L’ironia non salva la politica, Accorinti accusato di tradire l’esperienza del Pinelli. Protesta teatrale a Palazzo

Armati di parole. Quelle che il “loro” sindaco ha mancato di proferire, lasciando che l’esperienza dell’ex teatro Pinelli, con quel carico di politica attiva che punta al riutilizzo di spazi comuni dimenticati, fosse circoscritta ad una lotta di lucchetti.

Silenzio su quel che rimaneva della permanenza all’ex casa del Portuale, con il murale del famoso street artist Blu vandalizzato, che anche l’opposizione politica aveva chiesto di risparmiare. Silenzio sull’ennesimo sgombero della ex scuola Foscolo di via Palermo, che dal 25 febbraio è stata chiusa nuovamente, e in modo non ufficiale da quello che gli occupanti chiamano “l’ignoto saldatore”.

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Un momento della performance

Da quel giorno è guerra di mastice e tenaglie, mentre per Accorinti resta la scomoda posizione di chi deve “sbarazzarsi di un ingombrante ex-compagno”, dicono i pinellini che stamattina hanno teatralmente portato nel Palazzo la loro indignazione, ridicolizzando il “traditore scalzo” e definendo quella in atto come una “mobilitazione tra cowboy”.

Un momento di satira che ha coinvolto gli attivisti, pronti a portare in scena a Palazzo Zanca, criticità  e riflessioni nate dalla mancata realizzazione politica di alcuni obiettivi che in campagna elettorale avevano trovato posto nel progetto di Accorinti.

“Se il silenzio è sovrano noi rispondiamo con il baccano”, hanno esordito i pinellini, che in maniera ironica ma severa hanno elencato tutte le “accuse” rivolte agli occupanti, che in questi mesi hanno intrapreso attività ludiche e para-scolastiche con bambini e anziani del popoloso quartiere, aprendo persino una biblioteca e una palestra nella struttura, grazie al contributo di volontari. Una presenza allegra e stimolante per la gente del posto, che in questi giorni ha solidarizzato con loro, mostrando persino preoccupazione per la sorte di uno spazio ritrovato.

“Non abbiamo più parole – commenta Massimo Cammarata – non ci resta che ridere per una farsa di cui siamo involontari attori”. Il riferimento è alla scelta di porre i sigilli senza una vera e propria azione ufficiale, che viene interpretata dagli attivisti come una posizione di dissenso da parte della stessa amministrazione.

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Un momento della performance

Ma il sindaco nicchia e ai presenti  risponde di “non sapere  nulla dei cancelli chiusi”, ribadendo la propria vicinanza col motto “sono uno di voi”.

Sebbene dunque la mano sinistra di Accorinti “non vuole chiudere la scuola”, quella destra (che secondo indiscrezioni pubblicate dalla Gazzetta del Sud e mai smentite, e successivamente testimoniate dagli abitanti del quartiere, sarebbe quella dei Vigili Urbani) ha già stretto sei lucchetti. (@Pal.Ma.)

 

 

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