Truffa ai danni della Regione, sequestrata Torre Medievale di Brolo. Sette indagati

I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Messina hanno posto sotto sequestro la Torre Medievale di Brolo e un immobile di proprietà di Nino Germanà – cugino omonimo del deputato regionale, come lo stesso esponente del Ncd precisa – rappresentante legale della locale associazione culturale Pickwick, in esecuzione di un’ordinanza di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, emessa dal gip del Tribunale di Patti, Ines Rigoli, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica di Patti, Rosanna Casabona. Sono inoltre stati notificati gli avvisi di conclusione indagini e le informazioni di garanzia a 7 soggetti indagati per truffa aggravata e riciclaggio.

I provvedimenti sono stati emessi a conclusione di articolate e complesse indagini di polizia giudiziaria che hanno consentito di ricostruire l’indebita percezione di finanziamenti pubblici erogati dalla Regione Siciliana (Assessorato al Turismo, Comunicazioni e Trasporti e Assessorato dei Beni Culturali ed Ambientali e della Pubblica Istruzione), nel 2009 e nel 2010, per la ristrutturazione della Torre Medievale e del suo borgo e per la realizzazione della manifestazione culturale denominata Medievalia, tenuta nel comprensorio della torre.

Le false fatture, presentate per ottenere il contributo relativo alla ristrutturazione della torre e la fruizione del borgo medievale, pare avessero ad oggetto l’acquisto di materiale promo-pubblicitario, e sarebbero state emesse, anche in epoca successiva alla cessazione dell’attività, dal titolare di una tipografia sita in Brolo. Per la rassegna, le erogazioni pubbliche sarebbero state ottenute corredando i piani economici di spesa presentati al competente assessorato con l’indicazione di fittizi acquisti da ignari fornitori, di beni o di servizi, che avrebbero fatto lievitare a dismisura i costi, che in alcuni anni avrebbero superato il milione di euro, al solo scopo di ottenere una percentuale maggiore di contributo. Anche in questo caso le false fatture presentate per ottenere il rimborso sembra avessero ad oggetto materiale promo-pubblicitario e sarebbero state emesse dal medesimo tipografo. In un caso, poi, un fornitore, ignaro delle finalità illecite, avrebbe rilasciato una regolare fattura successivamente alterata nell’importo e allegata alla richiesta di contributo.

Gli indagati, al fine di documentare all’ente la regolarità dei pagamenti, avrebbero posto in essere un sistema fraudolento consistente nell’eseguire disposizioni di bonifici e nell’emettere numerosi assegni circolari a favore del titolare della tipografia compiacente. Quest’ultimo sembra restituisse a Germanà l’importo dei bonifici in contanti e gli assegni circolari, che, su incarico di quest’ultimo, sarebbero stati incassati da soggetti terzi, per eluderne la tracciabilità finanziaria, che restituivano l’intera somma in contanti.

Oltre a Germanà. 48enne nato a Messina, destinatario del provvedimento di sequestro, che dovrà rispondere del reato di truffa aggravata, unitamente ad Antonino Armenio, 48enne di Ficarra, gli altri indagati sono  T.R. di Barcellona Pozzo di Gotto, O.V. di Alcara li Fusi, anch’essi indagati per truffa aggravata, in concorso. Mentre R.A. di Patti, I.P. di Messina e S.A. di Oliveri dovranno rispondere del reato di riciclaggio. Nei loro riguardi, le forze dell’ordine hanno reso note solo le iniziali dei nomi e dei cognomi.

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