“Le emozioni in arte”: uno spettacolo per dar voce alla lotta contro i disturbi alimentari

Uno spettacolo per dar voce ad una questione che è viva e pervade la nostra società come male atavico e spessissimo sottovalutato: i disturbi del comportamento alimentare. Sensibilizzare circa questo argomento è la mission che si pone l’associazione di volontariato Korakanè che, per il terzo anno, ha aderito all’iniziativa nazionale della “giornata del fiocchetto lilla”, mettendo in cantiere uno spettacolo dal titolo “le emozioni in arte” che si terrà domani, domenica 15 marzo, al teatro del seminario arcivescovile S. Pio X, alle 17.30 (Via Mons. Paino, Giostra).

Presentata ieri nel Salone della Chiesa Santa Maria di Gesù, a Provinciale, l’iniziativa pone al centro della performance le “emozioni ai tempi della competizione e dell’indifferenza”, come dichiarano gli organizzatori.

La tematica, delicatissima e sempre attuale -ma spesso poco conosciuta nelle sue complesse e svariate sfaccettature-, è stata affrontata anche durante la conferenza stampa di presentazione, dalle relatrici: Crezia Genovese, vicepresidente dell’associazione Koranè, la dottoressa Rossana Mangiapane del centro Cerchio d’oro, Maria Teresa Famulari e Giosi Mandolfo che collaborano alla realizzazione dell’evento.

La messa in scena si svilupperà in modo da raccontare al pubblico in maniera “diversa” dal solito, i disturbi alimentari, passando attraverso l’arte: balli, canti, poesie e sketch saranno i tramiti per veicolare il messaggio informativo, preventivo ed educativo.

Attraverso l’acquisto del biglietto, oltre a beneficiare dello spettacolo pomeridiano, si darà un concreto sostegno all’associazione Korakanè affinché possa proseguire con la propria attività di supporto  a quanti sono colpiti dai disturbi alimentari che, oggi come ieri, costituiscono una piaga sociosanitaria nella nostra realtà, pur rimanendo spessissimo nell’ombra di angoli oscuri ai quali l’opinione pubblica poco bada. Ma il silenzio, si sa, è più pericoloso del problema stesso e per questo, parlarne è il primo passo verso la sconfitta di una malattia tutt’altro che rara o lieve. Una questione che passa da disagio e mancata accettazione, una faccenda che interessa psichiatria, endocrinologia e altre branche mediche dati gli effetti devastanti che la sua incidenza ha sul corpo e la mente di chi ne sia affetto e che, troppo spesso, non trova interlocutori, tutor e sponsor in grado di offrire il sostegno e l’affiancamento morale prima ancora che sanitario, per venir fuori da un guscio che, non di rado, può imprigionare in modo radicale e tragico. 

@EleonoraUrzì

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