NOVECENTO AZIENDE EDILI E 5MILA OPERAI IN MENO DAL 2008, ALLARME ANCE: “BASTA SCONTRI POLITICI”

Il Presidente dell’Ance Messina Salvatore Arcovito denuncia i numeri impietosi che, ormai da un quinquennio, definiscono la crisi dell’edilizia in Sicilia e nella nostra provincia.

“I costruttori messinesi e tutto il comparto edile – afferma il Presidente della territoriale Ance – non possono restare inermi di fronte alla distruzione di un settore che deve essere sostenuto proprio in momenti critici per l’economia nazionale come quelli che si stanno vivendo da troppo tempo. Invece, la classe politica ed amministrativa a tutti i livelli, da quello nazionale a quello locale, non sembra in grado di dare risposte concrete, riuscendo solo ad emanare leggi, regolamenti o direttive, senza prendere quei provvedimenti di politica economica che sono indispensabili per dare agli imprenditori gli strumenti necessari a venire fuori dallo stallo in cui è precipitato il Paese. In Sicilia vi sono stati ben 80.000 licenziamenti tra diretti e indotto, mentre rimangono bloccati quasi 1 miliardo e cento milioni di euro per lavori che sarebbero immediatamente cantierabili o che potrebbero riprendere, dando una boccata di ossigeno a tutti, non solo alle imprese edili. Limitandoci alla provincia di Messina – prosegue Arcovito – il calo degli addetti è impressionante, se consideriamo che, in soli 5 anni, dal 2008 al 2013, siamo passati da quasi 14.000 a 9.000 operai occupati iscritti in Cassa Edile, con un trend in calo ulteriore di quasi 1.500-2.000 unità, secondo le stime al mese di agosto 2014, mentre il numero delle imprese iscritte è calato di oltre un quarto nello stesso periodo, con un saldo negativo di quasi 900 aziende rispetto al 2008”.

L’Ance, in tutte le sue espressioni territoriali, da quello nazionale a quello locale, ha intrapreso da qualche anno una battaglia quotidiana per sottolineare le criticità del sistema politico-amministrativo e proporre una serie di soluzioni ai Governi Nazionale e Regionale ed alle amministrazioni locali.

“Abbiamo avviato da un anno – sottolinea Arcovito – tante iniziative sia pubbliche che istituzionali per incalzare coloro i quali dovrebbero individuare le politiche per superare la crisi, come, ad esempio, i ripetuti solleciti agli enti appaltanti sul territorio per sfruttare le opportunità offerte dal Governo Nazionale in tema di sblocco dei lavori o di reperimento delle risorse finanziarie per il pagamento dei crediti delle imprese verso la pubblica amministrazione. Purtroppo le risposte sono state sempre vaghe e, insieme all’assenza di decisioni che consentano di avviare i quasi 500 milioni di euro per lavori bloccati nella nostra provincia, concorrono ad alimentare un clima di sfiducia e di fortissima tensione tra le imprese edili e tutti i soggetti ad esse collegati, dalle aziende dell’indotto ai lavoratori”.

“Nel nostro ambito – continua il Presidente dell’Ance Messina – abbiamo anche provato ad interloquire con l’amministrazione comunale di Messina e di altri centri della nostra provincia, per cercare strade alternative ed innovative che possano consentire di dare respiro anche all’edilizia privata, ottenendo segnali di apertura, ma ci sentiamo sempre rispondere che le disastrose situazioni finanziarie degli enti locali non consentono di fare nulla. Adesso – conclude Arcovito – è indispensabile che gli scontri politici o le beghe di partito o di schieramento lascino spazio a provvedimenti davvero incisivi che sblocchino investimenti indispensabili già disponibili e aprano a prospettive in campi troppo trascurati come la prevenzione del rischio idrogeologico, il risparmio energetico, il recupero strutturale e antisismico degli edifici, cercando di essere al passo con i tempi. Ulteriori inerzie sarebbero criminali per il tessuto economico e sociale non solo di Messina, ma dell’intero Paese”.

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