No Hotspot a Messina, Germanà conferma “struttura sostituirà le tende, ma solo per prima accoglienza”

Nino Germanà

Dopo le dichiarazioni della Giunta Accorinti, anche dal deputato Nino Germanà, arrivano rassicurazioni sulla inconsistenza delle notizie Ansa che darebbero per certa la creazione di un hotspot a Messina per la gestione dei migranti.

“Tra tanti commenti e inutili polemiche intendevo vederci chiaro e sono andato alla fonte”, così il deputato regionale Ncd, Nino Germanà che stamani è volato a Roma per avere chiarimenti circa la notizia che vuole Messina come sede di un nuovo Hotspot previsto dal Ministero dell’Interno.

“Ho parlato con il dottor Mario Morcone, capo del dipartimento interessato, il quale ha chiarito che a Messina verrà realizzata una struttura di prima accoglienza, ma che allo stato attuale non si è affatto deciso nulla in merito alla realizzazione di un Hotspot a dispetto di quanto trapelato in questi giorni. È vero però che esiste un progetto che interessa la caserma Gasparro, all’interno della quale si organizzerà un centro di accoglienza che sostituirà le tende indecenti di ricoveri arrangiati che ci sono in città, al fine di dare un’accoglienza che sia dignitosa. Dunque si sta parlando di una struttura di prima accoglienza e non c’è nulla di diverso dalle solite procedure. E in più si tolgono le tende. Queste sono le rassicurazioni che ho avuto personalmente.

D’altro canto resterò vigile sull’argomento perché ritengo che l’unico modo per affrontare le cose sia farlo direttamente. Abbiamo l’abitudine di fare rete -prosegue il deputato- e all’intervento puntuale della nostra capogruppo Daniela Faranda è seguita la mia partenza: Messina non ha tempo per stare dietro ai tafferugli tra gruppi politici.

Armiamoci e partite è slogan a cui siamo amaramente abituati, ma è un modus che non ci appartiene. In casi come questi non si cavalca la polemica ma si cerca di dare un servizio e una tutela alla cittadinanza, cercando di capire come stanno le cose, non approfittando delle circostanze per fare campagna elettorale gli uni contro gli altri”, conclude.

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