Serie A: Tornano El Shaa, Strootman e il Napoli. Juve forza 7, Mazzarri alla fiera degli alibi

Anche l’undicesima giornata è stata consegnata agli annali, la serie A adesso osserverà un turno di riposo in concomitanza con gli impegni delle varie Nazionali.

Il weekend appena trascorso ha restituito al campionato una delle sue protagoniste più attese: il Napoli di Rafa Benitez e, soprattutto, Gonzalo Higuain. Fino a qualche settimana fa andava evidenziato, giustamente, il rendimento deludente di una squadra che sembrava lontana parente di quella ammirata per gran parte della scorsa stagione. Al di là della condizione fisica, ai tempi non eccelsa, il tecnico spagnolo ci aveva messo del suo, talvolta anche con scelte di formazione più che opinabili. La chiave però era rappresentata dalla scarsa verna de El Pipita: non a caso da quando il centravanti argentino si è sbloccato, i partenopei hanno totalizzato 10 punti in quattro partite. Gli ultimi 3 ieri pomeriggio a Firenze, naturalmente grazie a un gol dell’ex delantero del Real Madrid che con un potente destro ha trainato i suoi al terzo posto, a quota 21. La nota stonata per il club azzurro è costituita dall’infortunio di Lorenzo Insigne, fermatosi sul più bello dopo aver raggiunto un livello di forma smagliante. Oggi lo scugnizzo si sottoporrà agli accertamenti strumentali, il timore per i legamenti è altissimo.

In testa le distanze tra Juventus e Roma sono rimaste invariate, sempre tre le lunghezze che separano le prime della classe. Semplice passerella per Madama: allo Stadium il Parma è stato sommerso da due piogge, una effettiva e l’altra di reti: ben 7, per la disperazione di Mirante. Al festival del gol bianconero hanno suonato l’ottimo Lichtsteiner e i solisti offensivi: Llorente, Tevez e Morata, tutti autori di doppiette scacciapensieri, sensazionale il coast to coast dell’Apache per il momentaneo 4-0. Allegri aveva chiesto maggior cinismo sotto porta ed è stato accontentato, il miglior viatico per la metabolizzazione del nuovo modulo a quattro.

Qualche ora più tardi i giallorossi, reduci dai K.O. con Bayern e Napoli, hanno risposto superando il Torino con un comodo 3-0 firmato Torosidis, Keita e Ljajic. E alla ripresa Rudi Garcia avrà uno Strootman in più nel motore: ieri sera l’Olimpico ha salutato il rientro in campo del formidabile centrocampista olandese, a otto mesi esatti dal grave infortunio al ginocchio che gli aveva fatto saltare anche i Mondiali.

Le milanesi procedono invece a braccetto, ma con il loro passo da velocisti…impegnati a scalare il Mortirolo. Fuor di metafora ciclistica, sette giorni fa le meneghine avevano rimediato due inattese sconfitte per 2-0, stavolta entrambe hanno impattato sul 2-2. Il Milan però ne esce decisamente meglio, dal momento che ha fatto visita alla lanciatissima Samp e può sorridere per la fine del sortilegio in cui era incappato Stephan El Shaarawy, nuovamente in gol dopo 622 giorni di astinenza. Prodezza valsagli il preventivato ritorno in Nazionale, dove ritroverà anche Mario Balotelli, inaspettatamente precettato da Antonio Conte per Italia-Croazia. Merito del comune sponsor Puma? Chi conosce bene il ct giura di no…

L’Inter invece è stata ripresa allo scadere, davanti al pubblico amico (?) del Meazza, dal Verona della premiata ditta Saviola-Nico Lopez, abili a confezionare il pareggio pochi minuti dopo essere stati lanciati nella mischia da Mandorlini. Magari d’ora in poi il tecnico scaligero concederà un po’ di spazio al Conejo ex Barça, che fino a pochi mesi fa segnava in Champions con l’Olympiacos mentre quest’anno fa panchina anche a Juanito Gomez. Misteri imperscrutabili.

Negli spogliatoi Mazzarri ha parlato dell’espulsione esagerata di Medel, di assenze, tanti giovani in organico, sfighe varie ed eventuali, rispettando insomma il solito cliché. Se un giorno qualcuno inventerà la fiera dell’alibi, a Walter da San Vincenzo andrà ad honorem la direzione artistica. Intanto, la faccia di Thohir è sempre più un programma. Da parental control.

Lo sbarazzino Empoli di Maurizio Sarri, fresco di rinnovo, ha interrotto a sorpresa la marcia della Lazio, capitolata al “Castellani” sotto i colpi di Barba e Maccarone, vana si è rivelata la nuova prodezza di Filip Djordjevic. Un passo falso, quello biancoceleste, che consente al Genoa di raggiungere gli uomini di Pioli al quinto posto, grazie al pari maturato a Cagliari. Sull’1-1 finale c’è il timbro di Mattia Perin, superbo nel neutralizzare il rigore del nuovo idolo di casa Avelar. Con il medesimo risultato si è conclusa la sfida tra Palermo e Udinese: anche in questo caso decisivo un errore dagli 11 metri, con Karnezis bravo ad ipnotizzare Franco Vazquez. Se Dybala (già a segno dal dischetto nel primo tempo) se la fosse sentita di calciare, forse l’esito sarebbe stato diverso.

Preziosissimo in coda il successo del Chievo, trascinato contro il Cesena dal redivivo Pellissier, mentre la palma di match più noioso della settimana va indubbiamente a Sassuolo-Atalanta, il primo anticipo di sabato chiusosi a reti inviolate. La logica del punticino, che muove la classifica, inizia a fare capolino.

Jody Colletti                 Twitter: @jodycolletti

 

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