LO PRESTI E STURNIOLO SPACCANO IL MOVIMENTO DI ACCORINTI: “LASCIAMO IL GRUPPO, IL SUO PIANO CONDANNA I DEBOLI”

“Le dinamiche in Consiglio comunale rimarranno invariate ma di certo non permetteremo più questa falsa opposizione che passa dall’abbigliamento del sindaco o dal suo sincretismo, anziché dai contenuti. In merito al movimento, non so cosa possa accadere d’ora in avanti. Quello che si sta abbattendo su Cambiamo Messina dal Basso è un macigno ma la sua composizione è troppo eterogenea per preventivarne gli effetti”. Nina Lo Presti commenta così, in conferenza stampa, la decisione presa insieme a Gino Sturniolo e “con il sostegno di tanti attivisti” di uscire dal gruppo consiliare che sostiene Renato Accorinti a palazzo Zanca per approdare al misto, unitamente a quella di votare contro il piano di riequilibrio proposto dalla Giunta, questa sera, alle 19, in aula.

NIna Lo Presti
NIna Lo Presti

I due consiglieri dimezzano il contingente di Cmdb in assemblea ma questo non significa che passeranno all’opposizione che, in controtendenza con quanto accade normalmente nel mondo civile ma in perfetta sintonia con la tradizione messinese, detiene la maggioranza dei voti.

A spingere Lo Presti e Sturniolo verso quella che il secondo non esita a definire una “cosa per noi lacerante” è il venir meno dello spirito, dei principi per i quali il sindaco è stato eletto, il 24 giugno 2013. E proprio il piano di riequilibrio chiamato al vaglio del Consiglio comunale ne sarebbe prova.

Lo Presti fa una premessa di tipo procedurale per la quale il documento contabile non andrebbe nemmeno votato. A partire dalla necessità, prioritariamente, “di esprimersi sul conto consuntivo 2013, soprattutto alla luce del deficit strutturale certificato in quello del 2012”. Ostativi sarebbero pure “i debiti fuori bilancio che rendono inattendibile il saldo finale”. E ancora: “Il consuntivo 2013 verrà ritirato, alla luce delle osservazioni dei revisori dei conti, ma gli emendamenti spetterebbero al Consiglio e non alla Giunta”. Lo Presti si sofferma anche sulle “spese del personale delle partecipate che sono state già oggetto dei rilievi della delibera 58 della Corte dei Conti”. Per non parlare del fatto che il piano di riequilibrio sarà sottoposto solo stasera al giudizio dei Consigli circoscrizionali il cui parere, tuttavia, non è vincolante.

Gino Sturniolo
Gino Sturniolo

 

Andando alla sostanza del Piano di riequilibrio, Lo Presti rileva come sotto il profilo dei numeri non faccia una piega. Il problema, semmai, è che conduce a una “riduzione dei servizi, con la città che si dovrà sobbarcare il peso negli oneri del malgoverno degli anni precedenti”. “Nel piano non si trova alcun riferimento ai fondi Ecopass – fa notare – cosa che sarebbe stata necessaria per intentare una causa e recuperare il pregresso. Gli interventi per le partecipate sono invece aleatori. Per Amam, Ato 3 e Atm manca il contratto di servizio e gli stessi Ato 3 e Atm, insieme a MessinAmbiente, sono in liquidazione. Riguardo ai 500 milioni di debiti fuori bilancio – prosegue – come quelli scaturiti dalle cooperative spazzaneve, non sarà possibile analizzarli uno a uno per risalire alle reali responsabilità. Sono debiti maturati legittimamente sotto il profilo strettamente giuridico. Ma sotto quello morale?”.

Questo piano di riequilibrio, secondo l’ormai ex consigliere di Cmdb, non è altro che un “condono tombale di tutte le politiche clientelari, del malaffare, del malgoverno che si sono succeduti negli anni”. “Si intende – afferma – aumentare le entrate e ridurre le spese ai danni dei deboli, dei cittadini onesti. E’ giusto che siano loro a pagare il debito di 500 milioni lasciato dalla politica? Non si può rilanciare una comunità senza fare i conti col passato”, conclude Lo Presti che in premessa aveva chiarito che “il predissesto è una facoltà, il dissesto un obbligo e noi stasera voteremo contro il piano, non per il dissesto che non abbiamo creato e che semmai subiamo come tutti i cittadini”.

Sturniolo, che ammette anche di aver preso in considerazione le dimissioni dal Consiglio comunale, ricorda che si contestano le modalità con cui è stato varato il piano di riequilibrio: “Siamo per la democrazia partecipativa. Avevamo detto che avremmo portato i conti nelle piazze. Per noi era questo l’elemento della rivoluzione. Ma questo Piano di riequilibrio è stato pubblicato la notte tra il 13 e il 14 agosto? Il Consiglio ne ha preso visione solo lo scorso 27 agosto. I Consigli di quartiere lo vedranno solo stasera ed entro stasera lo dovremo votare. Tutto questo è antidemocratico. Avremmo gridato allo scandalo se tutto questo lo avessero fatto altri. Nelle tabelline di questo documento ci sono i flussi di potere di questa città. Nostro dovere sarebbe di aprire questi conti, capire se le forze politiche che stasera voteranno a favore hanno delle responsabilità”.

Da sinistra, Signorino, Le Donne e Accorinti
Da sinistra, Signorino, Le Donne e Accorinti

Sturniolo manifesta il suo rammarico, lui che avrebbe voluto un Piano “costruito dal basso, secondo principi di trasparenza e partecipazione, perché tutti conservassimo il controllo dell’ente”. “Invece – obietta – questo è il piano di Antonio Le Donne e Guido Signorino. Ma questo dissesto economico e sociale non può risolversi con la tecnica. Si doveva puntare sull’intelligenza collettiva. L’unica risposta vera sarebbe stata la ridistribuzione della ricchezza”

Per Sturniolo, questa lacerazione interna, molto dolorosa a suo dire, può tuttavia costituire l’impulso per un nuovo municipalismo che riconsegni al settore pubblico la gestione dei servizi. Una consolazione che al momento non lenisce l’indignazione del consigliere del quarto Quartiere, Santino Bonfiglio, eletto con Cmdb: “Solo stasera, quando dovremo esprimere il nostro parere, ci faranno conoscere il Piano. Accadde così pure per la Tares. Sono sicuro che ci saranno molte proteste. Noi siamo contrari alle scelte calate dall’alto. Purtroppo nella gestione delle Circoscrizioni non si è verificato nessun cambiamento rispetto al passato. Mi aspettavo Renato Accorinti in piazza a gridare basta a questa politica di austerity”.

Massimo Cammarata, militante di Cmdb, rivendica che “il 24 giugno 2013 alla gente era stata data la speranza che questo Piano di riequilibrio al contrario toglie. Ci sarebbe stato bisogno di un piano politico, non di uno meramente contabile”.

Maurizio Rella, primo dei non eletti di Cmdb, non si dice convinto della scelta di Lo Presti e Sturniolo di lasciare il gruppo “perché sono perfettamente in linea con i principi del movimento”. “Oggi – incalza – le porte del Comune, purtroppo, non sono aperte ma socchiuse e non tutti riescono a entrare. Renato (Accorinti, ndr) reagisce alle critiche con difficoltà ma spero faccia tesoro delle mie parole. Quali sono i reconditi motivi – conclude – per cui il Consiglio, sono certo, voterà il piano di riequilibrio? Quali gli ordini dall’alto? Quali gli accordi sottobanco?”. (@FabioBonasera)

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