Caso Manca, Ingroia indagato per calunnia. L’ex Pm, “una mostruosità giuridica”

foto tusciaweb.it

Un avviso di garanzia è stato recapitato ad Antonio Ingroia per notificargli l’iscrizione nel registro degli indagati della procura di Viterbo. Al vaglio degli inquirenti laziali ci sono alcune dichiarazioni rilasciate dall’ex magistrato, oggi avvocato della famiglia di Attilio Manca, l’urologo di Barcellona Pozzo di Gotto trovato privo di vita nella sua casa di Viterbo l’11 febbraio del 2004: aveva accusato gli investigatori viterbesi di avere condotto un’indagine piena di “inerzie e coperture”.

“Avevo fiducia nella magistratura per questo pensavo che il tam tam della procura di Viterbo fosse da collegare alla riapertura delle indagini” ha detto l’ex toga, accompagnato dai genitori di Manca, mostrando ai giornalisti l’avviso di garanzia ricevuto dalla procura laziale, dove il prossimo 1 dicembre sarà interrogato dal pm Renzo Petrosselli. “Un avviso di garanzia così- ha detto l’ex pm – lo può fare solo un analfabeta del diritto o chi è in malafede. Prima il pm Renzo Petroselli, che dovrebbe essere laureato ma da quello che scrive non sembrerebbe, ha chiesto l’esclusione dei familiari dal processo, poi è arrivata la novità. La procura di Viterbo ha trovato il colpevole del caso Manca: il sottoscritto. Ma un avvocato non può essere accusato per quelle che dice nei processi, esattamente come i pm. In passato sono stato accusato di calunnia da Bruno Contrada, da Marcello Dell’Utri, da Silvio Berlusconi, dai figli di Provenzano: Petrosselli è in buona compagnia. Devo decidere se denunciarlo solo al Csm o anche penalmente”.

Dura la reazione del fratello di Attilio, Gianluca, che grida alla vergogna e  ricorda come “il Commissario Gava attestava che Attilio Manca, nei giorni in cui Bernardo Provenzano si operava a Marsiglia, prestava servizio presso l’Ospedale Belcolle di Viterbo. Dopo dieci anni, la redazione della trasmissione Chi L’ha Visto?, appurava, dagli stessi registri di presenza dell’Ospedale, che Attilio Manca non era in servizio, era assente! Oggi, il difensore della famiglia Manca, Avv. Antonio Ingroia, viene indagato per Calunnia, dalla stessa Procura di Viterbo, dallo stesso Pm Petroselli, per aver esposto, all’udienza preliminare, un falso ideologico.  Quest’ultima mossa- conclude  – ci costringe a ritenere, per l’ennesima volta, che Attilio Manca sia stato ucciso per avere operato Bernardo Provenzano e che la verità deve essere negata per coprire chi ha offerto la latitanza al Boss. Per coprire chi ha trattato con il boss che è riuscito a lasciare indisturbato l’Italia e farsi operare in Francia.”

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