Vulcano: sparavano dal mare alle capre, bracconiere denunciato

Una tecnica inconsueta e cruenta, per uccidere le caratteristiche capre autoctone di Vulcano, di cui facevano razzia. In tre i bracconieri che a bordo di un natante raggiungevano le impervie parti rocciose dell’isola, per sparare indisturbati dal mare agli ovini, che poi andavano a prelevare.

A scoprirli una motovedetta dei carabinieri di Vulcano, che nella giornata di ieri stavano effettuando una serie di controlli con i colleghi di Milazzo, e che avevano sentito anche dei colpi di fucile in zone particolarmente impervie dell’isola, a strapiombo sul mare. I militari hanno deciso allora di procedere alla perlustrazione di queste pareti rocciose dal mare. Non distante dal luogo dove erano stati sentiti gli spari è stata intercettata una piccola imbarcazione con a bordo tre isolani “in tenuta da caccia”, e da un controllo dell’imbarcazione sono emerse in alcuni punti delle macchie di sangue.

Una circostanza che ha insospettito i militari che continuato  a ispezionare anche un tratto di costa poco distante. Al termine del rastrellamento sono state rinvenute le carcasse di due grosse capre, mortalmente ferite da alcuni colpi di fucile. Poco distante dagli ovini è stato rinvenuto e sequestrato anche un fucile da caccia calibro 12 utilizzato illegalmente dai cacciatori e di proprietà di un parente di uno dei tre.

Emergeva quindi che i “bracconieri” utilizzavano la piccola imbarcazione per avvicinarsi agli scogli, difficilmente raggiungibili dalla terra ferma e dove solo le caratteristiche capre di Vulcano arrivano per leccare il sale dalle rocce. Illegalmente, quindi, dal natante sparavano all’indirizzo degli ovini scendendo poi a terra per recuperare le carcasse. Vista in lontananza la motovedetta cercavano poi di nascondere il fucile e di allontanarsi via mare.

Al termine degli accertamenti, verificato che aveva sparato uno solo dei tre controllati, in possesso di porto d’armi ad uso caccia, questo è stato denunciato per aver ucciso due animali di specie protetta e per aver esploso colpi d’arma da fuoco da un’imbarcazione. Sia le armi che le carcasse venivano sottoposte a sequestro.

 

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