Riqualificazione zona falcata, il piano dei Dr per puntare ai fondi europei: “Crocetta dovrà dirci di sì”

Sessanta giorni di tempo per capire quale potrà essere l’effettivo destino della zona falcata di Messina. Ad avviare il conto alla rovescia, Beppe Picciolo e Marcello Greco, con la forte complicità della Soprintendenza ai beni culturali della città dello Stretto e di Gaetano Sciacca. Oggi, in conferenza stampa, nella sede dei Dr, i due parlamentari dell’Ars hanno presentato il progetto che dovrebbe condurre al finanziamento, con fondi europei, del piano di riqualificazione della Falce e del water front, da Giammoro a Tremestieri, in perfetta continuità amministrativa con il lavoro già imbastito dall’ex assessore regionale Giusi Furnari.

Obiettivo dei Dr, facendo leva sulla collaborazione di Massimo Finocchiaro, fiduciario di Rosario Crocetta nella città dello Stretto, presente oggi all’incontro con i giornalisti, è far incassare l’incarico all’assessore Maurizio Croce – che ha recentemente ottenuto la delega alla Protezione civile – affinché, attraverso la predisposizione di un accordo di programma, si approdi a un piano strategico, propedeutico all’ottenimento dei fondi europei. “Per noi, questo è l’anno zero – spiega il capogruppo, Picciolo – nelle prossime riunioni di Giunta regionale, Crocetta darà l’incarico a Croce. Non lo farà per una forma di cortesia ma per una mera questione politica, essendo il nostro un partito della sua maggioranza”.

greco picciolo sciacca“Vogliamo raccogliere il testimone lasciato da Furnari e trasformarlo in un accordo di programma”, rende noto. L’intenzione è di dare vita a un nucleo tecnico interdisciplinare capace di stringere un accordo per il rilancio strategico dell’area. “Il progetto – dice – è esteso a degli osservatori: i sindacati e Confindustria”. Il successivo piano strategico che ne dovrebbe derivare dovrebbe consentire di richiedere per tempo i fondi strutturali comunitari. Fra i vari soggetti “tecnici” necessariamente coinvolti, c’è l’Autorità portuale: “Ho già parlato con il presidente, Nino De Simone. Si è detto d’accordo e disponibile a sobbarcarsi gli oneri economici della bonifica di una parte delle aree di sua competenza. Al resto delle somme ci penserà Houdini, ovvero l’assessore Croce”.

Proprio sotto il profilo squisitamente tecnico, Picciolo rileva che, a differenza di quanto avvenuto per Porto Marghera, non sarà necessaria una lex specialis: “Per ottenere i fondi basta un piano strategico approvato dalla Giunta regionale. Per ora si è sbagliato perché si è pensato solo alla bonifica, senza la riqualificazione, come invece richiede l’Unione Europea. Molto importante sarà il ruolo giocato dal Comune, che dovrà essere parte attiva”. Il recupero della Falce, commenta tra il serio e il faceto il deputato, “è  l’unico sogno che ci è rimasto, dopo il ponte sullo Stretto”. E a parlare è un dentista, uno che di ponti ne capisce.

Fondamentale è l’apporto offerto dalla Soprintendenza ai beni culturali di Messina, già ai tempi dell’elaborazione delle schede tecniche da parte di Furnari. Significativo, in particolare, il contributo dell’architetto Orazio Micali, anch’egli presente in conferenza stampa: “Di riqualificazione si parlò già nel 1999 ma non si trovarono le risorse. Oggi, sono necessari chiarezza negli obiettivi, rigidità nei tempi e un accordo chiaro tra le amministrazioni. Solo così si può arrivare ai fondi dell’Ue”. Chiave di volta è il programma cultura – sviluppo elaborato dalla Soprintendenza, con la Falce al centro di un progetto di rivalutazione del patrimonio che affonda le radici nella vocazione turistica del territorio: “Agire per tempo è essenziale – ammonisce Micali – l’Unione Europea ragiona in funzione degli imprenditori. Gli enti pubblici devono essere al loro servizio e operare nell’ottica secondo cui, se il piano A dovesse fallire, occorre avere il tempo per esperirne uno B, C, D”.

Nelle more che il bersaglio grosso venga centrato, il Pdr intende rispolverare il disegno di legge congelato nel 2013. Il presidente della commissione Cultura dell’Ars, Greco, ne ricorda gli aspetti salienti: “Il documento propone il cambio di destinazione d’uso per la riconversione delle attività commerciali, secondo le richieste del mercato, senza incidere sulla pianificazione e senza l’incremento dei volumi. La presenza, oggi, dell’ingegnere Sciacca sana la diatriba all’epoca scaturita e dimostra la sua intelligenza”.

“Siamo vigili e attenti”, assicura Greco, nell’ottica della continuità del lavoro avviato da Furnari. Mentre Picciolo precisa che, solo se il Ddl dovesse andare incontro a lungaggini e forme di ostruzionismo in aula, si potrà prendere in considerazione l’ipotesi di commissariare il Comune di Messina, avanzata dall’ex ingegnere capo del Genio Civile. Poi, si abbandona alla visione di ciò che potrebbe essere la zona Falcata in futuro: “Con un museo permanente della scienza, un altro museo a bordo della prima nave traghetto della storia e la riqualificazione della Dogana”. In questo contesto, il famigerato punto franco “potrebbe essere trasferito a Giammoro, insieme agli approdi”.

“Di idee – conclude – ne abbiamo tante. Purtroppo dobbiamo fare i conti con questa burocrazia con la quale ogni giorno combattiamo”. (@FabioBonasera)

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