SAN FILIPPO UFFICIALMENTE A PORTE CHIUSE: DALLA QUESTURA LE MOTIVAZIONI

Il due di picche è ufficialmente servito. A nulla è valso l’incontro svoltosi qualche ora fa tra Questura e tifosi, conclusosi senza nessuna variazione della delibera che chiude le porte del San Filippo e le speranze del tifo giallorosso. Irremovibili le autorità, delusi i supportes, che seguiranno la partita dalla collinetta sovrastante l’impianto, per rimanere comunque accanto alla squadra. Dal summit è però emerso un particolare: la prefettura, in difesa del proprio operato, avrebbe dimostrato di aver inviato alla società Acr ogni 3 del mese, a partire da Giugno, la notifica di avviso per la verifica dei requisiti necessari per il regolare utilizzo dello stadio, inaspriti dal decreto Alfano del 18/08/2014.

Principio del dissidio il 4 Settembre, quando dal Prefetto viene emanata la delibera che decreta la chiusura degli spalti per l’incontro di domani contro la Lupa Roma, con tanto di elenco delle presunte carenze, su tutte l’impianto di videosorveglianza e quello di illuminazione. Una doccia fredda per chi aspettava con ansia l’incontro di domani e per la società Acr, costretta a fare i conti con un grave danno di immagine (unica squadra del torneo di Lega Pro a giocare a porte chiuse, nonostante i 200.000 euro spesi dal Comune per mettere a norma lo stadio), oltre che economico.

Invano l’appello del patron Pietro Lo Monaco che giovedì sera, in conferenza stampa con accanto il Sindaco Renato Accorinti e Sergio De Cola, chiedeva soltanto che l’Acr Messina non pagasse le conseguenze di una diatriba personale, smentendo punto per punto le argomentazioni della delibera firmata dal Prefetto Trotta e invitando chi di competenza ad effettuare il sopralluogo mai avvenuto, nonostante la delibera. A nulla è servito neanche lo sfogo di alcuni tifosi che hanno tappezzato la città con dei volantini di protesta, firmati “Quelli a cui hanno rotto il c…”, che chiedevano rispetto per la gente di Messina. Un presagio invece il blocco del circuito Lottomatica, ordinato dalla stessa questura, per la sottoscrizione o il rilascio degli abbonamenti presso i punti vendita autorizzati.

Una decisione che era nell’aria, confermata dal pessimismo dell’ambiente societario dopo il vertice in prefettura di ieri sera; il nuovo sopralluogo del “G.O.S” di stamane di fatto è servito soltanto a discutere i parametri per lo svolgimento del match a porte chiuse, dunque le speranze di invertire la decisione del prefetto, anche in virtù dei tempi tecnici sforati, erano già ridotte all’osso. Rimbalzano le responsabilità, non si placa il caos e chi ha pagato l’abbonamento non potrà assistere alla prima giallorossa in Lega Pro. Domani, almeno dagli spalti, sarà lo spettacolo dell’assenza, un’ennesima dimostrazione delle contraddizioni tutte messinesi.

@RobertoFazio

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