Natale interreligioso a Giampilieri, protagonisti i bambini della scuola “Simone Pasquale Neri”

Spettacolo natalizio all’insegna del dialogo interreligioso quello  allestito venerdì 19  con la partecipazione degli alunni della scuola dell’Infanzia e Primaria “Simone Pasquale Neri” di Giampilieri dell’Istituto comprensivo “Santa Margherita” di Messina, presieduto dalla Dirigente, prof.ssa Laura Tringali.

Il piccolo varietà, dal titolo “Dillo forte che è Natale”, rientra nelle attività previste dal progetto “La pace incomincia da me”, che si propone l’educazione ai valori universali dell’uomo. La pace, presente nel testo biblico come dono celeste all’umanità e come impegno dell’uomo, capace di darne visibilità nel quotidiano, diviene il motivo principale per uno sguardo rinnovato nei confronti di chi vive accanto a noi e per costruire canali di conoscenza e di dialogo. È risaputo che l’istituzione scolastica gioca un ruolo determinante in tutto ciò e per questo il Natale cristiano, con le sue molteplici tradizioni, ne offre molteplici possibilità.

In un contesto multireligioso, qual è l’ambiente scolastico della scuola di Giampilieri, come raccontare e vivere il Natale? Come rendere partecipi tutti ed educare alla pace e al dialogo fra le religioni?

Durante lo spettacolo, che ha visto una nutrita partecipazione, oltre che dei genitori degli alunni, anche della comunità del piccolo villaggio conosciuto per le tristi vicende dell’alluvione del 2009, è stato riservato uno spazio all’ascolto, in lingua araba, della Sura 3,45-47, il testo più “natalizio” del Corano dove si riferisce dell’annuncio della nascita di Gesù da parte dell’angelo Gabriele a Maria.

«E ricorda anche quando gli angeli dissero a Maria: “O Maria, in verità Dio ti dà il lieto annuncio di una Parola che proviene da Lui. Il suo nome sarà il Messia, Gesù [‘Isà] figlio di Maria, illustre in questo mondo e nell’altro e uno dei più vicini a Dio. Egli parlerà agli uomini fin dalla culla come un adulto e sarà uno dei giusti”. Maria rispose: “Signore, come potrò avere un figlio, se nessun uomo mi ha toccata?”. “Proprio così!”, disse l’angelo; “Dio crea ciò che vuole. Quando decide una cosa, non ha che da dirle: Sii, ed essa è».

A coronamento del momento è stato presentato un “ampliamento” del presepe cristiano, che propone il momento dell’Annunciazione. I bambini hanno costruito il loro presepe con la capanna e Gesù bambino, riattualizzando l’evento della natività del Figlio di Dio e i loro compagni musulmani, al posto della Natività, hanno realizzato l’Annunciazione, con Maria che sul davanzale di casa s’incontra con l’angelo, quasi a ricalcare il famoso dipinto del Beato Angelico. Cristiani e musulmani si sono incontrati sulle strade della Palestina, tra Nazareth e Betlemme, per dire che il dialogo fra religioni è possibile, oltre che auspicabile.

Dalla condivisione con i fratelli musulmani il Natale ingrandisce la sua prospettiva e riflette l’inizio del progetto, quando nell’annuncio Dio rivela la sua paternità divina. Quasi a dire, e a voler ricordare a ognuno, che qualsiasi fatto o evento si realizza nel tempo e prevede un cammino, un itinerario. In Maria, madre del Dio/profeta, oggetto di profonda devozione di cristiani e musulmani, l’accoglienza della Parola ha generato la Vita, che ha un inizio a Nazareth e un’attualizzazione a Betlemme.

Un invito, dunque, viene dai bambini della scuola “Simone Pasquale Neri” di Giampilieri, a mettersi in cammino per trovare la strada che porta a Dio, che porta alla pace, nel riconoscimento reciproco della propria identità.

In conclusione si è proposto la realizzazione di un dolce speciale: “La torta della pace” indicandone i vari ingredienti e una riflessione di Tonino Bello, che quale valido pastore, incita al cammino.

«Mettiamoci in cammino, senza paura. Il Natale di quest’anno ci farà trovare Gesù-Dio e, con Lui, il bandolo della nostra esistenza redenta, la festa di vivere, il gusto dell’essenziale, il sapore delle cose semplici, la fontana della pace, la gioia del dialogo, il piacere della collaborazione, lo stupore della vera libertà, la tenerezza della preghiera».

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