questo momento, non bisogna né mostrare i muscoli, né esacerbare o far diventare il dibattito sull’isola pedonale un referendum pro o contro Accorinti, in questa materia abbiamo tutto da perdere.

Sabato a Piazza Cairoli vi erano 2.000 messinesi non 2.000 accorintiani”. Per la cronaca, la scelta del grassetto è di Santalco e non nostra!

“Dobbiamo partire dalla delibera adottata dal Consiglio ed avviare da subito un confronto con l’amministrazione su come successivamente integrare il PUT, con una analisi approfondita che tenga conto delle diverse istanze di cui la città è portatrice”, continua da buon politico navigato che, in poche righe, sottolinea il proprio volere originario di mantenere pedonale via dei Mille, la constatazione della massiccia presenza eterogenea alla manifestazione che suoi colleghi negazionisti fingono essere stata un flop e si veste – giustamente e strategicamente – da mediatore perfetto per un dialogo costruttivo tra consiglio e giunta, senza però perdere di vista la necessità di una progettualità condivisa che parta proprio dal consesso: “Dobbiamo caratterizzarci per una proposta concreta, fattuale e tecnicamente sostenibile che deve trovare riscontro in un confronto serrato con l’amministrazione cercando di non radicalizzare lo scontro”.

Ma non finisce qui perché nella sua missiva di risposta, Santalco sferra un attacco formidabile nientepopodimeno che all’idolo della piazza di sabato: il sindaco! “Sai chi ha bocciato l’isola pedonale?”, scrive, “Il Sindaco. Si … Renato Accorinti. Si si … proprio Renato.Perché? Perché ha usato violenza. Renato violento? Si violento. Violento nell’ego. Violento nel merito e violento nel metodo. Violento per istinto e violento per calcolo. Nessun cittadino … nessun Consigliere Comunale è contrario alla idea e alla realizzazione di isole pedonali. Il cittadino come il Consigliere Comunale si interroga come, dove, quando. Renato … il professore del no … aveva deciso … voleva decidere da solo”.

“Vecchio” lupo qual è, Santalco indossa i panni del personaggio coraggiosamente controcorrente, fiero delle proprie posizioni e pronto a difenderle ma soprattutto si mostra come “saggio super partes” e riesce a rimproverare tutti in modi diversi, difendendo se stesso abilmente. Snocciola ed enumera tutte le pecche dell’Isola così come pensata da Accorinti e co. e li bacchetta senza risparmiarsi, sostenendo che “i 16 consiglieri comunali che hanno votato no al violento diktat del Sindaco hanno stoicamente e degnamente rappresentato una comunità ed una istituzione”. Ma poi, con lo stesso piglio e la diplomazia degne di un politico di lungo corso, rimette tutti in riga e conclude: “Fatta questa doverosa premessa, ritengo errato il modo di approcciare alla questione che volete affrontare con l’interrogazione e con la notifica alla Procura ed alla Corte dei Conti; una cosa è se lo fanno i privati altro se lo facciamo noi!

Sbagliato nei modi e nel metodo. Bisogna riannodare i nodi del rapporto democratico e del confronto, caratterizzandoci nell’approccio rispetto ad Accorinti e Cacciola, partendo da una nostra proposta che continui il percorso già intrapreso, invitandoli ad un nostro tavolo tecnico insieme ai quartieri interessati”. E quindi: “Vi propongo di sospendere l’invio degli atti ad Organi esterni, aspettate ancora una settimana per vedete l’attuazione della delibera 19 e, nel frattempo, lavoriamo insieme agli altri Consiglieri per andare oltre il mero scontro che non serve a nessuno.

Noi che pensiamo alla polis non dobbiamo restare compressi tra capi-elettori e demagoghi (più o meno giovani).” E, anche stavolta, il grassetto è opera dell’autore che sa bene quali frasi mettere in evidenza.

@eleonoraurzi

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