Accorinti, dai sit-in fuori dalle porte alle fughe di soppiatto

Renato Accorinti

E’ successo ieri mattina a Palazzo Zanca e il video girato da Carlo Cucinotta per MessinawebTv ha fatto in poche ore il giro dei social network, consentendo anche agli assenti di prendere visione di una delle abituali prassi comportamentali dell’ala del “castello” che ospita il primo cittadino. A fargli da schermo una valchiria che seleziona e filtra ingressi e uscite e, non di rado, sottrae il sindaco da quelle “rotture” che prendono tempo e danno noia. Niente di più “normale”, del resto non di rado, in passato, inquilini del Municipio criticatissimi sono stati accusati di mancare di rispetto a cittadini e rappresentanze lasciate a fare anticamera per ore… per non parlare poi di chi sgattaiolava approfittando della distrazione degli astanti. Fino a poco tempo fa Renato Accorinti era quello che aspettava dietro la porta, oggi è diventato quello che sgattaiola via. Non è la prima vota che il numero uno del Comune, della storica e popolarissima rimozione dei tornelli, schiva chi vuol conferire con lui, invece di accoglierlo. E non è la prima volta che lo schermo sia la sua segretaria di gabinetto. A sentirsi dire “il sindaco non c’è” e poi vederselo passare davanti sono stati in tanti e qualcuno, oltre ad imbufalirsi, c’è anche rimasto parecchio male (il tutto è avvenuto sotto gli occhi di chi scrive, quindi non si racconta un passaparola viziato dal telefono senza fili).

Ma andiamo ai fatti. Una cordata di consiglieri appartenenti alle commissioni decima e sesta avevano chiamato in causa gli assessori Filippo Cucinotta e Nino Mantineo per discutere questioni importanti e urgenti: i rappresentati della giunta non si sono presentati, almeno non prima di un poderoso sollecito. In reazione all’assenza degli amministratori che la presidente Donatella Sindoni definisce da subito “una grave mancanza di rispetto”, i consiglieri si recano dal sindaco ma rimangono fuori dalla sua stanza. “E’ un fatto che si ripete spesso”, evidenzia Libero Gioveni, riferendosi alla mancata presenza degli assessori, seppur richiesta.

“Non possiamo espletare la commissione perché l’amministrazione non è presente e avevamo già rinviato i rappresentanti dell’associazione Anffas” , spiega animatamente alla segretaria del sindaco la battagliera consigliera del Pd. C’è poco da temporeggiare, infatti, perché l’ Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale aveva ricevuto in assegnazione una sede direttamente dal Comune, sede attualmente posta sotto sequestro per via di un incidente verificatosi al suo interno che ha portato alla morte di un disabile. Ad ora l’associazione paga mensilmente una location provvisoria, sostenendo una spesa che non è alla portata del proprio budget, a quanto pare. La situazione si complica ancora di più nella misura in cui l’Asp, che ha accordato la convenzione all’Anffas, potrebbe ritirarla se entro il 31 dicembre non verrà riconosciuta una sede ufficiale e stabile tra quelle convenzionate: il che si tradurrebbe nella sospensione di attività riabilitative di cui fruiscono i diversamente abili che fanno riferimento all’associazione. La soluzione (ideale perché immediata) sarebbe nella concessione di una parte dell’Istituto Marino (padiglioni 8-1 e 8-2) che l’assessore Mantineo, ieri, giunto a palazzo Zanca dopo un sollecito che ha risolto il misunderstanding con la sua segreteria per la gestione degli appuntamenti in agenda, ha assunto l’impegno di assegnare all’associazione. “E’ una questione di volontà politica a questo punto, è una cosa che si potrebbe risolvere immediatamente. Noi siamo disposti a dare al Comune una quota di affitto“, spiega il presidente dell’Anfass, Bruno Siracusano, che è stato raggiunto telefonicamente da Messina Ora.

Insomma che la situazione non sia facile o rimandabile a oltranza non v’è dubbio e che non si parli di privilegiati ma di quelle categorie che Accorinti annovera tra gli “ultimi” è altrettanto palese. Quel che lascia quantomeno perplessi è l’atteggiamento del primo cittadino. I consiglieri vengono invitati ad accomodarsi in sala giunta e, dopo qualche minuto vengono raggiunti non dal professor Accorinti ma dalla dottoressa Silvana Mondello. “Il sindaco se ha un impegno deve andare via”, dichiara la funzionaria.

Per la precisione, prima viene comunicato che il sindaco è già andato via, poi si rettifica asserendo che l’informazione va verificata e questo atteggiamento non piace a chi è in attesa e avrebbe gradito che l’amministratore avesse fatto capolino almeno per una “frazione di secondo”. “Non è una frazione di secondo”, commenta la segretaria di gabinetto che continua con tono composto: “Per quanto riguarda la presenza del sindaco qui gradirei venissero usati dei toni più pacati-!!!-perché se il sindaco ha un impegno e non può posticiparlo non è per mancanza di rispetto nei vostri confronti ma eventualmente mancherebbe di rispetto a …”, viene interrotta bruscamente dalla passionale Sindoni che continua (giustamente!) a ribadire che per educazione cinque minuti si sarebbero potuti trovare. Insomma, a fronte di una offesa (perché tale è, non fosse che per la presa in giro) i toni pacati sono proprio l’ultima delle reazioni che la maggior parte delle persone riuscirebbero a tenere, probabilmente.

Ora, la questione è proprio formale e la critica non può che essere perentoria e unanime. Le prese in giro non piacciono a nessuno e lo stesso Accorinti ai tempi in cui era “quello che aspettava dietro la porta”, e non quello “che sgattaiola via”, avrebbe condannato aspramente una analoga condotta del Buzzanca, Genovese, Leonardi, Provvidenti, Andò -e chi più ne ha più ne metta- di turno. Lo avrebbe fatto e lo ha fatto! E nessuno nega la sacralità degli impegni istituzionali che il sindaco deve rispettare ma ciò non toglie che quella frazione di secondo, quei cinque minuti che i consiglieri chiedevano andavano trovati; non toglie che invitare persone in attesa a sistemarsi in una stanza per avere il via libera e poter andare fuori dal palazzo senza essere fermati si chiama presa in giro, si chiama mancanza di rispetto, si chiama offesa e, prima ancora che istituzionalmente, costituisce un fatto gravissimo umanamente; non toglie che i consiglieri in sala giunta, appartenenti a diversi gruppi e partiti, sono – piaccia o meno – espressione di voto della città di Messina e che l’Anffas è un’associazione composta da cittadini che svolgono un’azione sociale importantissima e se il sindaco o chi per lui li inganna (perché è un inganno) pur di dribblarli e potersi sottrarre a loro, spiace dirlo, ma lo ha indirettamente fatto verso ciascuno dei messinesi che ha votato il consiglio oggi in carica.

Lo ha fatto come lo hanno fatto altri che lo hanno preceduto al più alto scranno del Comune; lo ha fatto come coloro i quali ha sempre criticato; lo ha fatto ieri e lo ha fatto in passato. Abbiamo ovviamente chiamato anche Accorinti  per dargli modo di chiarire la cosa, ma non essendo riusciti a parlarci, non possiamo che limitarci (momentaneamente) a riflettere “solo” in base a quanto un video (quindi non una notizia riportata in modo più o meno parziale o tendenzioso o opinabile) ci ha dettagliatamente raccontato. E spiace, spiace davvero molto! (@eleonoraurzi)

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